Franchising, retail, business
11/09/2014
Oggi vi presento Christiana, che vive in Repubblica Dominicana da tanti anni e ha avuto modo di viverne le evoluzioni aiutare la popolazione grazie alle sue iniziative.
Raccontaci un po' di te, delle tue origini e del motivo che ti ha spinta a lasciare l'Italia....
Sono Napoletana e ho cominciato ben presto a viaggiare per lavoro, prima nel settore moda e poi per anni con la Valtur. Nonostante i lavori mi portassero all’estero o in giro per l’Italia, non ero intenzionata a lasciare il mio paese per qualche ragione specifica. Non sono scappata da nulla e tanto meno dalla crisi che 20 anni fa non c’era.
Perchè hai scelto la Repubblica Dominicana? E' la tua prima esperienza di vita all'estero?
Sono arrivata in Repubblica Dominicana nell'estate del 1997 per la classica vacanza di 15 giorni.
Durante questo periodo sono andata a fare il bagno con i delfini, realizzando uno dei miei sogni, e in quella occasione ho conosciuto i proprietari del parco ecologico Manati che avevano bisogno di un commerciale che si occupasse delle vendite con i Tour Operatori italiani, e quindi mi hanno proposto il lavoro.
Viste le condizioni economiche buone e più vantaggiose rispetto a quelle che avevo in Italia al momento, ho subito accettato.
La mia intenzione non era fermarmi ma vivere un'esperienza diversa, imparare lo spagnolo e poi rientrare in Italia.
Di fatto, dopo circa un anno, ero pronta a rientrare, anche perchè avevo lasciato il lavoro nel Parco per divergenza di opinioni rispetto al trattamento riservato ai delfini e agli altri animali.
Con le valige pronte, lo stesso giorno in cui avevo il volo di ritorno, mi hanno offerto un Super lavoro presso il Club Caribe appartenente al Gruppo Marsans Spagna. La proposta era super vantaggiosa rispetto alle offerte presenti in Italia al momento, ma c'è da dire che quindici anni fa Bavaro era sprovvista di qualsiasi servizio quindi ci voleva coraggio a trasferirsi qui.
Quali sono state le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare inizialmente?
In quel momento nella zona esistevano solo Hotels e nient'altro. Nè supermercati decenti, nè ospedali, nè scuole, nè infrastrutture, solo "comedores" e nessun ristorante. Impossibile per una famiglia pensare di vivere qui.
Una pazzia ben pagata... le aziende in quel momento offrivano ottime condizioni a chi decideva di fermarsi.
Forse una decisione rischiosa, però alla fine essendo pochi nella zona, ci conoscevamo un po’ tutti, l’area era ancora incontaminata, vergine. Le spiagge poco frequentate. E’ vero che non c’erano centri commerciali o cinema, ma quei pochi che eravamo, riuscivamo a lavorare molto e divertirci tanto.
Il lavoro era tantissimo: gestivo 50 impiegati nel mio ufficio a Punta Cana, una macchina di vendite transfer, voli, escursioni , servizi e assistenza in loco per grandi volumi di turisti europei e latino americani.
Sono stata con Club Caribe ben 5 anni e questa esperienza mi ha dato la possibilità di risparmiare per realizzare il mio sogno.
Aprire un asilo.
Di cosa ti occupi ora? Raccontaci un po' come è nato il progetto El Arca de Noè e in cosa consiste...
In effetti, nonostante la mia esperienza nel turismo, io sono diplomata maestra d’asilo.
In quel momento, fatta un'indagine di mercato, non c’erano che due scuole e quindi ho deciso di realizzare questo progetto.
Tra il 2004 e il 2005 ho comprato il terreno e costruito la struttura, che inizialmente era predisposta solo per bambini da 0 a 4 anni e successivamente è stata ampliata per poter ospitare bimbi fino alla seconda elementare.
L’Arca di Noè, questo è il nome della scuola, interagisce con i bambini attraverso la stimolazione infantile e la psicomotricità. In poco tempo abbiamo raggiunto grandi obiettivi e siamo diventati esperti soprattutto con i più piccoli, anche grazie ai nostri materiali innovativi provenienti tutti dagli Stati Uniti, alle tecniche e ai continui aggiornamenti del personale docente.
Solo per farvi un esempio, attualmente è l'unica struttura della zona ad avere in ogni classe e nelle aree comuni le video camere, utili sia per evitare ogni forma di maltrattamento sia per registrare le attività che gli alunni svolgono durante il giorno.
In Italia ancora ne stanno parlando e intanto continuano gli abusi sui minori.
