Franchising, retail, business
19/02/2015
I 18 Errori che Una Startup Non Deve Fare per Non Fallire
Di seguito sono elencati 18 errori che una startup, non dovrebbe commettere.
Questi errori sono stati analizzati negli anni da Paul Graham co-fondatore di Y-Combinator, fondo d’investimento statunitense; sebbene facilmente applicabili alle startup del settore digitale, in buona parte vengono commessi anche da aziende di altri settori.
1. Avere solo un fondatore
Diciamoci la verità: essere l’unico fondatore e artefice di un grosso progetto fa piacere a tutti. Tuttavia essere competenti in tutti i campi necessari allo sviluppo del business è una caratteristica molto rara, anzi praticamente utopistica. All’inizio dovrete circondarvi di persone che abbiano i vostri stessi obiettivi, con una forte motivazione ma soprattutto trasparenti. Avere sin da subito introiti necessari a portarsi a casa un vero e proprio stipendio non è facile, talvolta stressante, pertanto suddividere il carico di lavoro con un altro socio è altamente consigliato.
2. Avere una pessima localizzazione geografica
Il proverbio “Tutto il mondo è paese”, non vale per una startup. Avere la sede in Mozambico, piuttosto che nella Silicon Valley statunitense, ha un certo peso. Non tanto per l’ufficio, quanto per la cultura digitale e lo sviluppo informatico che ogni territorio possiede. Ci sono ancora anche in Italia, alcune zone non raggiunte da connessione a internet. La cultura verso il rischio imprenditoriale, i costi e la burocrazia per l’apertura di un’attività possono diventare i tuoi principali nemici.
3. Mercato troppo di nicchia
Il fatto che il servizio che stai offrendo serva a te, non vuol dire che interessi anche al resto del mondo. Consiglio: non aver paura di parlare della tua idea per paura che qualcuno te la rubi! Cerca di capire piuttosto se l’idea possa realmente servire e risolvere effettivamente un problema alle persone. Moltissime startup si concentrano esclusivamente sul prodotto, prodotto… e poi ancora prodotto! Poi al momento dell’immissione sul mercato hanno il servizio più bello del mondo utilizzato però esclusivamente dai fondatori e interessante solo per poche decine di persone. Risultato: tante spese di produzione, zero introiti.
4. Idea poco originale e già esistente
“Sì, il mio prodotto è come Facebook, ma con qualche piccola differenza..”. Reinventarsi l’acqua calda, può essere deleterio per la vostra impresa ma soprattutto per le vostre tasche. Per ovviare a questo problema, ponetevi sempre questa domanda in fase di realizzazione: “Perchè gli utenti dovrebbero iniziare ad usare il mio servizio se ve ne sono altri già affermati? Cosa farò per convincerli?”.
5. Ostinazione a tutti i costi
L’ostinazione non è sinonimo di determinazione. Ascoltare i consigli e i feedback che ci arrivano dall’esterno, sono un ottimo modo per evitare di far deragliare il proprio progetto. Metaforicamente possiamo paragonare la creazione di un’ impresa al dipinto di un quadro; la visione d’insieme si potrà avere soltanto facendo alcuni passi indietro. Consiglio spassionato prima di intraprendere qualsiasi attività: occhi e orecchie aperte, bocca chiusa; siate inoltre sempre disponibili a rivalutare le vostre decisioni.
6. Assumere programmatori non validi
Arriviamo forse al tasto più dolente per gli imprenditori creativi: la scelta del programmatore. Il software sarà il vostro core-business, le vostra fondamenta. Un programma mal realizzato non vi farà guadagnare, vi genererà ritardi, stress, e insoddisfazioni, spese inutili. Se non volete assumere, potete affidarvi alle software house ma… attenzione! Fornite una documentazione più che dettagliata su come dovrà essere il prodotto/servizio finale e dove dovrà essere posizionato ogni singolo elemento. Frazionate inoltre le tranche di pagamento per avere sempre il completo monitoraggio. Di programmatori in circolazione ce ne sono diversi, di effettivamente bravi e competenti molto pochi, spesso pagati a peso d’oro.
7. Scegliere piattaforme poco produttive
Il vostro problema è il programmatore? Per i progetti più classici esistono soluzioni open-source per avviare siti istituzionali, e-commerce e talvolta anche progetti più complessi. Il vantaggio principale è il minor costo di sviluppo e la velocità di realizzazione. Aspetti peculiari sono inoltre la facilità di integrazione con altre soluzioni (es. gateway di pagamento, marketplace, ecc..). Scegliere una piattaforma open-source limitata, poco diffusa e mal documentata, può rendere necessario l’intervento di un programmatore. Vedi sopra al punto 6.
8. Lentezza nel lanciare il prodotto
Il mondo oggigiorno corre 10 volte più in fretta rispetto ai tempi di Steve Jobs. Il perfezionismo alla lunga paga, tuttavia il mercato è come un treno, bisogna salirci il più in fretta possibile. La verità è che il vostro servizio non sarà mai perfetto! Non abbiate paura di entrare sul mercato: ovviamente questo non significa che dobbiate farlo in modo spericolato, ma lanciare il prodotto troppo tardi può esser causa di ingresso sul mercato da parte di potenziali competitors. Generalmente la stessa idea di business innovativo viene in mente fino a 5 persone nel mondo: gli esempi classici sono Groupon e Groupalia, nati nello stesso periodo di tempo.
