Franchising, retail, business
27/07/2015
Ecco una breve analisi sui trend delle vendite dei principali protagonisti del settore: a partire dai big Barilla e De Cecco
Come si è evoluto il mercato della pasta nel retail mondiale e in Italia? Ecco una breve analisi basata sui dati più aggiornati.
Negli ultimi dieci anni Barilla ha mantenuto la leadership mondiale con una quota a valore che è oscillata dal 12,4% del 2004 al 10,9% del 2014. Tra le aziende italiane, oltre a Barilla, solo De Cecco è presente nel ranking dei principali produttori del mondo con una quota passata dall’1,8% del 2004 al 2,4% del 2014. Ebro Foods, che ha acquisito Garofalo scende dal 5,6% del 2013 al 4,6% del 2014, mentre Molinos che ha acquisito Del Verde rosicchia quote di mercato e sale dallo 0,5% del 2004 al 2% del 2014. Nestlé scende dal 2,4 del 2004 all’1,3% del 2015, mentre cresce la pl dal 13,9% del 2003 al 16,6% del 2014. Assenti gli altri produttori italiani. Alcune considerazioni. La pasta è vissuta a livello internazionale come una commodity e la quota della private label così alta e in continua crescita lo dimostra. C’è chi prevede di questo passo che possa crescere oltre il 20 per cento. Le imprese italiane, fatta eccezione per Barilla e De Cecco, sono dei nani nello scenario mondiale. A Barilla per rafforzare la sua leadership non resta che crescere per acquisizioni, visto che negli ultimi 10 anni la quota di mercato è rimasta stabile. Per esempio comprando De Cecco, se venisse messa sul mercato. In alternativa, potrebbe spingere sulla fascia premium con il marchio Voiello, visti i brillanti risultati registrati in Italia. Oppure acquisire altre aziende italiane che crescono di più sul mercato interno in iper + super + libero servizio come La Molisana (+0,8 punti e 4,5% di quota a valore: dati giugno 2015 su 2014) ), Granoro (+0,6 punti e 3,1% di quota a valore), Pallante (+0,5 punti e 2,5% di quota a valore) e Rummo (+0,5 punti e 1,2% di quota a valore). Barilla, intanto, rafforza la sua leadership (+0,4 punti e 33,0% di quota a valore) seguita da De Cecco (+0,5 punti e 8,2% di quota a valore). La crescita della categoria, inoltre, passa anche dall’innovazione. Su questo fronte si segnalano alcuni prodotti trovati in giro per il mondo come la pasta di Rana in Francia (ravioli Plasir & Bien Entre), la pasta di riso con carote di Hobner in Australia, la pasta secca Coeta in Francia di colore rosso perché fatta con il pomodoro, i tortelloni di Hilcona in Austria con ricotta e spinaci (con le diciture scritte tutte in italiano e una maniglia in cartoncino per trasportare la confezione a mano) e la pasta fresca Latina in Australia con basilico e pepe (vedi foto sotto). Ultima considerazione: è in forte crescita la pasta gluten free, kosher, biologica e senza additivi e conservanti.
di Paolo Dalcò
Fonte:http://www.foodweb.it/2015/07/pasta-chi-sale-e-chi-scende-nel-ranking-mondiale/