Franchising, retail, business
18/09/2014
Il 2013 è stato l'anno nero per il settore delle telecomunicazioni in Italia. L'intera filiera ha registrato un calo del fatturato del 7% rispetto al 2012 quando si era registrata una flessione del 2,4%. Negli ultimi cinque anni, inoltre, il volume d'affari del settore ha perso complessivamente quasi 9 miliardi di euro (-17%) passando dai 53,6 miliardi del 2008 ai 44,7 miliardi del 2013.
Questi i dati resi noti oggi da Asstel in occasione del forum sulle tlc con i sindacati di categoria Cgil-Slc, Fistel-Cisl, Uilcom. Il rapporto evidenzia come tuttavia lo scorso anno ci sia stato un vero e proprio boom per gli smartphone, aumentati del 23% con un +26% per la diffusione dei tablet.
Gli operatori di tlc, che coprono il 77% del fatturato totale, hanno registrato nel 2013 una perdita in termini di fatturato di circa 4 miliardi (-10%), il doppio di quella registrata nel 2012. Nel dettaglio si nota la discesa verticale dei ricavi legati alla rete mobile che per la prima volta ha evidenziato una contrazione a due cifre pari al 14% (-4% nel 2012).
Sulla rete mobile, evidenzia il rapporto, inizia a giocare un ruolo importante la sostituzione dei messaggi sms con quelli internet-based, come whatsapp e altri. Nel 2013, infatti, dopo anni di crescita, gli sms hanno subito un calo del 19%. Più differenziata la dinamica che riguarda le altre componenti della filiera. Ai fornitori di terminali il 2013 ha portato un aumento dei ricavi del 12%, con gli smartphone giunti ormai a coprire il 71% del fatturato del comparto, che a fine anno ha totalizzato 4,5 miliardi di euro.
Sul fronte dell'occupazione nel 2013 si è attenuata la tendenza al calo con una flessione del 2% a fronte di un -5% dell'anno precedente per un totale di 124.100 addetti nell'intero settore. Nel 2013, inoltre, l'incidenza degli investimenti degli operatori di tlc sui ricavi si è mantenuta constante rispetto all'anno precedente al 16%. In valore assoluto, tuttavia, gli investimenti sono calati in modo proporzionale alla perdita di fatturato, totalizzando 5,6 miliardi di euro (-10% rispetto al 2012).
Quanto alla banda larga e ultralarga veloce Asstel non ha potuto fare a meno di notare che l'Italia è sotto la media europea per la penetrazione di tali servizi. Mostra un ritardo significativo rispetto all'Europa: la penetrazione della banda larga base è infatti pari al 23% della popolazione contro una media europea del 30%, mentre nel caso della banda ultralarga veloce con una connessione superiore ai 30Mbps in Italia è pari a meno dell'1% della popolazione, contro una media europea del 6%.
Discorso diverso per la copertura dell'infrastruttura broadband. L'Italia ha infatti raggiunto il primo obiettivo della Digital agenda europea: la copertura delle abitazioni italiane con la banda larga fissa base è vicina al 99%, superiore alla media europea ferma al 97%. Tuttavia il Bel Paese risulta all'ultimo posto in Europa per la copertura delle reti di nuova generazione in fibra: 21% delle abitazioni contro il 62% europeo.
Nel 2016 l'economia digitale varrà in Italia circa 40 miliardi di euro. Dal 2006 al 2013, mentre gli operatori tlc perdevano oltre 12 miliardi di euro di fatturato, sono stati generati circa 10 miliardi di euro dai mercati digitali abilitati dalle reti tlc, e-commerce, digital content, digital advertising, digital payment. Un trend destinato a proseguire nei prossimi anni.
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