Franchising, retail, business
12/06/2015
La mossa del colosso svedese: 24 fornitori si aggiudicano l'arredolegno finora fatto in Asia L'ad: l'art. 18 non è il problema
Ikea, con 24 fornitori italiani per circa 1 miliardo di euro di acquisti, si conferma «il primo cliente della filiera italiana dell’arredolegno».
Ikea crede nell’Italia al punto da delocalizzare al contrario. La multinazionale svedese dell’arredamento ha infatti trasferito alcune sue produzioni dall’Asia all’Italia, in particolare in Piemonte. Ikea si conferma così, con 24 fornitori italiani per circa 1 miliardo di euro di acquisti, «il primo cliente della filiera italiana dell’arredolegno».
«Ikea è alla ricerca continua di possibili sviluppi degli acquisti in Italia che punta a incrementare - commenta Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea in Italia -, recentemente abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici, grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici».
Anche nel 2011 (l’anno per il gruppo svedese si chiude ad agosto, ndr) Ikea compra in Italia più di quanto vende nei suoi negozi nella penisola: l’8% del volume degli acquisti del gruppo nel mondo viene effettuato in Italia, ma il mercato italiano copre solo il 7% del volume delle vendite mondiali. La quota dell’8% sale ben al 34% sulle cucine: una cucina su tre tra quelle vendute in tutto il mondo è prodotta in Italia. Le cucine fanno la parte del leone, ma Ikea in Italia acquista un gran numero di prodotti: elettrodomestici, camere da letto, scaffalature, librerie, bagni. L’80% degli acquisti in Italia sono mobili, e solo il 20% complementi d’arredo.
Le prime tre regioni italiane da cui si approvvigiona corrispondono ai maggiori distretti del settore: dal Veneto proviene il 38% del acquisti in Italia, seguono il Friuli con il 30% e la Lombardia con il 26%. Ikea acquista nel solo nordest d’Italia più che in Svezia o Germania, e la ricaduta occupazionale collegata a queste commesse produttive è stimabile attorno ai 2.500 posti di lavoro. «Se a questi si sommano i 6.600 dipendenti della rete commerciale e logistica e l’indotto generato dai punti vendita, si ottiene una ricaduta occupazionale in Italia pari a circa 11.000 posti di lavoro», sottolinea il gruppo svedese che con questi dati celebra la Settimana del Mobile a Milano. Parla anche del mercato italiano, l’ad, che a Radio 24 spiega: «Per l'Ikea non è un problema l'articolo 18, ma è l'incertezza dei tempi della burocrazia e della politica».
Guardando ai progetti per il futuro, a breve verrà aperto il negozio abruzzese di San Giovanni Teatino, che porterà a 20 i punti vendita in Italia.
Fonte:http://www.lastampa.it/2012/04/10/economia/ikea-sposta-produzioni-in-italiaaffare-da-un-miliardo-di-euro-NAzpRzFEor4Llot0mc8XIM/pagina.html