Franchising, retail, business
10/08/2014
Dopo il botta e risposta a distanza è arrivato il faccia a faccia. Il ceo di Fiat Sergio Marchionne ha incontrato ieri a Maranello il presidente di Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Il confronto si è tenuto poco prima della pausa pranzo in un clima che non si può certo definire disteso, complice il tono degli ultimi giorni. Tanto più che, dopo anni di convivenza forzata, il faccia a faccia si è presentato come l'occasione per mettere le carte sul tavolo.
D'altra parte, al di là, della sostanziale incompatibilità umana negli ultimi mesi a fare la differenza sono state le profonde divergenze sul piano della gestione strategica del brand Ferrari. Punti di vista talmente differenti da rendere la distanza incolmabile. L'incontro, dunque, è durato il tempo necessario per capire che la frattura è insanabile e il divorzio è già agli atti. Per questo, si attendono evoluzioni in tempi assai stretti.
Qualcuno ipotizza che ciò possa avvenire oggi in giornata o, al più tardi, in occasione del consiglio di amministrazione della Ferrari convocato domani a Maranello per approvare i conti del semestre. Un board al quale parteciperà anche Marchionne dopo aver presentato a Balocco la nuova Jeep Renegade. L'addio di Montezemolo potrebbe dunque subire nelle prossime ore una brusca accelerazione.
Anche per questo, della questione ora se ne starebbe occupando pure Consob. L'autorità starebbe monitorando attentamente la situazione fin da lunedì. Al punto che, si apprende da fonti vicine alla Fiat, ieri la Commissione avrebbe sollecitato un'informativa sullo stato dei fatti da inviare direttamente agli uffici di Roma. D'altra parte, il giugno scorso l'Autorità guidata da Giuseppe Vegas ha imposto alle società quotate di fornire agli investitori ampia comunicazione su indennità e altri benefici riconosciuti ai manager in caso di cessazione dalla carica o scioglimento del rapporto. E Fiat non potrà esimersi dall'alzare il velo sull'intesa con Montezemolo.
La buonuscita
Passaggio chiave dell'accordo è evidentemente il costo dell'addio. Secondo la relazione sulla remunerazione a Montezemolo spetta un'indennità pari a cinque volte la componente fissa dell'ultimo stipendio percepito. Stando al bilancio 2013, dunque, si parte da almeno 14 milioni di euro di buonuscita. Montezemolo, da parte sua, non essendo propenso ad aprire un dolorso mercanteggiamento, avrebbe formulato alla famiglia la richiesta che gli venga riconosciuto quanto previsto dal contratto fino alla scadenza del mandato. Il che significa che ai 14 milioni se ne potrebbero aggiungere un'altra decina, considerati gli anni che mancano al termine dell'incarico, due, e che il 2014 dovrebbe essere pagato a stipendio pieno, ossia parte variabile più fissa. Se il desiderata non dovesse essere soddisfatto, ipotesi difficile da immaginare, la trattativa evidentemente si sposterebbe su un altro livello e le carte passerrebero direttamente in mano ai legali. Del resto Montezemolo ha trascorso 23 anni al vertice della Ferrari trasformando il brand in una vera e propria icona. Ecco perché qualcuno si spinge a ipotizzare che la "liquidazione" potrebbe essere decisamente più rotonda, volendo anche superiore ai 50 milioni. Allo stato, si tratterebbe tuttavia solo di congetture. Certo è che, si fa notare, non è escluso che l'accordo sull'indennità da versare a Montezemolo non debba essere oggetto di un opportuno consiglio di amministrazione della Fiat da convocare in tempi rapidi.
Il nuovo vertice
D'altra parte, in concomitanza con l'uscita di Montezemolo va definito anche il nuovo assetto di vertice della Ferrari. Un assetto che, stando alle attuali indiscrezioni, vede Sergio Marchionne proiettato verso la poltrona da presidente del Cavallino. Tema ancora aperto, invece, sarebbe quello dell'amministratore delegato. In pole position ci sarebbe Harald Wester, numero uno dell'Alfa Romeo e della Maserati. Alcuni sottolineano, però, che il manager risulta già piuttosto impegnato salvo che, l'idea di candidare Wester non vada nella direzione di mettere a fattor comune i tre brand forti del made in Italy, seppure con la consapevolezza che ciascuno meriti un approccio dedicato. In ogni caso, si fa notare, il manager che raccoglierà le deleghe in Ferrari sarà scelto tra gli uomini già disponibili in Fca.
Al contempo, già si guarda al futuro di Montezemolo. Il ruolo centrale che il manager ha giocato al tavolo con Etihad per Alitalia lo proietta verso il vertice della nuova Alitalia. E suonano come un'investitura le parole di un socio importante qual è Giorgio Castellucci, ceo di Atlantia: «Le competenze e la conoscenza dell'operazione sono tali che ne farebbero un ottimo presidente», ha affermato ieri.