Franchising, retail, business
24/05/2015
Dal Piemonte alla Puglia, passando per la temuta Salerno-Reggio Calabria, ecco 12 indirizzi a pochi chilometri dalle uscite di autostrade e superstrade dove fermarsi a mangiare. Per evitare la sosta nei soliti autogrill e puntare su tradizione e qualità
L'estate in auto è spesso caratterizzata dalle code in strada per raggiungere la meta della propria vacanza. E sempre più spesso da quelle in Autogrill. Dove la ristorazione, pur essendo valida, è troppo standardizzata e ripetititva.
Ma c'è una soluzione semplice e meno ovvia del solito panino con cui si parte da casa propria. E se pensate alle trattorie per camionisti, siete fuori strada. Perché il luogo comune che i camionisti scelgano per le loro soste locali di qualità e poco dispendiosi, è una leggenda metropolitana. Spesso i locali scelti dagli autotrasportatori sono sì economici, ma di qualità piuttosto mediocre. E non dimentichiamo che il requisito numero uno per chi guida un articolato è fermarsi dove c'è un parcheggio attrezzato.
Se volete mangiare bene, più che ai camionisti, è meglio rivolgersi ai rappresentanti o agli agenti di commercio. Quelli che per lavoro viaggiano molto, e hanno l'agenda piena di indirizzi di buoni ristoranti a portata di casello autostradale (e di portafogli). Stiamo parlando dei ristoranti fuoricasello, locali distanti al massimo cinque minuti di macchina dall'uscita dell'autostrada (o della superstrada).
In Italia ce ne sono migliaia, soprattutto in Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, basta saper scegliere. Noi abbiamo chiesto lumi a Giovanni Longo che, con i fratelli Osvaldo e Paola, è curatore e ideatore della guida Fuoricasello, di cui a settembre è in uscita la nuova edizione. In vista delle prevedibili code estive, abbiamo scelto strade e autostrade più congestionate, e con il suo aiuto abbiamo individuato il meglio a cinque minuti dal casello autostradale, tra le centinaia di locali che trovano posto sulla guida.
A3: USCITA NOCERA INFERIORE
IL LATO GUSTOSO DELLA SALERNO-REGGIO CALABRIA
La Salerno-Reggio Calabria per molti è una vera e propria odissea da affrontare su quattro ruote. Tanto vale godersi al meglio questa arteria spesso intasata, in particolar modo nei mesi estivi. E concedersi una deviazione al Quod Libet: Raffaele Pappalardo e Francesco Cibelli (in cucina) propongono una cucina tradizionale del posto, e sono specializzati nei secondi cotti sulla brace in pietra lavica. Il posto è informale, e si presta anche solo per una pausa con una fetta di pastiera napoletana (fatta in casa) e un bicchiere di lacrima. Prezzi indicativi: primo e secondo da 25 euro.
RACCORDO AUTOSTRADALE SIENA-BETTOLLE: USCITA SINALUNGA
LA STRADA DELLA TRADIZIONE TRA CHIANINA E SALUMI
La sommelier e direttrice di sala Aziza Zraik dirige questo ristorante aperto quasi 40 anni fa, che fa parte di un più grande complesso turistico. Come da copione a Le coccole dell'Amorosa la cucina è quella di terra tipicamente toscana (dalla Chianina fino ai salumi di Cinta senese e Grigio del Casentino), e la selezione di vini ricchissima. Il ristorante ha comunque un'atmosfera informale e ha dimensioni piuttosto ridotte (solo 60 posti, tutti al coperto). Prezzo indicativo: 30 euro.
A14: USCITA ROSETO
I MIGLIORI PRIMI PIATTI TRA BOLOGNA E TARANTO
La cantina di Epicuro, osteria aperta 15 anni fa, è situata in un sotterraneo di quello che una volta era il palazzo del Dazio comunale. La scelta dei piatti è piuttosto limitata e varia molto con la stagionalità, a seconda degli ingredienti freschi a disposizione dello chef. L'ideale per un primo, visto che pane, pasta e dolci sono tutti fatti in casa. Prezzo indicativo: 25 euro.
SS 274 GALLIPOLI-LEUCA: USCITA TAVIANO
PUGLIA, FAVE E CICORIE CON PANE FRITTO
Nell'entroterra pugliese, verso la parte più meridionale della regione, si trova A casa Tu Martinu, locanda (che ha anche un albergo a tre stelle) gestita in modo familiare da Alessandro Matri e Aurora Paglialunga. Il nome si riferisce al fatto che tre secoli fa, nella masseria del '700 dove sorge il ristorante, viveva Martino, il proprietario. La cucina si Stefano Previtero è davvero ottima, e si distingue per primi tradizionali come orecchiette al sugo e ricotta forte, e fave e cicorie con pane fritto. Prezzo indicativo: 15 euro.
A4: USCITA BALOCCO
LA TRADIZIONE PIEMONTESE CON UN TOCCO DI INNOVAZIONE
Mariangela Gusmerini e Carlo Galli sono coppia sul lavoro e nella vita da 20 anni. L'Osteria, nel vecchio castello di questo paese tra Vercelli e Biella, è in pieno centro ma a due passi dal casello autostradale. La cucina è quella tipica piemontese, con un tocco di innovazione. Prezzo indicativo: 30 euro.
