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12/03/2016
Una App che permette ai non vedenti di «vedere» grazie all'intelligenza artificiale. Si chiama Aipoly e consente di esplorare il mondo in maniera diversa, attraverso una tecnologia che, grazie alle telecamere degli smartphone, comunica ciò che si sta inquadrando con una voce guida.
Permette di identificare circa 1.000 oggetti diversi e 900 colori in tempo reale. È stata presentata per la prima volta in Italia all'Irccs Fondazione 'G.B.' Bietti per lo Studio e la Ricerca in Oftalmologia Onlus.
A metterla a punto Alberto Rizzoli (22 anni), Marita Cheng (26 anni) e Simon Edwardsson (27 anni), alla Singularity University, al parco di ricerca della Nasa in California. Il non vedente può prendere il cellulare in mano e con la telecamera inquadrare quello che ha davanti e il cellulare scandirà in vivavoce tutto quello che è inquadrato. La storia di Aipoly è iniziata con una borsa di studio da 30mila dollari data da Google per frequentare la Singularity University. Dopo il successo in Silicon Valley, i tre ragazzi hanno formato una partnership con Teradeep, rilasciando Aipoly a Natale 2015, che poi è arrivata nell'App Store il 5 gennaio.
A febbraio la app ha "imparato" l'italiano e 5 altre lingue, e dopo sole 4 settimane dal rilascio era già stata utilizzata da circa 40.000 persone, tra cui numerosi non-vedenti in tutto il mondo. Tra qualche settimana espanderà la sua conoscenza a 5.000 oggetti. «Nonostante i progressi terapeutici - spiega Mario Stirpe, presidente Ircss - Fondazione 'G.B.' Bietti - purtroppo non è stato vinto il rischio di cecità, che colpisce un numero di persone che varia a seconda dei paesi. L'innovazione descritta dal gruppo di ricercatori apre una nuova strada per un aiuto concreto». I tre fondatori sperano di poter aiutare gran parte delle 285 milioni di persone non-vedenti al mondo, rendendo questa tecnologia gratuita per chi non ha la vista e accessibile a tutti.
Fonte:http://salute.ilmessaggero.it/tecnologia/hitech/aipoly_app_non_vedenti-1604561.html