Franchising, retail, business
13/08/2014
Benvenuti in Inghilterra, il primo paese di emigrazione al mondo per gli italiani. Altro che vacanze all’estero o fuga in nuovo mondo, qui ad analizzarla bene la storia non appare proprio come sembra. Per un italiano dalle parti dei sudditi della regina Elisabetta, di “straniero” c’è davvero poco. Vuoi mangiare italiano, burrata o ‘nduja che sia?
Accontentato! Vuoi fare colazione maritozzo con panna e cappuccino schiumoso? Puoi! Vuoi farti sistemare l’orlo di un pantalone da una sarta di Bergamo? Basta chiedere! Vuoi lavorare con soli colleghi marchigiani? Fatto! Vuoi trascorrere il tuo tempo libero girando per feste, mostre, aperitivi, frequentando esclusivamente gente sicula? La lista delle proposte è corposa. Non vuoi perderti il tg delle 20, il posticipo di serie A o la seconda serie di Gomorra? Basta riposizionare la parabola! E, soprattutto, vuoi parlare italiano mattina, pomeriggio e sera senza sforzarti di apprendere la lingua locale? E allo stesso tempo vivere all’italiana in tutto e per tutto? Ogni cosa è concessa nella cosmopolita Londra, la decima città italiana!
Sembra lo slogan pubblicitario di qualche tour operator, è invece il risultato di una serie di numeri che fotografano lo stato attuale dell’Inghilterra. Alcuni dati sono ufficiali, arrivano dall’Aire, il registro degli italiani residenti all’estero, altri scaturiscono dalla vita di tutti i giorni, alle prese con accenti e fisionomie familiari per chi ha il DNA verde-bianco-rosso. Fatto sta che dopo Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari, senza problemi potremmo inserire Londra nella classifica delle città per popolazione con i suoi quasi 320.000 pronipoti di Dante attualmente residenti qui. Così tanti che potrebbero sostituire in un batter d’occhio tutti gli attuali cittadini del comune di Catania (315.576 secondo i dati Istat dicembre 2013).
Credo sia del tutto inutile spiegare le ragioni di questo enorme flusso di emigrazione dall’Italia verso l’Inghilterra, cresciuto in maniera esponenziale nel corso degli ultimi 24 mesi, e che ha riguardato per la maggior parte persone tra i 20 e i 40 anni. Ed è altrettanto inutile soffermarsi sul fatto che, grazie anche ai quasi 500.000 italiani che oggi vivino in tutta l’Inghilterra, proprio questa nazione si è fissata l’obiettivo di diventare uno dei primi paesi al mondo per produzione interna, da qui al 2030, facendo leva proprio su manodopera, intelligenza, idee e finanziamenti che giungono da tutto il mondo.
E agli italiani d’Inghilterra tutto questo interessa? Forse sì, forse no. Tanto friulani, senesi, avellinesi o italo-londinesi che siano, se vorranno sempre a casa si sentiranno.
Fonte:http://www.corrieredilatina.it/blog/9218/Benvenuti-a-Londra--decima-citta.html