A22: USCITA ROVERETO NORD
I VINI DE TARCZAL
Un produttore di vino di discendenza asburgica ha aperto la sua casa, La Vineria De Tarczal, per i "viandanti" che percorrono la Val d'Isera, disegnata dai bei vigneti di Marzemino. Qui si può sostare sulla terrazza all'ombra di alberi secolari, visitare la cantina, e gustare il menu giornaliero accompagnato esclusivamente dai vini De Tarczal. Canederli e gnocchi fatti in casa, il risotto è naturalmente al Marzemino, il coniglio alla trentina e lo strudel di mele sono alcune interessanti variazioni sul tema.
A4: USCITA VIA MIRANESE
TUTTI I SAPORI DEL PESCE
Fin dagli esordi nel 1961 l'Amelia è sempre stato un punto di riferimento per l'alta cucina di pesce. E' il regno della famiglia Boscarato, un nome che è una garanzia di qualità. In un ambiente elegante, ben curato e informale si può gustare una cucina (in cui il padrone di casa è Giampiero Pes) che vede, appunto, protagonista il pesce. Ottimi esempi sono i vari crudi e carpacci di mare, il risotto alla pescatora, i bigoli in cassopipa, il baccalà in diversi modi nonché le varie preparazioni alla griglia e le fritture. Fra i dolci primeggiano la zuppa di fragole e arance, i caramei (spiedini di frutta caramellata) e la fragrante biscotteria veneziana. Interessante e completa la carta dei vini.
A14: USCITA FAENZA
TRADIZIONE ROMAGNOLA SULLA BOLOGNA-TARANTO
L'Osteria La Baita è un locale rustico e il suo nome è dovuto all'amore per la montagna di uno dei titolari. La cucina è quella del territorio, basata su piatti romagnoli di tradizione dallo stufato alla minestra "spoia lorda", con ricotta, parmigiano e noce moscata. Con la carne si alterna il pesce (il mare è a soli 30 chilometri). La pasta e il dolci sono fatti in casa, se però volete saziarvi con salumi, formaggi e piadina, la scelta è ampia: 80 i salumi e ben 200 i formaggi. Il menu cambia tutte le settimane e si basa su una dozzina tra primi e secondi, tutti preparati con materia prima fresca. La cantina si fregia di 1.800 etichette nazionali.
A1: USCITA RONCOBILACCIO
FIRENZUOLA, DOVE LA ROMAGNA INCONTRA LA TOSCANA
Era chiamato Bibo, il padre del proprietario e a lui è dedicata l'insegna di questa trattoria da tre generazioni gestita dalla famiglia Cianti (a rappresentare la famiglia Alessandro, responsabile di cucina). Firenzuola è un bel paese a cavallo tra Emilia Romagna e Toscana. Queste influenze le ritrovate in cucina, dove la tradizione romagnola e quella del Mugello si incontrano. La pasta è di produzione propria, e poi ribollita, pappa al pomodoro, fiorentine. Non molti piatti, ma una buona espressione del territorio, con cento vini in cantina: toscani, italiani ed esteri.
A8: USCITA LAINATE
SOSTA CON TORTELLI DI PESCE AL CACIO
Giovanni Re, che ha aperto il Campo delle Stelle recentemente, dopo positive esperienze in diversi locali di proprietà e non, è un personaggio di poche parole, ma per lui parla la sua cucina, sia essa di terra o di mare. Qui il pane, la pasta e i dolci sono della casa. La varietà degli antipasti è sempre un buon inizio, e possono essere salumi particolari o pesce come le cappesante e le alici gratinate. Da assaggiare i tortelli di pesce al cacio, o la cotoletta alla milanese, per sperimentare le capacità dello chef a soddisfare palati esigenti. E le stelle stanno a guardare, mentre i commensali brindano, scegliendo fra 60 etichette.
DIRAMAZIONE A1: USCITA SAN CESAREO
IL PIACERE DELLA CUCINA ROMANA
Nel 1995 la famiglia Dente Ferracci ha aperto l'Osteria di San Cesarino con un intento ben preciso: offrire alla propria clientela la cucina del mercato, cioè realizzata con quanto giornalmente il mercato proponeva, per mantenere intatte le prerogative della cucina della campagna romana di una volta, basata sulla freschezza dei prodotti. Questo proposito è ancora oggi la base del ristorante dove si trova una cucina di terra. Da provare gli gnocchetti di acqua e farina all'amatriciana, la coda alla vaccinara, la trippa. Un centinaio di vini in cantina tra nazionali e locali.
A10: USCITA GENOVA PEGLI
"TAVOLE SPESSE" E CAPPON MAGRO
Toe Drue è un piccolo ristorante caratteristico, che conserva ancora l'atmosfera dei primi del '900, quando fu aperto, si trova a un paio di minuti dall'uscita di Genova Pegli: Toe Drue vuol dire tavole spesse, come quelle delle osterie di una volta. Dal 1992 lo gestiscono Alessandro Zane, in cucina, e il figlio Andrea, in sala. Qui per mangiare un primo e un secondo servono 45 minuti, se proprio si va di fretta, ma vale la pena di gustare con calma il menu del territorio, nazionale e internazionale. Tra i piatti in carta il cappon magro (un piatto tipico genovese), i pansotti con la salsa di noci, lo stoccafisso "accomodato" con olive, pinoli e vino bianco. Da segnalare la "busara", un piatto triestino a base di astici e scampi, in omaggio alle origini del signor Alessandro. Circa 300 i vini, in gran parte italiani.
Fonte:http://www.viaggi24.ilsole24ore.com/WeekEnd/Viaggi-Lavoro/2010/07/ristoranti-fuoricasello.php