Franchising, retail, business
16/11/2015
Terzo calo consecutivo per le vendite della distribuzione moderna nella settimana dal 2 all'8 novembre. Il progresso da inizio anno è ora un risicatissimo 0,04%. Il Nord-ovest deve fare i conti con la fine dell'Expo
La battuta d'arresto del fatturato della Gdo sembra essere qualcosa di più serio di una semplice pausa per tirare il fiato. Nella settimana dal 2 all'8 novembre si è registrato il terzo calo consecutivo e, quel che è peggio, il rosso è stato parecchio ampio: -4,05%. Il progresso da inizio anno si è ridotto a un risicatissimo 0,04% e, se la distribuzione non tornerà presto a crescere, il bilancio rischia di tornare negativo.
Ci sono diverse ragioni che aiutano a spiegare la debacle ma bisognerà comunque attendere le prossime letture per capire quanto sia grave questa battuta d'arresto. È comunque un dato di fatto che l'allarme lanciato dall'Oms sui pericoli riguardanti il consumo di carne ha ulteriormente penalizzato un comparto già in crisi (in attesa di vedere l'effetto sull'olio delle indagini sull'extravergine), mentre il clima particolarmente caldo ha spinto molti italiani a passare più tempo fuori casa e dunque a consumare meno. Inoltre, l'analoga settimana del 2014 era stata positiva, contrariamente alle altre di quel periodo, e forse ha anche pesato il fatto che per sabato 7 era annunciato uno sciopero che potrebbe aver disincentivato qualche cliente ad andare a fare la spesa.
Per il Nord-ovest, infine, la settimana in esame è stata la prima senza il contributo dell'Expo e l'effetto si è visto: non c'è traccia di sovraperformance rispetto al resto d'Italia, cosa che invece era piuttosto abituale negli ultimi sei mesi. Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia hanno lasciato sul terreno il 3,93% ma possono comunque ancora vantare un discreto progresso dal 1 gennaio (+0,51%). La macro-area più pesante è stata però il Nord-est (-4,90%), che torna così ultima a parimerito con il Sud nella classifica da inizio anno: Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia perdono ora lo 0,27%.
Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia, viceversa, sono state le regioni più forti nei sette giorni in esame con un calo di "solo" il 2,44% (come detto dal 1 gennaio perdono lo 0,27%). Il Centro infine deve fare i conti con un crollo del 4,34% nella settimana; Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna riescono così a difendere, seppur di poco, la seconda posizione da inizio anno (-0,23%).
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