Franchising, retail, business
26/05/2015
Ubs e PwC hanno presentato oggi il Billionaire report 2015 che analizza storia e scelte dei miliardari in Europa, Stati Uniti e Asia. Condotta tra 1.300 miliardari, l'inchiesta analizza dati che coprono gli ultimi 19 anni (dal 1995 al 2014) raccolti all'interno dei 14 principali mercati per presenza di miliardari.
Dalla ricerca emerge che dall'Europa agli Stati Uniti all'Asia, sono in aumento i miliardari che si sono fatti da soli. Nella storia recente, la creazione di ricchezza è stata prerogativa di pochi: il Billionaires Report ha rilevato che 917 miliardari venuti dal niente hanno generato più di 3.600 miliardi di dollari di patrimonio globale. Molti di loro hanno iniziato da giovani il proprio viaggio verso la ricchezza, con il 23% che ha stabilito la prima attività imprenditoriale prima dei 30 anni, mentre nel complesso il 68% l'ha fatto prima di compierne 40.
"Noi viviamo in un'epoca di opportunità, in cui la creazione di ricchezza è accelerata, molto simile all'Età dell'Oro del tardo XIX e primo XX secolo, quando l'imprenditorialità negli Stati Uniti e in Europa ha portato alla prima ondata di innovazione nella storia moderna," sostiene Josef Stadler, responsabile all'interno di UBS del Global Ultra High Net Worth. "Ma la generazione di ricchezza è ciclica e negli ultimi decenni abbiamo tratto beneficio dall'essere sulla parte alta dell'onda."
Il report ricorda che mentre i membri della popolazione miliardaria mostrano normalmente alcuni tratti simili, ovvero una intelligente propensione al rischio, un'attenzione ossessiva verso il business e una forte etica del lavoro, essi hanno costruito i loro patrimoni in modi diversi.
Negli Stati Uniti, per esempio, il settore dei servizi finanziari è stato il principale creatore di miliardari venuti dal nulla, con una quota del 30%. Il patrimonio per ciascun miliardario all'interno del settore sfiora una media di 4,5 miliardi di dollari. Per contro, i miliardari che si sono fatti da soli nell'ultimo ventennio in Europa (il 49,5%) e in Asia (il 20%) sono un prodotto dell'industria dei consumi. Con un patrimonio medio di 5,7 miliardi di dollari, gli imprenditori europei sono significativamente più ricchi degli asiatici (3,2 miliardi di dollari).
Tuttavia, il gruppo di miliardari self-made asiatici è un caso unico, perché l'accumulo di ricchezza nella regione è più recente rispetto ad altre parti del mondo. I miliardari asiatici sono generalmente più giovani rispetto agli altri, con una età media di 57 anni, ovvero 10 anni in meno rispetto agli americani e agli europei. Inoltre, il 25% di loro è cresciuto in povertà, una percentuale importante rispetto all'8% degli americani e al 6% degli europei. Quale conseguenza di questi fattori, Ubs e PwC prevedono che in futuro l'Asia sarà il centro della creazione dei nuovi patrimoni miliardari.
Nel complesso più di due terzi dei miliardari globali ha compiuto 60 anni e ha più di un figlio. Questo rende prioritarie le questioni relative alla preservazione e al trasferimento del patrimonio e ai lasciti. Le ricchezze si diluiscono con l'andare del tempo, specialmente con la crescita delle famiglie, e quando invecchiano i miliardari devono affrontare l'ardua decisione di cosa fare delle aziende che li hanno fatti diventare ricchi: mantenerle, oppure venderle nella loro interezza o per singoli pezzi.
Dal Billionaire Report è emerso che tra i miliardari che si sono fatti da soli negli Usa e in Europa, la maggioranza sceglie di mantenere le attività che li hanno resi ricchi (il 60%), un terzo di loro (il 30%) cede quote della società tramite quotazione o una vendita sul mercato, mentre il 10% vende l'intera azienda.
La maggior parte dei miliardari self-made che decide di vendere l'intera società diventa un investitore finanziario, agendo autonomamente, ricercando degli specifici obiettivi di rischio/rendimento, e/o delegando gli investimenti a family office o a un consulente finanziario.
In Europa e in Asia, è molto probabile che i miliardari creino una dinastia economica, con il 57% delle famiglie miliardarie europee e il 56% di quelle asiatiche che subentrano nell'azienda di famiglia quando il patriarca/fondatore si ritira. Questo scenario è di gran lunga meno comune negli Stati Uniti (il 36%).
Fonte:http://www.milanofinanza.it/news/miliardari-aumentano-i-self-made-man-201505261156152441#