Franchising, retail, business
04/09/2014
La primavera più calda degli ultimi 120 anni che si traduce in un exploit delle cosiddette "primizie", una domanda di prodotti di allevamento in crescita sui mercati internazionali, ma anche la grande vivacità del movimento degli agriturismi. C'è tutto questo e molto altro ancora tra le ragioni che hanno determinato il boom occupazionale dell'agricoltura del secondo trimestre del 2014.
Almeno secondo le associazioni di categoria che, analizzando nel dettaglio le ultime rilevazioni Istat, leggono nel +5,6% della assunzioni registrate tra i campi da aprile a giugno la conferma dell'«ottimo momento che il settore sta attraversando, ancora una volta in controtendenza rispetto alle dinamiche che caratterizzano gli altri comparti». A parlare è Romano Magrini, responsabile lavoro di Coldiretti. Tutt'altro che sorpreso dai numeri dell'Istat. Se nel secondo trimestre di quest'anno al Centro le assunzioni sono cresciute del 28,6%, a Nord del 27,6% e al Sud sono calate di 8,3 punti percentuali, a suo giudizio c'entra prima di tutto il meteo: «La primavera è stata calda», secondo l'agenzia meteorologica giapponese addirittura la più calda del pianeta negli ultimi 120 anni. «Nord e Centro - secondo Magrini - hanno beneficiato del clima mite che ha portato a una rapida e massiccia maturazione degli ortaggi. Contemporaneamente è cresciuta la domanda di latticini e carni da parte dei mercati internazionali, fenomeno del quale - prosegue l'esponente di Coldiretti - hanno beneficiato sempre queste aree del Paese».
Ha pesato poi, in misura minore ma comunque non trascurabile, il successo degli agriturismi, «frequentatissimi durante le festività pasquali e i ponti primaverili». Di fronte a queste dinamiche le aziende di Centro e Nord hanno dovuto attrezzarsi assumendo più manodopera. «Al Sud - spiega il direttore di Confagricoltura Campania Paolo Di Palma - il discorso è stato profondamente diverso: la frutta ha sofferto l'instabilità climatica, arrivando improvvisamente alla maturazione. Il fenomeno ha causato un crollo dei prezzi e qualcuno ha preferito non raccogliere, quindi non assumere». Ha pesato anche il ritardo di maturazione del pomodoro.
Cosa accadrà però con i dati del terzo trimestre 2014, caratterizzato da instabilità meteorologica da un capo all'altro della penisola? «Probabile - risponde Claudia Merlino di Cia - che perderemo qualche punto percentuale ma tutto sommato l'occupazione di settore dovrebbe tenere». Senza dubbio positivo è invece il dato che riguarda il crescente contributo all'agricoltura della manodopera giovanile: un assunto su quattro è under 40, mentre nel periodo preso in esame sono salite a 48.620 (con un aumento del 2,6% rispetto al trimestre precedente) le aziende agricole condotte da under 35. «Anche le iscrizioni agli istituti tecnici agrari - prosegue Merlino - risultano in costante crescita, segno che tra le nuove generazioni da un po' di tempo è tornata la consapevolezza delle opportunità che la terra può offrire. Senza contare l'appeal di Expo 2015 che ruota attorno al tema dell'agroalimentare». Chissà che non serva da antidoto a questo clima ormai inaddomesticabile