Franchising, retail, business
04/12/2015
L’istituto di statistica: espansione «moderata» nel quarto trimestre dell’anno.
Il presidente Bce sull’Europa: «Pronti a nuove misure di stimolo se necessario»
Potrebbe finire peggio di quanto finora stimato: il 2015 potrebbe chiudersi con un aumento del Pil dello 0,7%, scrive l’Istat nell’ultima nota mensile sull’economia italiana. «La crescita ottenuta dal confronto tra i dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi del 2015, che includono la previsione per il quarto trimestre, con quelli del 2014 è pari allo 0,7%», si legge.
L’ultimo dato pubblicato indica che nel terzo trimestre il Pil era cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del terzo trimestre 2014. Ma il terzo trimestre di quest’anno ha avuto 4 giornate lavorative in più rispetto ai tre mesi precedenti e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre 2014. E’ proprio tenendo in considerazione la differenza delle giornate di lavoro complessive che l’Istituto di statistica corregge al ribasso le previsioni di crescita per l’intero anno. Il Pil non salirà più dello 0,9%, come previsto dal governo Renzi nel Documento di economia e finanza (Def) , e nemmeno dello 0,8% come ipotizzato in precedenza, bensì di uno striminzito +0,7%. A pesare negativamente sull’economia è il ciclo internazionale che frena le esportazioni del Made in Italy, mentre al risultato positivo contribuirebbero soprattutto la ripresa dei consumi, che in parte si riflette sull’aumento delle importazioni. Ancora in stallo invece gli investimenti.
Per il quarto trimestre l’Istat attende la prosecuzione di un’espansione a ritmi moderati. Il clima di fiducia delle famiglie prefigura un andamento positivo dei consumi anche nei prossimi mesi, così come rimangono moderatamente favorevoli le attese sull’evoluzione dell’occupazione e dell’inflazione. «Il rischio deflazione nell’area euro non è sul tavolo» ha tenuto a ribadire il presidente della Bce Mario Draghi, intervenuto all’Economic Club of New York. All’indomani dell’ultimo pacchetto di stimoli, che comprende un piccolo taglio sul tasso dei depositi e l’estensione del programma di acquisto asset, Draghi si è detto ottimista sull’efficacia delle misure, ma ha spiegato che la Banca Centrale Europea è pronta a intervenire ulteriormente se necessario: «Posso dire con fiducia che assicureremo il ritorno dell’inflazione al 2% senza ritardi ingiustificati, perché stiamo attualmente dispiegando strumenti che crediamo lo otterranno e perché in ogni caso possiamo utilizzare ulteriori strumenti se dovesse rivelarsi necessario». «Abbiamo ricalibrato la politica monetaria» ha sottolineato Draghi per poi aggiungere però che «per una ripresa a lungo termine ogni Paese deve agire con riforme strutturali».
Fonte:http://www.corriere.it/economia/15_dicembre_04/istat-crescita-rallenta-ancora-pil-crescera-07percento-2015-7aed52ca-9aa3-11e5-99f9-ca90c88b87df.shtml