Franchising, retail, business
22/12/2015
Mirandola, grosso centro della Bassa Modenese: Padania profonda, a cavallo tra radici agricole e sviluppo industriale. Fine ottobre scorso.
Un imprenditore della zona, grosso cliente da anni del Credito Emiliano, si reca come sempre nella filiale di Piazza della Costituente al civico 58 per parlare con l’addetta private della sua posizione. Negli anni ha investito risparmi per alcuni milioni e, sempre negli, anni i rendimenti ottenuti, secondo le comunicazioni e la documentazione che ha in mano, hanno aumentato considerevolmente la cifra.
Ora intende disinvestire parte della propria posizione per realizzare altre operazioni. Ne parla con la dipendente che lo segue da anni e che si è meritata la sua fiducia – e quella di altre decine di clienti importanti -. La bancaria lo rassicura. Il cliente se ne va e attende per giorni l’esito del disinvestimento, ma non ottiene riscontro. Alla fine, non riuscendo a mettersi più in contatto con la sua referente, torna in filiale e fa un’amarissima scoperta. La dipendente non c’è più e non c’è più, anzi forse non c’è mai stato, nemmeno il denaro che il cliente credeva di avere accumulato negli anni a furia di rendimenti stratosferici realizzati dai suoi “investimenti”.
Giallo sul numero dei clienti e il patrimonio coinvolto
Sembra l’inizio di un giallo e lo è. Come raccontato da alcuni giorni dalla stampa locale del Modenese, a Mirandola ma anche in altri comuni della zona in cui dalla seconda metà degli anni ’90 ha operato la bancaria “scomparsa”, è scattato ormai il panico tra decine e decine di clienti che avevano affidato all’operatrice private del Credem i loro cospicui risparmi. Alcune fonti ben introdotte parlano del coinvolgimento di almeno un’ottantina di nuclei familiari della zona, perlopiù di imprenditori, che avevano fatto gestire da alcuni anni una somma complessiva di circa 100 milioni di euro. La banca, di cui riportiamo la posizione ufficiale in seguito, smentisce queste cifre e indica situazioni assai inferiori. Ma tra i clienti private ormai è corsa a verificare la propria posizione e fioccano le stesse amare sorprese dell’imprenditore di cui parlavamo. I clienti erano in capo anche ad altre filiali oltre a quelle di Mirandola e di Concordia sulla Secchia: si parla di Cavezzo, Finale, Soliera e di Modena città.
Un meccanismo in azione per quasi vent’anni
La “bancaria dei miracoli” lavorava al Credem da quasi vent’anni, sempre nella zona del Modenese. Prima nella filiale di Concordia sulla Secchia, poi, dopo un breve passaggio nell’agenzia di Soliera, da un quinquennio circa era stata trasferita in quella di Mirandola. Esperta di gestioni patrimoniali – taglio minimo degli investimenti da 100mila euro – si era costruita una tentacolare rete di relazioni tra nuclei familiari grazie alla fiducia che sapeva ispirare ai clienti, aveva con molti di essi un rapporto particolarmente familiare, in alcuni casi persino confidenziale. Tanto da riuscire negli anni a convincere alcuni clienti a metterle persino a disposizione le chiavi delle loro seconde case di vacanza, o a consigliarsi con lei per questioni familiari.
Fonte:http://www.finanzaelambrusco.it/articoli/articoli/finanza/la-bancaria-dei-miracoli-del-credem-e-il-caos-milionario-della-filiale-di-mirandola-2/