Franchising, retail, business
26/09/2015
Quando Sir Alex Ferguson è diventato un calciatore professionista nei primi anni '60, guadagnava 16 sterline a settimana (l'equivalente di 300 sterline di oggi) per uno sport che rappresentava un pilastro nella vita della classe operaia inglese, ma senza la spettacolarità che ha oggi.
Quando due anni fa l'allenatore del Manchester United si è ritirato, dopo aver contribuito a far vincere alla squadra 38 coppe in 26 anni, il suo salario è arrivato a 160mila sterline la settimana e il calcio è diventato la più importante forma di spettacolo al mondo. Il Manchester United è stato protagonista di quella trasformazione: la squadra più vincente nella più ricca delle league.
Ferguson viene ingaggiato nel 1986, l'anno di Crocodile Dundee, Chernobyl e la deregulation del Bing Bang dei mercati finanziari di Londra. Le sorti della squadra vacillavano e i giocatori avevano fama di alzare un po' troppo il gomito e non dare grandi risultati. Il patron era Martin Edwards, rampollo di una ricca industria di lavorazione delle carni di Manchester. Oggi il Manchester United è una s.p.a. quotata alla borsa di New York, con i Glazer della Florida come azionisti di maggioranza. Il suo valore commerciale è di circa 2,4 miliardi di sterline e i redditi previsti quest'anno dovrebbero raggiungere i 500 milioni di sterline. A gettare le fondamenta di questo successo commerciale è stato Ferguson, e la sua ossessione quasi patologica per il calcio - e le vittorie - è un case study di leadership. Non dovrebbe sorprendere più di tanto, quindi, che Ferguson, ancora in gamba a 73 anni, il viso rubizzo, abbia trovato una seconda chance come guru del business.
La nuova vita di Ferguson è cominciata un mattino di maggio 2013, nella sua casa di Wilmslow, nel Cheshire, a 25 minuti dall'Old Trafford, lo stadio del Manchester United. «Per la prima volta in quarant'anni potevo fare colazione con mia moglie ed era una cosa straordinaria» spiega Ferguson. «Prima ero sempre fuori alle 6.20 del mattino o giù di lì. Adesso ascolto le notizie. Dopo quasi cinquant'anni di matrimonio, non si parla granché, mi creda, ma il fatto di esserci è molto importante. La mia presenza è importante». Stava per ritirarsi. A maggio 2001 aveva annunciato che sarebbe rimasto sino alla fine della stagione seguente («una decisione tremenda» commenta ora), per poi cambiare idea pochi mesi dopo. Alla fine, decise di ritirarsi quando la moglie Cathy perse Bridget, sua sorella gemella e più stretta confidente. «Ho sempre detto alla stampa che non mi sarei ritirato, che avrei continuato fino a quando la salute me lo avrebbe permesso. Ma quando è morta la sorella di Cathy, è cambiato tutto perché mia moglie era sola, le mancava la sorella, e ho pensato che si era sacrificata tutta la vita per me, era venuto il momento che anch'io facessi qualcosa per lei» ha dichiarato.
Aveva incontrato la moglie a uno sciopero della fabbrica di macchine da scrivere Remington Rand, a Glasgow, durante il suo apprendistato, prima di dedicarsi completamente al calcio. «Lasciai l'ingegneria per giocare a tempo pieno con il Dunfermline, e sapevo di voler diventare allenatore, così mi sono preparato. Ho cominciato ad allenare a 23 anni, squadre giovanili perché non ne volevo sapere di riprendere ingegneria». Ammette di essere stato un padre e un marito molto assente: «Mia moglie era pronta ad accettare il sacrificio, era fantastica. So bene che non tutte le mogli sarebbero state disposte a farlo, ma lei ha capito la mia ossessione, ha capito perché dovevo farlo, perché ce l'avevo dentro, nel sangue, e non avevo scelta, non potevo fare altrimenti». Ma Ferguson insiste che l'ossessione di una vita cessò all'improvviso quando si ritirò. «Aspettavo quel momento e lo aspettavo perché pensavo a mio padre: si è ammalato di cancro una settimana dopo essere andato in pensione ed è morto nel giro di un anno e tre mesi».
Ferguson avrà anche lasciato il suo posto, ma ha evitato il destino dei grandi del passato come lo scozzese Bill Shankly, il più grande allenatore del Liverpool, che quando è andato in pensione si è sentito tagliato fuori dalla squadra, costretto a guardare le partite dagli spalti o a controllare i bambini che giocavano a cinque al parco. Ferguson, invece, fa parte del consiglio di amministrazione del Manchester United, tiene seminari per gli allenatori Uefa – l'organo che regola il calcio europeo – e fa opere di beneficenza per l'Unicef. Ha saputo costruirsi qualcosa che pochi altri allenatori sono riusciti a fare: una carriera al di fuori del calcio.
Ad aprile scorso, l'Harvard Business School lo ha ingaggiato come docente per i corsi di formazione manageriale. L'accordo a lungo temine prevede che Ferguson tenga qualche lezione l'anno agli studenti di diversi indirizzi, compreso quello di management avanzato che costa 78mila dollari per sei settimane di corso. Il giornale dell'università ha descritto Ferguson come «un condottiero del calcio» con «una vera prospettiva sul mondo». E come se non bastasse, Ferguson ha anche accettato di lavorare a un libro intitolato Leading (pubblicato da Hodder & Stoughton) in cui distilla la sua esperienza calcistica in una serie di lezioni di management. Inaspettatamente, lo affianca Sir Michael Moritz, ex-presidente della Sequoia Capital, una delle più importanti società di venture capital e uno dei più illustri investitori della Silicon Valley.
I due hanno intrapreso strade molto diverse: Moritz è nato a Cardiff e ha studiato a Oxford, per poi emigrare negli Usa e cominciare a lavorare come giornalista. Ma qualcosa in comune ce l'hanno: entrambi sono riusciti a valorizzare dei beni sottovalutati: il regno di Ferguson ha contribuito a trasformare il gigante dormiente del Manchester United in una delle squadre più ricche del mondo. E nel 1986, lo stesso anno in cui lo scozzese ha cominciato all'Old Trafford, Moritz ha fatto un passo altrettanto audace, è entrato nell'industria del venture capital nella Silicon Valley che muoveva i suoi primi passi.
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-09-25/l-uomo-che-ha-cambiato-calcio-e-pioniere-silicon-valley-cosi-e-nata-strana-coppia--ferguson-moritz-213219.shtml?uuid=ACHZC04