Franchising, retail, business



 

Franchising, antidoto alla crisi

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26/01/2015
Il franchising trainerà le nuove aperture commerciali nel 2015. Delle 600 nuove inaugurazioni di negozi previste dal rapporto Confimprese nell’anno appena iniziato (per un totale di 3.500 nuovi posti di lavoro), l’80% avverrà grazie a questa formula che si è dimostrata un antidoto contro la crisi: uno schema che attrae perché meno impegnativo e oneroso in quanto gran parte delle incombenze sono a carico del franchisor.

Le restanti inaugurazioni saranno invece effettuate in proprio: in questi casi la strategia di marketing prevalente è un restyling del punto vendita per renderlo al passo coi tempi e l’apertura di corner in negozi multibrand, meno costosi e ad elevata visibilità. A supporto proseguono gli investimenti in comunicazione e marketing. «Anche nel 2015 l’investimento degli associati sarà mediamente del 4% rispetto ai ricavi, dato in linea col 2014», spiega a ItaliaOggi Mario Resca, presidente di Confimprese. «Segno che i marchi ritengono la comunicazione strategica soprattutto in un momento in cui persiste il calo dei consumi».
Se la crisi ha colpito soprattutto i piccoli commercianti e i singoli punti vendita, le grandi catene e i brand più all’avanguardia non smettono di macinare aperture, come dimostrano i casi di Original Marines, Piazza Italia, Illy Caffè, Unieuro, Rossopomodoro e Mondadori: marchi forti di una ricca agenda di aperture previste entro dicembre. Le inaugurazioni riguarderanno tutti i settori con una buona tenuta di comparti quali la moda e la ristorazione, fortemente colpiti dalla crisi. «Gli associati continuano ad aprire nuovi negozi forti del fatto di operare a rete: le aperture 2015 sono sostanzialmente in linea con quelle inaugurate nell’anno appena chiuso», commenta Resca. Il settore fashion, declinato in abbigliamento donna, bambino intimo e calzature, copre il 23,3% del totale aperture che saranno realizzate dagli associati nel 2015, e il 35,1% delle nuove assunzioni; la ristorazione, che racchiude le categorie food, dolciario, caffetteria e bio, secondo lo studio di Confimprese occupa rispettivamente il 15,1% e il 27,4 per cento. Seguono l’entertainment con il 6,9% e l’8%, e a pari merito arredamento (che include l’oggettistica) e l’elettronica di consumo che coprono il 4,9% del totale aperture. Se l’arredamento copre soltanto l’1,1% delle nuove assunzioni (risultato risicato dovuto alla prevalenza di aperture di corner che non richiedono ulteriore personale), l’elettronica di consumo si aggiudica il 4,2% dei nuovi posti di lavoro.
A farla da padrone in termini di inaugurazioni retail saranno ancora una volta il settentrione e il centro Italia (scelti soprattutto per food e abbigliamento), mentre il Mezzogiorno è terreno fertile soprattutto per l’elettronica di consumo.
Venendo ai marchi di abbigliamento, tra i più attivi si nota Piazza Italia che conta di aprire circa 20 nuovi punti vendita (soprattutto nei centri storici) con una stima prevista di 250 nuovi addetti. Una strategia mista di inaugurazione di nuovi punti vendita e restyling di store è quella messa in campo da Original Marines che conta su 12 nuove aperture concentrate nel nord Italia (e 40 nuovi posti di lavoro), mentre ha già stanziato un investimento di 5 milioni di euro per il restyling di 60 punti vendita sia di proprietà che in franchising. Buone le notizie anche per l’arredamento con Natuzzi che prevede l’apertura di 20 shop in shop. Nel food si distinguono Rossopomodoro (15 i locali suddivisi tra il brand di punta, RossoSapore e Ham Holy Burger), Roadhouse Grill, la catena di steakhouse sviluppata dal Gruppo Cremonini che prevede 15 aperture e il food bio di EcorNaturaSì (15 supermercati in calendario con metrature ambiziose e comprese tra i 300 e i 500 mq concentrati). Nel settore entertainment Mondadori retail aprirà 42 negozi, di cui due di grandi dimensioni (800-1.000 mq) per un totale di persone occupate pari a 280, mentre la catena di elettronica Unieuro conta una trentina di aperture in calendario.
Uno dei format prediletti dalle imprese, come detto, è quello del corner aperto all’interno di un grande magazzino «che permette un notevole risparmio di costi», spiega Resca. «Il corner consente infatti al marchio di applicare prezzi più competitivi grazie alle economie di scala messe in campo, di avere maggior visibilità grazie alla location prescelta e di attrarre un maggior numero di visitatori facendo anche gli interessi del mall che lo ospita». Si tratta in genere di negozi di 100 mq al massimo, in cui esporre la merce e venderla attraverso il personale già presente nel multistore: è quindi a costo zero, senza impiego di personale e con margini netti.

Fonte:http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201501272026171436&chkAgenzie=ITALIAOGGI

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