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09/04/2015
L’Expo, come le Olimpiadi, è uno di quei pochi eventi pacifici in grado di attirare interamente l’attenzione mondiale. Non è un caso che la Tour Eiffel, costruita nel 1889 proprio per l’esposizione universale, sia ancora visitata da milioni di turisti ogni anno; e lo stesso si può dire per il Crystal Palace di Londra, il monumentale edificio di vetro e ferro costruito per la prima esposizione universale, nel 1851, e in piedi fino al devastante incendio del 1936.
A Milano da maggio a ottobre si riuniranno più di 145 Paesi, multinazionali e associazioni; molti esporranno le proprie particolarità gastronomiche in padiglioni costruiti da sé, ovviamente in armonia con il tema dell’esposizione. Cosa rimarrà a Milano delle decine di costruzioni attentamente progettate? E quali vale la pena vedere prima che siano smontate con l’arrivo dell’inverno? Per non sentirvi troppo disorientati, considerate questa breve guida alle meraviglie architettoniche e gastronomiche dell’Expo 2015.
1-È sempre bene partire dal principio. Perché non dal diluvio universale, che secondo il mito fu all’origine dell’ecosistema attuale? Probabilmente le origini della leggenda del diluvio affondano nelle grandi inondazioni della preistoria; l’arca costruita dall’Ungheria, come proprio padiglione per Expo, è però del tutto reale. L’obiettivo è ovviamente quello di portare l’attenzione dei visitatori sulla salvaguardia della biodiversità (si esporranno 150 specie di frutta, di verdura, di piante dalle proprietà aromatiche e curative), senza dimenticare un accenno alle terme che costituiscono il sottosuolo e l’energia del paese magiaro.
2-Per lo sviluppo della vita, e quindi per il nutrimento, l’aria è importante quanto l’acqua. La delicata miscela di ossigeno, anidride carbonica e azoto verrà celebrata dal padiglione dell’Austria, che conterrà al suo interno una vera porzione di foresta alpina. Gli chef stellati Thomas Dorfer, Heinz Reitbauer, Andreas Döllerer e i visitatori potranno godere di un ambiente non solo ben arieggiato, ma anche rinfrescato naturalmente dalla costante evaporazione.
3-Chi preferisce climi più secchi potrà fare un giro fra le strade ombreggiate del padiglione degli Emirati Arabi. L’edificio riprodurrà infatti i vicoli in ombra degli insediamenti mediorientali, mentre i muri sinuosi richiameranno le dune di sabbia che li circondano. All’interno, un’esperienza che coinvolgerà ogni senso (dall’acustica delle percussioni alla visione di un video lungo 75 metri) per raccontare come la nutrizione sia possibile anche negli ambienti climaticamente più ostili.
4-Il Nepal porterà invece i visitatori in un antico villaggio della valle di Kathmandu: le vette dell’Himalaya saranno evocate dalla piramide del Comitato Everest-K2 del Consiglio Nazionale delle Ricerche, mentre nelle pagode, la cui disposizione sarà simile a quella di un mandala buddista, si ricorderà la preziosa e minacciata biodiversità che si trova ai piedi delle montagne più alte del mondo.
5-Il Giappone si presenterà invece come un paese armonico e funzionale: il suo padiglione sarà costruito con le tecniche tradizionali del legno e della carta, ma conterrà gioielli tecnologici e segreti per l’alimentazione moderna e bilanciata. Fra le pareti larghe e stabili, il dialogo fra gli opposti in equilibrio: l’armonia e la diversità, la tradizione e l’innovazione, il design, le rappresentazioni dal vivo e i ristoranti.
6-Dalla parte opposta del sito espositivo, ma geograficamente più vicino, il Vietnam: che all’Expo celebrerà i fiori di loto, che crescono nelle pozze fangose e sono in grado di depurare l’acqua in cui affondano le radici. A circondare l’edificio ci sarà quindi una vera e propria oasi; mentre alte strutture in bambù sorreggeranno giardini pensili di vegetazione vietnamita. Se il fior di loto vi sembrerà bello, non mancate di entrare: grazie agli assaggi disponibili scoprirete anche quanto possa essere buono.
7-Preferite un alimento più familiare? Guardatevi intorno, e il padiglione la cui forma ricorda una pannocchia di mais ancora avvolta dalle foglie vi porterà in Messico. La costruzione è stata ideata dall’architetto Francisco Lopez Guerra Almada, in collaborazione con lo chef Jorge Vallejo e il biologo Juan Guzzy: all’interno, un percorso elicoidale vi condurrà alla scoperta della biodiversità dell’America centrale attraverso i profumi, i colori, le consistenze e i suoni del Messico.
8-Si torna in Europa, e precisamente in un ambiente urbano sostenibile, con il padiglione del Belgio. Per scoprire le eccellenze del Paese si passerà infatti attraverso una fattoria, con le pareti decorate di bottiglie di birra tradizionale, una cantina con una rampa in discesa per il futuro e un atrio-piazza ricco di assaggi, dalle gaufres calde ai cioccolatini. All’esterno, a circondare il chiosco delle patatine fritte (orgoglio nazionale), un orto e un frutteto particolarmente curati e suggestivi.
9-Le piante sono alla base dell’alimentazione degli animali; ma anche gli animali sono necessari alla sopravvivenza delle piante. Lo racconterà bene il padiglione-alveare del Regno Unito: sul tetto, il grandioso alveare in alluminio ricorderà il ruolo non scontato degli insetti nella nostra alimentazione. Per saperne di più all’interno si potrà ripercorrere la danza delle api fra gli alberi da frutta e i fiori di campo.
10-Ma il padiglione più grande, più visibile e centrale sarà ovviamente quello dell’Italia. Palazzo Italia, la cui costruzione non sarà probabilmente completata per il primo maggio ma nelle settimane successive, si presenterà come una foresta urbana e trasparente: attraverso gli intrecci a tema vegetale del cemento mangia-smog e del vetro fotovoltaico si intravedranno i sei piani su cui saranno esposte le eccellenze gastronomiche d’Italia. All’esterno, a far da legame fra le foreste antiche e nuove e posto quindi al centro dell’Expo, l’Albero della Vita, basato sul disegno di Michelangelo per piazza del Campidoglio a Roma, realizzato in legno e animato da moderne tecnologie interattive.
Fonte:http://www.agrodolce.it/2015/04/09/expo-2015-guida-ai-padiglioni-gastronomici/