Franchising, retail, business
09/03/2016
E’ nata l’Associazione vini Toscana Dop e Igp, il primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità. Al momento hanno aderito ad Avito 16 Consorzi di tutela in rappresentanza di circa 5mila imprese, per un fatturato stimato di circa un miliardo di euro ed una quota export superiore al 70%.
Nelle intenzioni dei fondatori Avito dovrà rappresentare gli interessi unitari di tutto il comparto, dei Consorzi più grandi come di quelli più piccoli, dando voce a quella pluralità di esperienze che costituisce il vero patrimonio della viticultura toscana, nonché uno dei fattori di successo che l’hanno portata ad affermarsi come uno dei principali attori del mercato internazionale.
È un avvenimento storico per il settore e la Regione, dicono i promotori, perché sancisce formalmente l’avvio di un percorso comune tra organizzazioni che per decenni hanno prevalentemente curato interessi legati alle singole denominazioni ed ai singoli territori.
La decisione di costituire Avito è giunta al termine di un lungo periodo di collaborazione tra i Consorzi toscani, iniziata nell’estate 2014 con la vicenda del Piano di indirizzo territoriale (PIT) e proseguita successivamente anche su altri temi che toccano l’interesse generale delle imprese vitivinicole, a partire dalla questione degli ungulati che ha portato alla recente approvazione di una specifica Legge Obiettivo da parte del Consiglio Regionale. Insomma, come si capisce uno strumento di lobbyng per i produttori toscani. Perché di Consorzi e associazioni trasversali ce ne sono già tanti.
I presidenti unanimi
Per il presidente uscente del Consorzio del Brunello di Montalcino e neo presidente Avito, Fabrizio Bindocci, «questa nuova realtà nasce dalla profonda convinzione che solo muovendoci come sistema riusciremo a tutelare al meglio i nostri territori, ad ampliare e consolidare i mercati in un momento di forte competizione. Fare sistema vuol dire muoversi uniti, per promuoverci come una sola grande squadra che unisce due fattori unici ed eccezionali: il brand Toscana e le singole denominazioni, ognuno dei quali rappresenta un marchio riconosciuto a livello internazionale. Ma fare sistema vuol dire anche mettere in comune esperienze e processi per favorire il ricambio generazionale e far crescere, con il giusto spirito di squadra, coloro che in futuro saranno chiamati alla guida dell’enologia toscana ed italiana».
Per Giovanno Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, «è una grande soddisfazione vedere trasformato in associazione il tavolo instaurato due anni fa per parlare di problemi comuni. Credo che questa associazione darà grandi risultati, attraverso le organizzazioni di categoria, le istituzioni, la politica, a favore dell’intera filiera vitivinicola e dell’immagine della Toscana e dell’Italia nel mondo».
Sulla stessa linea il presidente del Consorzio Chianti Classico, Sergio Zingarelli, secondo cui «per molti aspetti la costituzione dell’Associazione segna un punto di svolta nella viticultura toscana, perché da oggi potremo finalmente disporre di uno strumento unitario per agevolare il confronto con le istituzioni, regionali e non. Per competere con successo sui mercati dobbiamo imparare a pensare e ad agire come un sistema unitario, in cui aziende ed istituzioni, ognuno per la propria parte, concentrano gli sforzi verso obiettivi condivisi».
Fonte:http://food24.ilsole24ore.com/2016/03/nasce-avito-dop-e-igp-toscane-unite-sotto-lo-stesso-ombrello/