Franchising, retail, business
26/11/2015
La struttura del Politecnico di Milano valutata dagli svedesi di Ubi index su 1.200 realtà universitarie di 64 Paesi. Per Ferruccio Resta, delegato del Rettore è «un risultato che premia la politica di valorizzazione dei nostri allievi»
Al quinto posto nel mondo. Questa è la posizione che occupa, tra gli incubatori universitari, il PoliHub struttura del Politecnico di Milano gestita dalla Fondazione omonima che ospita giovani imprese prima che affrontino, da sole, il mercato. A stabilire la graduatoria è stato l’Ubi index, gestito dagli svedesi di University business incubator (Ubi), struttura che passa in rassegna ogni anno circa 1.200 incubatori nel mondo. Da qui ne sono stati selezionati 340 provenienti da 64 Paesi. A Londra, durante l’evento finale, la struttura italiana si è piazzata al quinto posto. Come viene deciso il ranking? Sono tre la aree di valutazione: il valore generato come il numero delle startup ospitate, il loro fatturato e i posti di lavoro; il valore per le startup incubate: quantità e qualità dei servizi che vengono offerti, relazioni con le imprese; infine l’attrattiva per l’intero ecosistema startup. Per quanto riguarda il PoliHub, la ricerca di Ubi index ha messo in luce come l’incubatore milanese generi un fatturato di 17 milioni all’anno per le imprese incubate, con 11 milioni di finanziamenti ottenuti e 350 posti di lavoro.
«Un ottimo risultato che premia la politica di valorizzazione dei nostri allievi», afferma Ferruccio Resta, delegato del Rettore per la valorizzazione della ricerca e il trasferimento tecnologico, «dal 2000 al 2009, 2.984 dei 42 mila laureati al Politecnico hanno fondato una nuova impresa. Il Politecnico di Milano è la prima università italiana per numero di brevetti depositati e il nostro impegno per valorizzare questo patrimonio di innovazione trova un fondamentale alleato in PoliHub». Felice anche Stefano Mainetti, ceo di PoliHub: «Questo risultato conferma che la capacità di creare impresa tecnologica innovativa da parte degli studenti, dei ricercatori e dei docenti messa in relazione con l’ecosistema esterno all’ateneo è una via che permette all’Italia di riconquistare posizioni di eccellenza a livello globale».
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