Franchising, retail, business
26/01/2015
Con 24 richieste di brevetto depositate lo scorso anno il Politecnico di Milano si pone in vetta alla classifica dell’innovazione tra gli atenei del nostro Paese. Davanti a Milano (ma fuori dalla classifica delle università) il Cnr, con 39 domande di brevetto, al terzo posto (28) l’Istituto Italiano di Tecnologia. Seguono Bologna, la Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Padova e quella di Milano.
“E’ il risultato di una strategia precisa - spiega Ferruccio Resta - delegato del rettore per la valorizzazione della ricerca e il trasferimento tecnologico del Politecnico di Milano - che mette al centro dell’azione il rapporto sempre più stretto con l’impresa: in sintesi direi che invece di partire dalla ricerca partiamo dalle imprese”.
Rapporti in genere “dialettici”, quelli tra mondo aziendale e Università, con le seconde spesso accusate di spingere la ricerca in territori poco utilizzabili sul mercato, con traiettorie di studio che tendono a replicare le aree di interesse dei docenti.
“Per far nascere risposte operative - spiega Resta - abbiamo cambiato le modalità di approccio, partendo anzitutto dalle esigenze delle imprese. Prima dobbiamo capire ciò che serve, solo dopo possiamo iniziare a lavorare nella direzione giusta. E la modalità corretta è quella di realizzare accordi quadro pluriennali, in modo da sviluppare sul tema un impegno congiunto significativo e duraturo”.
Nella graduatoria dei brevetti depositati la classifica vede il Politecnico di Milano primeggiare tra le Università (al primo posto sempre il Cnr) anche allargando il periodo di riferimento: tra 2002 e 2011 le domande depositate all’ufficio europeo dei brevetti sono state per il Politecnico di Milano 151, 86 per la Sapienza di Roma, 73 per l’Università degli Studi di Milano, 40 per la Bicocca (Milano) e 37 per l’Università di Bologna.
“Per diventare fornitori di una risorsa in più, come di fatto ci consideriamo - aggiunge Resta - occorre anche fare delle scelte: non si può fare tutto, occorre specializzarsi e puntare su ambiti specifici, naturalmente solo dopo aver capito quali sono le richieste delle imprese. Anche per questo noi negli ultimi anni abbiamo ampliato e rafforzato i laboratori interdipartimentali, perché sempre più spesso ciò che serve si può ottenere solo dall’unione di più discipline”.
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-01-26/brevetti-sprint-politecnico-milano-084303.shtml?uuid=ABxKX2jC