Franchising, retail, business
02/11/2015
Fabrizio Barini, head of business development di Intermonete Sim: ‘Vogliamo creare un mercato secondario delle startup e delle pmi innovative’
Abbiamo recentemente pubblicato in questa rubrica, un articolo relativo all’opportunità di istituire un mercato secondario per la negoziazione di titoli di società non quotate. Uno spazio dove negoziare titoli consentirebbe a chi ha investito in una startup o una PMI innovativa di ridurre uno dei rischi connessi a tale tipo di investimento: l’illiquidità.
La legge “investment compact”, emanata nel marzo di quest’anno, in realtà apre uno spiraglio. E qualcuno sta programmando di cavalcare questa opportunità.
Si tratta di Intermonte Sim, una delle maggiori investment bank italiane, che per seguire gli sviluppi dell’equity crowdfunding ha messo in piedi un team di circa 10 persone guidato dall’head of business development Fabrizio Barini. Il gruppo, tra l’altro, sta attualmente assistendo Cynny, startup fondata dall’imprenditore Stefano Bargagni, che il primo ottobre ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Investi-Re. Ne parliamo proprio con Fabrizio Barini.
Fabio Allegreni. Qual è il ruolo di Intermonte nella campagna di Cynny?
Fabrizio Barini. In questa operazione agiamo come advisor della startup, soprattutto nel suo rapporto con gli investitori. In particolare, mettiamo a disposizione alla comunità di investitori retail tutte le informazioni finanziarie e le analisi necessarie in modo da suscitare il loro interesse, attraverso i servizi di investor relation e di content providing della divisione Websim.
Fabio Allegreni. Quali limiti e quali opportunità intravvede nell’equity crowdfunding in Italia?
Fabrizio Barini. Le opportunità si riferiscono al fatto che, in generale, l’equity crowdfunding è una “palestra” per le nuove società, ma soprattutto per le PMI, per iniziare dal basso un percorso che potrebbe portarle alla quotazione in Borsa; dall’altro, per chi investe, consistono nell’avere a disposizione uno strumento per accedere ad un tipo di investimento che fino ad ora era riservato ai Venture Capital e agli investitori sofisticati.
I limiti vanno dalla scarsa propensione a usare internet da parte degli investitori, alla bassa tendenza al rischio degli operatori italiani. Ma anche, finora, a una carenza di offerta. Inoltre, il regolamento Consob impone la profilazione Mifid per gli investimenti superiori a 500 euro, imposizione che limita fortemente la fluidità del processo di investimento online, al contrario di quanto accade per gli investimenti in borsa, dove bastano un paio di click e per i quali, infatti, il “crowd” vale il 40% delle transazioni. In questo senso un intervento governativo potrebbe fare da acceleratore alla diffusione dello strumento.
Fabio Allegreni. Dato il contesto, quale ruolo vuole assumere Intermonte in futuro?
Fabrizio Barini. Vogliamo creare un mercato secondario delle startup e delle pmi innovative per dare agli investitori anche la possibilità di liquidare l’investimento, ossia vendere a basso costo le quote acquisite tramite il finanziamento, esattamente come avviene per le società quotate. In questo modo, aiutiamo l’investitore a diversificare il proprio portafoglio e a ridurre così il proprio rischio di illiquidità, cioè di tenere bloccati per molti anni i propri soldi in attesa di una exit.
Fabio Allegreni. Sarebbe un’innovazione di grandissima portata…
Fabrizio Barini. Se realizzato, il progetto renderebbe l’Italia il secondo Paese in Europa a inaugurare un mercato secondario delle startup. In UK, infatti, ci sono già due operatori che fanno qualcosa di simile: la piattaforma Crowd2Fund che ha lanciato “The Exchange“ e AssetMatch.
Fabio Allegreni. Realizzerete una vostra piattaforma di equity crowdfuning o vi relazionerete con quelle esistenti?
Fabrizio Barini. Dal nostro punto di vista a creare valore è la relazione, il rapporto privilegiato che si crea fra noi advisor e i neo imprenditori. Un legame che un giorno potrebbe posizionarci nella via preferenziale per accompagnarli in Borsa. Le società target saranno quindi imprese con un obiettivo di “value” più che di “growth” e con un target di raccolta da almeno un milione di euro. Per individuarle vogliamo iniziare a collaborare con tutti i portali italiani. In cantiere abbiamo una serie di deal che coinvolgono anche alcuni partner industriali e finanziari.
By:http://www.key4biz.it/crowd4fund-un-mercato-secondario-per-le-societa-non-quotate/138809/