Franchising, retail, business
22/12/2014
Cresce solo il commercio ambulante, nel Mezzogiorno la riduzione più consistente
OSSERVATORIO CONFCOMMERCIO SULLA DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE:
DA GENNAIO A OTTOBRE, SPARITE 260 IMPRESE AL GIORNO NEL TERZIARIO.
Sono sempre più numerose le imprese del terziario di mercato che cessano l’attività rispetto alle nuove iscrizioni. Nei primi dieci mesi del 2014, infatti, il saldo tra aperture e chiusure è negativo di quasi 78mila unità e in leggero aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-76.489); saldi negativi e in peggioramento si rilevano anche nei singoli comparti – commercio al dettaglio alimentare e non alimentare (-25.600), alloggio e ristorazione (-13.759), altre attività di servizi (-26.272) – con l’unica eccezione del commercio ambulante che rispetto al 2013 registra una crescita del numero di imprese presentando un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni pari ad oltre 1.600 unità; alla base di queste dinamiche negative, il protrarsi della recessione e la crisi dei consumi delle famiglie i cui effetti si sono esplicati indistintamente sull’intero territorio nazionale con saldi negativi in tutte le regioni e una riduzione particolarmente consistente al Sud.
Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’ultimo numero dell’Osservatorio sulla demografia delle imprese realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio, strumento di analisi quadrimestrale sui cambiamenti nella struttura produttiva del terziario di mercato attraverso il monitoraggio dei flussi mensili delle iscrizioni e delle cancellazioni di imprese presso gli uffici delle Camere di Commercio.
L’Osservatorio sulla demografia delle imprese del terziario di mercato (Area Confcommercio), ha registrato nel periodo gennaio-ottobre 2014, un numero più elevato di cessazioni (178.106) rispetto alle iscrizioni (100.232) determinando un saldo negativo di 77.874 imprese. La persistente debolezza della spesa per consumi continua non solo a rendere difficile lo svolgimento dell’attività aziendale per molte imprese del settore, ma tende anche a frenare e ridurre le nuove iniziative imprenditoriali (tab. 1).
I dati si riferiscono ai flussi mensili delle iscrizioni e delle cancellazioni (comprese quelle d’ufficio) delle imprese presso gli uffici delle camere di commercio e riguardano i settori del terziario di mercato (area Confcommercio) e, con informazioni più disaggregate, i diversi comparti del commercio al dettaglio e dei servizi di alloggio e ristorazione (cfr. nota metodologica).
Il saldo negativo dei primi dieci mesi dell’anno riferito al totale dell’Area Confcommercio è peggiorato rispetto allo stesso periodo del 2013 per effetto di un aumento delle cessazioni, mentre il numero delle nuove iscrizioni si è ridimensionato.
All’interno dell’aggregato solo il commercio di auto e moto e il commercio al dettaglio hanno registrato, rispetto ai primi dieci mesi del 2013, un ridimensionamento del saldo negativo.
Approfondimenti settoriali I contraccolpi della crisi dei consumi delle famiglie hanno fatto registrare nei diversi comparti merceologici del commercio al dettaglio e nei servizi di alloggio e ristorazione saldi negativi, con l’unica eccezione del commercio ambulante dove il numero delle iscrizioni ha superato le cancellazioni; in questo settore vi è stato un incremento delle nuove iscrizioni rispetto al 2013 (tab. 2). Nel commercio al dettaglio in sede fissa, il saldo negativo sia dell’area alimentare che non alimentare è stato peggiore rispetto ai primi dieci mesi del 2013.
Focus territoriale
In tutte le regioni gli effetti negativi della recessione hanno determinato, nei primi dieci mesi del 2014, saldi negativi nei settori che fanno riferimento all’Area Confcommercio.
Particolarmente consistente è stato il saldo negativo del Mezzogiorno (-26.287 imprese) e del Nord-ovest (-20.980 imprese). Rispetto allo stesso periodo del 2013 solo nel Nord-ovest il saldo negativo si è attenuato grazie ad un calo delle cancellazioni.
A livello regionale, nei primi dieci mesi del 2014, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Calabria e Sardegna si distinguono per una riduzione del proprio saldo negativo rispetto al 2013 (tab. 3).
Tab. 3 – Nati-mortalità delle imprese a livello regionale – Area Confcommercio (terziario di mercato)
(*) il numero delle cessazioni comprende quelle d’ufficio.
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio sulla Banca dati mensile Movimprese.
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Nota metodologica e descrizione della banca dati
Il campo di interesse dell’Osservatorio è rappresentato dall’area dei servizi di mercato (Area Confcommercio) corrispondenti alle sezioni dell’Ateco 2007 G (Commercio), H (Trasporto e magazzinaggio), I (Attività dei servizi di alloggio e ristorazione), J (Servizi di informazione e comunicazione), L (Attività immobiliari), M (Attività professionali, scientifiche e tecniche), N (Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese), P (Istruzione), Q (sanità e assistenza sociale), R (Attività artistiche, sportive, di intrattenimento), S (Altre attività di servizi); è escluso il settore K che rappresenta le attività finanziarie e assicurative.
Le informazioni su cui si basa l’Osservatorio provengono da Movimprese, la rilevazione statistica condotta da Infocamere (la società che gestisce il patrimonio informativo delle Camere di Commercio italiane) di tutti gli atti amministrativi riguardanti la costituzione, la vita e la cessazione di un’impresa.
I dati sono disponibili con scadenza mensile e forniscono un ampio dettaglio sull’attività prevalente svolta dall’impresa (identificata dalla classe di appartenenza dell’Ateco 2007) differentemente dai dati diffusi ogni trimestre da Infocamere che si fermano alla divisione Ateco, per quanto riguarda il settore di appartenenza dell’impresa. Sia per la divisione Ateco “commercio al dettaglio (G47)”, sia per la divisione “Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (I) si forniscono gli andamenti della nati-mortalità di tutti le classi, raggruppate per necessità di sintesi secondo lo schema della tab.2.
Per i dati relativi alle iscrizioni ed alle cessazioni va ricordato che:
le cessazioni comprendono le cessazioni d’ufficio;
i dati relativi alle iscrizioni riportati nell’Osservatorio non sono perfettamente coincidenti con quelli diffusi da Infocamere nei resoconti trimestrali. La causa di queste discrepanze è attribuibile alla riallocazione delle imprese iscritte da un settore ad un altro cha viene effettuata da Infocamere nel corso del trimestre.
Fonte:http://www.newsfood.com/osservatorio-confcommercio-sulla-demografia-delle-imprese-italia-gennaio-ottobre-2014/