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Temporary management - La crisi fa crescere l'utilizzo dei dirigenti «a tempo», ma cambiano i ruoli e le aspettative: contano esperienza e competenza, ma oggi pesa anche l'etica

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11/12/2015
Le aziende italiane hanno utilizzato il temporary management per far fronte alla crisi E' quanto emerge da una indagine promossa da Leading Network in collaborazione con Institute of Management Italy. La scarsa conoscenza, soprattutto nelle realtà piccole, resta però l'elemento di maggiore ostacolo a una diffusione più ampia di questo strumento anche in Italia.

Tra le 364 aziende - in maggioranza (68%) piccole e medie con un fatturato al di sotto dei venti milioni di euro - che hanno risposto all'intervista mediante questionario, quelle che hanno dichiarato di conoscere la possibilità di avvalersi di competenze manageriali "a tempo" sono il 70%, ma con punte dell'89% tra le aziende più grandi e picchi negativi del 60% e addirittura 45% nelle classi dimensionali minori. Il 16% dichiara di averlo anche usato, il temporary management : ma se una crescita c'è stata, a partire dal 10% registrato nel 1995, non cambia la discriminante dimensionale. Inesistenti per utilizzo le micro-aziende sotto i 2 milioni di fatturato, la percentuale di sperimentazione cresce al 12% nella fascia 20-50 milioni e raggiunge il 33% nelle organizzazioni più grandi.
In quali situazioni e per quali ruoli si adotta la soluzione del manager a tempo? Nel 50% dei casi per le operazioni di ristrutturazione aziendale, e questo avviene soprattutto nelle fasce dimensionali medie (20-100 milioni), con punte di oltre il 65% . Significativi anche gli inserimenti nei progetti di internazionalizzazione (25% per le aziende più grandi), per gestire il passaggio generazionale (15%) o le delocalizzazioni (33% per la classe 20-50 milioni). E se nel 1995 il 60% dei ruoli riguardava la direzione generale, oggi la percentuale di impiego al top è scesa al 14% (33% nella classe 20-50 milioni) .
La situazione presente vede invece prevalere i ruoli legati alle operations (28%), alle risorse umane (24%) e alla finanza (20%). L'elevata presenza di interventi legati alle Hr si registra soprattutto alle aziende più grandi (33%) e con progetti legati soprattutto ad attività di tipo straordinario. L'area commerciale, che nel '95 riguardava 53%, è scesa sotto il dieci
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La durata degli incarichi temporanei è di 6-12 mesi ( lo dice oltre il 40% degli intervistati). Nelle aziende più grandi è significativa anche la presenza di progetti oltre i 24 mesi e, dal lato opposto, sotto i 6 (25% in entrambi i casi). «I progetti "lunghi" - commenta Maurizio Quarta, managing partner di Temporary Management & Capital Advisors - si spiega soprattutto con il fatto che molti progetti nascono con un orizzonte di 12-18 mesi, ma hanno spesso un'opzione di continuazione a favore dell'azienda, che altrettanto spesso la esercita portando la durata effettiva ai 24 mesi rilevati». Quelli molto corti , invece, riguardano soprattutto ad operazioni straordinarie «che sono loro volta legate alla preminenza delle tematiche di crisi e di ristrutturazioni».
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Di quale contratto gode il temporary manager? Secondo l'indagine prevale il rapporto da free lance con partita Iva o sua società, con il 42%. Segue il contratto come dirigente a tempo determinato, in cui il 23% dichiarato è dovuto soprattutto all'utilizzo dello strumento nelle grandi realtà.
L'aspettativa più rilevante delle imprese (66% con punte del 72%) è legata all'esperienza e alla professionalità di cui il temporary manager è generalmente portatore, e riguarda anche l'aspetto etico legato ai temi della riservatezza e dei comportamenti. Ma alla fine le aziende utilizzatrici sono soddisfatte? Nel 90% dei casi il giudizio ex post è positivo, con un picco assoluto del 100% nelle micro aziende che, pioniere nella loro fascia dimensionale, l'hanno provato. Poco convinte appaiono invece le sperimentatrici della fascia 5-20 milioni, per lo più di aziende di natura familiare, in cui il livello di insoddisfazione supera il 30%. La propensione al riutilizzo del temporary management risulta, di conseguenza, molto alta nelle organizzazioni medio grandi (si va dal 67% all'88% in quelle più grandi, mentre i no al riutilizzo espressi dalle medio-piccole viaggiano arrivano al 30% .

Articolo di: Maurizio Quarta HR On Line

Fonte:http://www.aidp.it/hronline/2015/12/20/temporary-management-in-crescita-lo-rileva-una-recente-indagine-tra-le-aziende.php

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