Franchising, retail, business
19/12/2014
A Bond Street chi ha successo sale in alto. Nella via londinese del lusso le boutique più celebri, alla ricerca di spazi per allargarsi, tendono a occupare anche i primi e secondi piani sopra i tradizionali negozi. Salgono anche i loro clienti più ricchi e famosi che, in cerca di discrezione, preferiscono fare shopping nelle salette private sempre più spesso create ai piani superiori.
La via del quartiere di Mayfair continua a essere una calamita sia per chi arriva qui da tutto il mondo per fare shopping sia per le 25 griffe che sono in lista d'attesa per un negozio.
La domanda supera di gran lunga la disponibilità di spazi. Chi ha la fortuna di avere già una presenza a Bond Street punta all'espansione, come Ferragamo, che lo scorso anno ha aumentato del 60% il volume del negozio su tre piani, o come Chanel e Christian Dior, che hanno ampliato lo spazio trasformando gli uffici al primo piano. Ermenegildo Zegna ha da poco ottenuto i permessi per fare altrettanto e molti altri hanno chiesto il cambio di destinazione d'uso dei primi o secondi piani da uffici in spazi retail.
L'espansione in verticale ha diversi vantaggi, spiega Helen Franks, responsabile del commercial leasing di Grosvenor, società che possiede gran parte di Mayfair: «Molte firme del lusso hanno bisogno di spazio per creare un boudoir privato, una sala riservata per le celebrities e i clienti che non vogliono essere visti in negozio. Le economie di scala sono un altro fattore e sempre più marchi preferiscono avere sotto lo stesso tetto anche gli uffici, il marketing e i diversi dipartimenti del business, optando per il multiplatform retail».
Un esempio è lo stilista Roland Mouret che a Carlos Place, nel cuore di Mayfair, a pochi passi da Bond Street, ha creato la sua sede: il palazzo ospita non solo la boutique ma anche la showroom, l'atelier dove lavorano le sarte, gli uffici, l'amministrazione, la pr e il marketing.
Non sono solo le case di moda a ricercare nuovi spazi. Smythson, cartoleria e pelletteria di lusso per cui lavora Samantha Cameron, moglie del premier britannico, ha da poco trasformato il negozio di Bond Street. «L'ampliamento dei negozi verso l'alto o il basso permette ai brand di creare un'offerta su diversi livelli e diversi piani di esclusività, come raggiungere la sala Vip in un club», spiega Tom Bartlett, fondatore di Waldo Works, lo studio che ha progettato gli interni del negozio Smythson.
Il nuovo "padrone di casa" di Smythson è il colosso del lusso francese Lvmh che, con un investimento di 292 milioni di sterline, ha acquistato diversi negozi tra cui la boutique Louis Vuitton.
Visto il lievitare dei costi degli affitti, chi può comprare fa un buon affare: Bond Street infatti è ufficialmente la strada più costosa d'Europa. Affittare un negozio costa in media 917 sterline al metro quadro, secondo uno studio di Colliers International, quindi 1,65 milioni di sterline all'anno per una boutique di 150mq. Lo scorso anno Ferragamo ha battuto il record pagando mille sterline, cifra superata pochi mesi dopo dalla gioielleria svizzera Boghossian con 1.050 sterline. L'opinione unanime degli esperti è che quest'anno continuerà il trend al rialzo, forse anche fino a £1.500. Presidiare la strada costa, ma rende: le vendite annuali dei negozi di Bond Street superano infatti il miliardo di sterline.
I costi di Bond Street sono inferiori a quelli di Causeway Bay a Hong Kong o Fifth Avenue a New York, ma decisamente superiori a quelli degli Champs Elysées, numero due della classifica europea con 677 sterline al mq, mentre via Montenapoleone a Milano è quarta con 472 sterline/mq. «Nonostante le fosche previsioni sull'economia, il settore lusso è sempre in controtendenza», sentenzia Sean Briggs, direttore del retail europeo di Colliers.
Fonte:http://www.moda24.ilsole24ore.com/art/retail-web/2013-01-17/bond-street-strada-costosa-191111.php?uuid=AbxJ0OLH#