L’opinione più diffusa, non c’è dubbio, è che gli imprenditori di maggiore successo siano giovani.
I più celebri del mondo – i vari Bill Gates, Steve Jobs e Mark Zuckerberg – avevano poco più di vent’anni quando hanno fondato le loro aziende rivoluzionarie.
Ma si tratta di esempi validi per ogni settore e ogni tipo di business? Questi casi famosi riflettono un modello generalizzabile? Se si analizzano le età degli startupper che hanno vinto importanti riconoscimenti, sembra che l’età media si aggiri intorno ai 30 anni. E c’è chi dice che gli investitori, quando decidono a chi dare credito, non considerino chiunque superi i 32. Ma si tratta di una visione corretta?
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Sfatiamo il mito del giovane imprenditore
Se si analizza l’età media di chi ha fondato delle imprese negli ultimi anni, negli Stati Uniti ma non solo, si arriva a un dato spiazzante: 42 anni.
Ma, si può pensare, la gran parte di queste aziende è di media dimensione, e non è orientata verso la crescita e l’innovazione.
Concentriamoci invece sulle start-up tecnologiche, in particolare su quelle che hanno sede in centri di alta innovazione, come la Silicon Valley.
Anche in questo caso, il dato non cambia: la maggior parte degli imprenditori non ha meno di 40 anni.
Dietro queste medie, va specificato, c’è molta variazione, che dipende dal settore.
Le start-up che si occupano di software sono fondate da quarantenni, e i casi di founder più giovani non è poi così raro.
Non è così, invece, in altri settori, come quello petrolifero e quello delle biotecnologie, dove l’età media è 47.
Se nell’immaginazione popolare si è fatta strada l’idea dello start-upper giovane, dunque, può dipendere dal fatto che le aziende IT hanno una maggiore esposizione mediatica rispetto ad altre attività più orientate all’industria pesante o al B2B.
E che dire delle start-up di maggior successo? Si può ipotizzare che le aziende fondate da giovani siano quelle destinate a sfondare?
Anche qua sembra di no: le aziende che hanno visto il loro business crescere in maniera esponenziale nei loro primi cinque anni, in termini di occupazione, sono state fondate da quarantacinquenni. E se si parla di aumento delle vendite, l’età dei fondatori tende a essere ancora più elevata. La realtà parla chiaro: le aziende di vero successo non sono quelle fondate dai giovanissimi, anzi.
E ci sono dei motivi: innanzitutto, la maggior parte di queste aziende nascono dall’iniziativa di over-40 perché sono le persone di mezza età quelle più propense a lanciarsi in un’avventura imprenditoriale.
La maggior parte di queste aziende, inoltre, sembrano avere fin da subito successo, probabilmente per l’esperienza pregressa di chi le ha fondate. Questo sembra crescere man mano l’età dei founder aumenta, fino ad arrestarsi in chi si avvia verso i 60. Insomma: se tu fossi un investitore pronto a decidere di quale start-up fidarti, valuta l’età del fondatore. Più è elevata, più vai sul sicuro.
E perché? Come abbiamo già detto, è abbastanza evidente che l’esperienza lavorativa pregressa svolga un ruolo decisamente importante. I founder con almeno tre anni di esperienza nel settore hanno l’85% di probabilità in più di lanciare delle start-up di grande successo.
Che dire di Steve Jobs?
Abbiamo parlato di imprese di maggiore successo; ma le imprese più innovative non sono forse nella maggior parte dei casi nate dall’idea di giovanissimi? È interessante notare che quando si analizzano casi straordinari e anomali come quelli di Bill Gates, Steve Jobs, Jeff Bezos, Sergey Brin e Larry Page, i tassi di crescita delle loro attività in termini di capitalizzazione di mercato hanno raggiunto il picco quando i loro founder avevano ormai raggiunto la mezza età. Steve Jobs e i suoi soci Apple hanno lanciato l’innovazione più redditizia dell’azienda, l’iPhone, quando Jobs aveva ormai 52 anni. Jeff Bezos e Amazon hanno sfondato il mercato, andando oltre l’editoria, quando Bezos aveva già 45 anni. Questa tipologia di imprenditore può sì avere il colpo di genio da giovanissima, dando loro immediato successo, ma la vera e propria realizzazione giunge quando ormai sono “diventati grandi”. Non esiste pertanto nessuna contraddizione tra il fatto che esistano giovani imprenditori di successo e il fatto che questi possano esprimere al meglio il loro potenziale quando hanno ormai raggiunto la mezza età.
Perché gli investitori tendono a scommettere sui più giovani?
Alla luce di queste prove, perché gli investitori tendono a scommettere sui più giovani? Non possiamo dare una risposta univoca a questo interrogativo, ma di certo entrano in gioco due fattori. Innanzitutto, sono in molti a credere che la giovane età sia la ricetta giusta per un’imprenditoria di successo. E, in poche parole, si sbagliano. Ma c’è una motivazione meno superficiale: gli investitori non puntano sulla crescita a lungo termine, ma sul guadagno sul breve. E gli start-upper più giovani, probabilmente, hanno maggiori vincoli finanziari e sono disposti a cedere quote societarie a un prezzo inferiore. In altre parole, i giovani imprenditori possono essere un “affare” migliore per gli investitori rispetto ai più navigati.
Il prossimo passo è cercare di capire cosa avvantaggi gli imprenditori di mezza età. Si tratta di un accesso più facile alle risorse finanziarie, a un uso più maturo dei social, a maggiore esperienza? Nel frattempo, possiamo concludere che l’avanzare dell’età sia un “plus”, e non un problema, per avviare un’azienda di successo.
Fonte:https://www.betheboss.it/risorse/intervista-con-un-ceo/eta-ideale-per-aprire-una-start-up-45-anni
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