Franchising, retail, business
12/03/2015
Si fa un gran parlare di birra artigianale. L’italia è percorsa da un fermento che ha visto in pochi anni un incremento impressionante di birrifici, dal nord al sud e anche sulle isole. È di qualche giorno fa la notizia che anche l’export stia crescendo, soprattutto quello verso Paesi dalla consolidata tradizione brassicola, UK in testa, segno del fatto che i birrai di casa nostra lavorano bene e sanno quello che fanno.
Ciò nonostante, la cultura e la conoscenza della materia ancora scarseggiano presso il grande pubblico; associazioni di birrofili, publican, birrai, blogger, stanno facendo di tutto per cercare di rendere capillare la diffusione non solo dei prodotti ma anche di quei dettagli che possano riuscire a far comprendere ed apprezzare meglio quello che si sta bevendo; la strada è ancora lunga ma noi vogliamo farne un pezzetto insieme a voi. Quante volte vi siete recati al pub e avete ordinato, o avete sentito ordinare, una birra doppio malto? Spesso, molto spesso, forse troppo. Siamo di fronte a un’anomalia del tutto italiana. In nessun pub del mondo verreste compresi nel caso in cui ordinaste una birra double malt.
Da dove si è originato questo fraintendimento? Nasce tutto dall’art. 2 della legge n. 1354/1962, che stabilisce le denominazioni di vendita della birra. La classficazione in base alla quale il birraio deve versare le accise allo Stato si basa essenzialmente su un parametro, il grado Plato, e cioè il titolo saccarometrico (la quantità di zuccheri) del mosto da cui poi nascerà la birra. Quando questo parametro supera i 14,5 P° (gradi Plato) quella birra è definita doppio malto. È evidente che dietro tutto ciò non c’è nessuna considerazione legata a aromi, gusti, colori e qualità organolettiche in generale. Ordinare una birra doppio malto è come chiedere al publican “Mi darebbe una birra che nasce da un mosto dal grado zuccherino elevato“?
Che poi la dicitura sia riportata nelle etichette di tutte le birre, industriali o artigianali che siano, è meramente una questione legislativa, che nulla ha a che fare con lo stile o le caratteristiche della birra che vi accingete a degustare. Quindi da oggi in poi, se non volete che le ire dei nerd della birra si rivolgano verso di voi, se preferite vedere un publican sorridente e non truce e indispettito dalla vostra mancanza di proprietà di linguaggio, dimenticate la birra doppio malto e cominciate a imparare a memoria il nome del vostro stile brassicolo preferito.
Fonte:http://www.agrodolce.it/2015/03/12/cos-e-veramente-la-birra-doppio-malto/