9. Lanciare il prodotto/servizio troppo presto
Anche lanciare il proprio servizio in anticipo può essere un problema. Magari meno dannoso rispetto alla lentezza, ma avere l’accortezza di immettere sul mercato una soluzione di business con i giusti tempi, fa la differenza tra la vita e la morte di una startup. Essere in anticipo con il lancio del prodotto significa vedere effettivi guadagni dopo mesi o addirittura anni. Utilizzare servizi come Google Trend, può aiutarvi a capire quali sono i trends di ricerca online e quali sono le previsioni per il futuro. Un ottimo metodo per trovare la tempistica perfetta
10. Non avere in testa chi possa essere l’utente
Se non sai chi sono gli effettivi utilizzatori del tuo servizio/prodotto difficilmente riuscirete a decollare. Conoscere il proprio target di clientela è necessario per impostare campagne marketing, introdurre nuove funzionalità, gestire l’assistenza. Capire con chi si parla è fondamentale. Senza conoscere i loro gusti e le loro esigenze non riuscirete a soddisfarli, ed un cliente insoddisfatto è un cliente perso!
11. Raccogliere pochi soldi da investitori
Questo è il caso purtroppo più frequente. Effettuare un fundraising non sufficiente alla realizzazione del vostro progetto infrange in partenza i vostri sogni di gloria. In soccorso delle startup esistono però diversi strumenti per far conoscere il proprio prodotto/servizio, come ad esempio SiamoSoci, Eppela, Indiegogo, Kickstarter. Prima di iscrivervi a questa tipo di piattaforme, consigliamo di realizzare un business plan dettagliato al fine di mettere in luce le possibilità di ritorno in termini di guadagni per l’investitore.
12. Spendere troppo
Anche con un business plan dettagliato, difficilmente riuscirete a far in modo che le previsioni rispecchino le aspettative. E’ consigliabile quindi avere una parte dei fondi come cuscinetto per le emergenze e le spese improvvise. Mantenere la contabilità in ordine con un software per la contabilità, vi aiuta a comprendere in anticipo il vostro andamento finanziario, in modo tale da adottare le corrette misure preventive.
13. Raccogliere troppi soldi
Durante il fundraising l’unico obiettivo è spesso quello di raccoglierne il più possibile. Nelle prime fasi di vita il valore pre-money di una startup non è ovviamente elevato, pertanto raccogliere diversi milioni di euro potrebbe essere svantaggioso sia per voi che per l’azienda, perchè? Il motivo è principalmente quello di dover ridurre la propria quota societaria a pochi punti percentuali. In questo modo ovviamente gli altri soci potranno allontanarvi quando lo riterranno più opportuno avendo la maggioranza, e far seguire al vostro progetto un percorso completamente diverso da quello che avevate previsto.
14. Scarsa gestione degli investitori
La vostra startup oltre ad avere bisogno di un prodotto, di un mercato e di clienti, ha bisogno di qualcuno che la finanzi e dia quella spinta iniziale per partire. Gli investitori si dividono in diverse fasce e tipologie d’investimento. Generalmente per le startup appena nate esistono degli investimenti di tipo “seed” (seme, come una piantina) effettuati prevalentemente da “Business Angels”, che oltre a investire sull’azienda, danno utili consigli.
15. Pensare solo alle ipotesi di profitto sacrificando i desideri degli utenti
Per arrivare al profitto prima bisogna pensare agli utenti. Non pensate ai soldi, quelli arriveranno. Curate e coccolate gli utenti, fatevi conoscere, il resto verrà da sè. Pensare ai soldi vi renderà solo più avidi e smetterete di pensare agli utenti, cerando di rendere tutto un profitto. Può andarvi bene i primi mesi, alla lunga potrebbe tornarvi indietro come un boomerang.
16. Non voler sporcarsi le mani
Essere il CEO, CTO, COO, ecc… non significa delegare e basta! I dipendenti vogliono vedere da parte vostra costantemente interesse, partecipazione e impegno. Se c’è un’emergenza o una scadenza imminente e ciò richiede di dover far nottata… voi dovrete essere in prima linea! Ah, giusto per informazione: la vecchia figura del “Capo, padre e padrone” nelle aziende è ormai defunta.
17. Conflitti tra soci/fondatori
Tutti si preoccupano della concorrenza, del prodotto. In realtà la causa di fallimento potrebbe essere proprio il tuo socio. All’inizio tutto è roseo, battute, risate, mega progetti. Spesso proprio coloro che pronunciano frasi come “Ci metterei la mano sul fuoco!”, sono i primi a bruciarsela. Mantenete il rispetto e le distanze professionali sul lavoro e non lasciate che eventi extra-lavorativi influenzino il vostro progetto. Stabilite inoltre sin dall’inizio delle regole ben precise e non abbiate timore di metterle nero su bianco con contratti. Meglio qualche piccolo confronto prima che un fallimento dopo.
18. Mancanza di convinzione/coraggio
Per fare l’imprenditore serve una buona dose di coraggio, soprattutto in tempi incerti e bui come questo. Non c’è tempo per ansie, preoccupazioni inutili. Analizzando la parola “preoccuparsi” possiamo notare che è composto dai termini “pre” (prima) e “occuparsi”. Perchè occuparsi prima di un qualcosa che forse neanche accadrà? Liberatevi quindi dalle ansie e spazio alla determinazione e al coraggio!
Fonte: https://www.youdroop.com/18-errori-startup-non-fare-per-non-fallire/