Siamo anche l’unica scuola nella zona che accettiamo e integriamo bambini speciali che diversamente non vengono ammessi (assurdo!).
Vorrei parlarvi anche di un altro progetto che sto seguendo con 4 ragazze: si tratta di "Rescatame", una fondazione di protezione animale nata per combattere il randagismo dell'isola. Alimentiamo, curiamo e ci occupiamo della castrazione degli animali, e ultimamente abbiamo stretto contatti con fondazioni in Canada alle quali stiamo mandando Cani in adozione. Davvero una bellissima esperienza.
https://www.facebook.com/groups/276724609064889/?fref=ts
http://www.rescatame-rd.org/
Quali sono i pro e i contro maggiori di una vita su un'isola dei Caraibi?
I vantaggi sono la possibilità di vivere tra persone di nazionalità diverse che ti offre una grande apertura mentale. Lavorativamente parlando, l'opportunità di crescere professionalmente, di avere con facilità i permessi per aprire una azienda e farla crescere senza essere massacrati di tasse.
Dall’altro lato questi Paesi e le loro popolazioni sono in gran parte prive di cultura e di educazione. Purtroppo spesso ti trovi ad avere a che fare con persone che non hanno avuto la possibilità di studiare. Quindi anche se questi posti sono grandi fonti dalle quali attingere, bisogna essere pronti a dare molto a quelle persone che magari hanno un potenziale, ma nessuno gli ha spiegato come svilupparlo.
Purtroppo c’è anche tanta gente che per scelta preferisce vivere nell’ignoranza , senza pensare al futuro, vivendo con un minimo indispensabile in condizioni assolutamente non adagiate.
E’ importante per me dire che chi decide di vivere nei Caraibi deve esser pronto a tutto... non solo mare, sole e palme di cocco, ma tanta voglia di fare e dare.
Qui c’e’ tanta ricchezza ma anche tanta povertà e non si può girare la faccia e far finta di nulla.
L'arrivo di società estere che decidono di trasferirsi in Rd sta cambiando la vita delle persone del posto o è ancora un fenomeno limitato?
Negli ultimi sette anni la zona ha subìto un incredibile cambiamento. Si è ampiamente sviluppata e quindi si sono create infrastrutture, appartamenti e tante altre scuole, ma L’Arca Di Noè non affonda, anzi si consolida sempre di più.
Le aziende che investono sono ogni giorno di più e il turismo è in continua espansione.
Con lo sviluppo sono arrivate le autostrade, i grandi centri commerciali, i parchi divertimento e quindi un giro di affari che non può che aiutare tutte le aziende esistenti o che apriranno.
In questo paese c’e’ ancora tanto da fare, ci sono molti posti di lavoro, ed è normale pensare di aprire un'azienda con buone possibilità di guadagno, cosa molto rara in Italia.
Come sono visti gli italiani dalla popolazione locale? Esiste una comunità italiana in R. Dominicana?
Noi italiani siamo molto latini e i locali sono persone aperte ed accoglienti, quindi integrarci non è stato difficile.
Diciamo che in particolare a Bavaro Punta Cana siamo tanti ma abbastanza sparsi e ben amalgamati alle altre nazionalità, a differenza invece di Bayahibe dove gli italiani sono più concentrati a causa del forte turismo della zona.
A Santo Domingo c'è una comunità italiana, ma credo che la prossima chiusura dell'ambasciata (cosa vergognosa) li priverà del loro punto di riferimento.
Dove ti vedi tra dieci anni? E' possibile un tuo ritorno in Italia?
Penso spesso di tornare in Italia o di cambiare... poi guardo mio figlio che ha 9 anni, frequenta la scuola americana e parla già tre lingue e credo che l’Italia al momento non possa offrirgli nulla di più di quello che riceve qui quotidianamente.
Penso agli Stati Uniti che sono così vicini e che forse potranno offrirgli un futuro migliore, anche se poi sarà lui a decidere quello che vorrà fare.
Per il momento in Italia ci vado in Vacanza.
di Giorgia Perbellini per Luxury&Tourism
Fonte:http://www.luxuryandtourism.co.uk/it/blog/49-storie-di-vita-interviste-a-chi-ha-mollato-tutto-per-partire/499-trasferirsi-in-un-nuovo-paese-significa-anche-prenderne-a-cuore-le-sorti-e-operarsi-per-migliorarne-le-condizioni-questa-%C3%A8-la-filosofia-di-christiana,-da-vent-anni-in-repubblica-dominicana.html