Franchising, retail, business
06/07/2015
L’economista Walter Vassallo: ‘Oggi il crowdfunding è nella stessa situazione della carta di credito 20 anni fa: all’inizio nessuno la voleva usare per i pagamenti online’
Abbiamo messo in evidenza più volte, anche in questa rubrica, come il crowdfunding in Italia non abbia ancora raggiunto il successo dirompente di altri paesi.
Siamo partiti più tardi (anche se una piattaforma come Produzioni dal Basso esiste da prima del 2010), e la penetrazione di internet è stata un problema fino a pochi anni fa. Ma ora le cose sono cambiate, e ci sono tutti i presupposti per colmare quanto meno il gap culturale. Anche attraverso la formazione.
Per aituarci a comprendere come, abbiamo intervistato Walter Vassallo, economista, formatore, e autore del libro “Crowdfunding nell’era della conoscenza”.
Fabio Allegreni. Il crowdfunding, in Italia, nelle sue varie forme, non è ancora un fenomeno di massa come in altri Paesi. Quali sono le ragioni?
Walter Vassallo. In Italia c’è ancora molta strada da fare, soprattutto per superare le barriere culturali.
Quello che attualmente ancora manca è la coscienza del cambiamento in atto in un’epoca di transizione come la nostra e una massa critica adeguata a sfruttare appieno il potenziale insito in questa era. Bisogna sensibilizzare, informare, investire in formazione, cultura e creare una solida massa critica di conoscenza per poter sfruttare al meglio le opportunità del crowdfunding, che sono win-win-win, ovvero vincenti per chi propone un progetto, per chi investe, per la comunità.
Oggi la realtà del crowdfunding può essere comparata a quella delle carte di credito vent’anni fa. All’inizio nessuno le voleva usare per i pagamenti online. Solo dopo che si è sensibilizzato sul tema, l’utilizzo delle carte di credito per pagamenti online è aumentato. Se non si fosse avvicinato ed “alfabetizzato” un pubblico che non conosceva il potenziale uso delle carte, il mondo che noi tutti oggi conosciamo ed usiamo non esisterebbe.
Fabio Allegreni. C’è una differenza di conoscenza del crowdfunding tra chi finanzia una campagna di reward e una di equity?
Walter Vassallo. Decisamente ci sono differenze, ma soprattutto cattiva informazione. Sono tantissime le persone che associano il crowdfunding all’equity, ignorando completamente gli altri modelli di crowdfunding e il fatto che crowdfunding è qualcosa che va ben aldilà di un mero canale alternativo di finanziamento.
Molto spesso mi è capitato di parlare con persone che hanno partecipato a corsi e attività formative che svolgo che mi hanno detto: ‘ma allora il crowdfunding mi può interessare, ho un’idea che potrebbe essere realizzata con il reward’. Oppure: ‘L’equity non fa per me, è troppo tecnico e non mi interessa una partecipazione azionaria, ma ora che ho capito, sicuramente finanzierei un progetto di reward che vuole realizzare un prodotto o servizio che mi potrebbe interessare’. O ancora: ‘Pensavo che il crowdfunding fosse interessante solo per le startup e le imprese inovative’. O infine: ‘Non avevo valutato la potenzialità del modello reward come mezzo per testare un mercato a costo zero per il lancio di un prodotto che voglio realizzare’.
Da queste affermazioni, è chiaro che ci sia un problema di fondo: non si è ancora riusciti a contestualizzare il crowdfunding al largo pubblico. Il crowdfunding non è solo per gli addetti ai lavori, per le startup, per i tecnici. Bisogna raccontarlo a chiunque. Solo così si potrà alzare il livello, ci saranno più progetti di qualità e più finanziatori, con ricadute positive sull’intero sistema.
Fabio Allegreni. Come si educano i ‘progettisti’ e come i ‘finanziatori’?
Walter Vassallo. Con lo stesso approccio, perchè sono due facce della stessa medaglia. In primis, contestualizzando il mondo in cui viviamo e poi fornendo solide basi per la giusta comprensione del fenomeno crowdfunding.
Oggi è la figura umana il ruolo centrale nell’evoluzione intelligente. E’ importante comprendere oggi questi passaggi evolutivi per poter essere vincenti domani, superare la crisi, essere gli attori di una nuova società economica culturale più efficiente, più solidale, più competitiva, più pulita. Non è vero che non ci sono opportunità, è sbagliato vedere solo problemi, disoccupazione e futuri incerti. Comprendere l’epoca in cui viviamo, la così detta era della conoscenza, ci darà modo di vedere il futuro che ci appartiene, quello in cui possiamo essere protagonisti vincenti, e concretizzare in realtà le nostre idee e sogni riposti nei cassetti.
