Con le nomine del consiglio di amministrazione, diventa operativo lo strumento con cui lo Stato potrà investire, con operazioni di Venture capital, su aziende e startup strategiche
Il consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti ha annunciato il 26 novembre le nomine dei candidati consiglieri per il Fondo nazionale innovazione, iniziativa nata in seno al ministero dello Sviluppo economico (Mise) per intervenire con lo strumento del venture capital a sostegno di aziende e startup innovative e strategiche in Italia.
Sono sei i candidati al consiglio di amministrazione per gestire gli investimenti e le partecipazioni statali nelle imprese e nelle giovani aziende italiane. L’ex presidente della Fondazione Vodafone Italia, Enrico Resmini, è stato nominato per la carica di amministratore delegato del Fondo, mentre gli altri candidati a consiglieri sono Pierpaolo Di Stefano, Marco Bellezza, Isabella de Michelis di Slonghello, Lucia Calvosa e Antonio Margiotta.
Con queste nomine ufficiali può quindi prendere avvio il lavoro di Invitalia Ventures Sgr, come è stato denominato il Fondo, che eredita parzialmente le competenze e i fondi della società di gestione del risparmio di Invitalia. Secondo quanto previsto dalla legge di bilancio 2019, inoltre, questo soggetto potrà disporre di una dotazione finanziaria iniziale di un miliardo di euro, da destinare a investimenti diretti e indiretti per acquisire partecipazioni azionarie all’interno di startup, scale-up e piccole e medie imprese presenti sul territorio nazionale.
Nel dettaglio, il Fondo nazionale innovazione, con la regia di Cassa depositi e prestiti, farà da tramite per gli investimenti nei settori strategici per la crescita e per la competitività del Paese. Tra le priorità, per esempio, ci saranno stanziamenti per l’intelligenza artificiale e sistemi di blockchain, dove, secondo i dati riportati nel testo di presentazione del Fondo, sono stati investiti 45 milioni di euro negli ultimi tre anni. Inoltre, altri settori strategici per gli interventi di venture capital saranno l’industria 4.0, i comparti agritech e foodtech, oltre a un maggiore sostegno per il made in Italy.
Inoltre, il Fondo nazionale innovazione si prefigge anche l’obiettivo di difendere l’interesse nazionale contrastando la cessione e la dispersione di talenti, proprietà intellettuali e asset strategici che spesso vengono sostenuti più all’estero che in Italia.
Fonte:https://www.wired.it/economia/start-up/2019/11/27/fondo-nazionale-innovazione/
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