Come racconto nel libro Crowdfunding nell’Era della Conoscenza. Chiunque può realizzare un progetto i nostri progetti potranno realizzarsi solo se riusciremo ad allinearli con i problemi, i bisogni e desideri futuri della nostra società, comprendendo l’epoca in cui viviamo, l’Era della Conoscenza.
I progettisti avranno bisogno di maggiore supporto, soprattutto ‘tailored made’ perché è chiaro che non basta apprendere come poter affrontare una campagna di crowdfunding, ci sono moltissimi altri elementi da considerare, partendo dal fatto che molto spesso le idee che si reputano buone devono essere ripensate e corrette prima di poter essere lanciate. Bisogna analizzare e conoscere il mercato di riferimento, i competitors, i bisogni che si intende soddisfare. Capire come posizionare il progetto, scegliere la piattaforma. Sono necessarie competenze di web marketing, SEO, social media. Si tratta di un vero e proprio piano progettuale con azioni, tempi, risorse necessarie da implementare.
Ai finanziatori, invece, si dovrà far comprendere che investire può essere un’opportunità, che crowdfunding è trasparenza e che potranno usufrire di una moltitudine di benefici.
Fabio Allegreni. Esistono corsi di training in Italia su come proporre una campagna di crowdfunding?
Walter Vassallo. Sono ancora pochi i corsi e soprattutto non variegati, poco strutturati e ancora troppo di nicchia. Il crowdfunding non è solo per gli innovatori, per quelli che già hanno un conto paypal o conoscono meglio di altri le tecnologie internet.
Il crowdfunding è talmente trasversale che può e deve essere trattato nelle sue svariate sfacettature e in base al contesto in cui può essere utilizzato. Ad esempio, i contenuti di un corso formativo mirato alle associazioni umanitarie sicuramente avrà contenuti diversi rispetto ad uno indirizzato alle imprese creative. Evidentemente ci sono concetti base che valgono per tutti, ma poi l’approfondimento deve necessariamente essere sviluppato ad hoc, attraverso moduli formativi tematici e su approfondimenti specifici (es. l’utilizzo del web marketing e del seo nella comunicazione della campagna, le attività per la creazione e gestione del progetto), o ancora attraverso training orizzontali basici ed avanzati indirizzati ad una specifica audience (es. il crowdfunding per le associazioni, l’equity crowdfunding per le imprese innovative, il crowdfunding civico e possibile uso per la PA, ecc).
I corsi di formazione sul crowdfunding che promuovo, per esempio, si possono realizzare ad hoc per qualsiasi soggetto: cittadino, Pubblica Amministrazione, Cooperative, Terzo Settore, Associazioni e Volontariato, Università, Start-up, Imprenditorialità innovativa.
Fabio Allegreni. Quali vantaggi avrebbe una startup o una PMI innovativa nel seguire un training per approcciare al meglio una campagna di equity crowdfunding?
Walter Vassallo. I vantaggi sono infiniti. E non si tratta solo di apprendere come meglio approcciare una campagna di crowdfunding, ci sono tantissime altre questioni che bisogna analizzare ed affrontare, come in qualsiasi progetto si voglia realizzare. Come dicevo prima, non basta avere un’idea e scegliere una piattaforma di crowdfunding. I progettisti devono essere accompagnati e necessitano di risorse e know how di diversa natura (tecnici, di marketing, comunicazione, economici, fiscali, ecc) per poter tradurre un’idea in un progetto sostenibile, per poter seguire il ciclo di vita del progetto fino alla finalizzazione della raccolta e dopo il raggiungimento della cifra necessaria per poterlo realizzare.
Fabio Allegreni. Il tema della formazione sul crowdfunding dovrebbe avvenire solo su iniziativa del mercato o anche da parte delle istituzioni?
Walter Vassallo. Deve avvenire da entrambi i lati. E’ fondamentale che anche le Istituzioni contribuiscano. Ma è il mercato che spinge e guida, come sempre. Anche le Istituzioni potranno godere di grandi benefici nell’utilizzo del crowdfunding (si pensi al crowdfunding civico).
Ma, anche nel caso delle istituzioni, si tratta di trasferire cultura, anche attraverso la formazione.
Fonte:http://www.key4biz.it/crowd4fund-la-formazione-chiave-per-il-crowdfunding-intervista-alleconomista-walter-vassallo/125235/#.VZp58WHxHZA.linkedin