Franchising, retail, business
12/03/2016
In arrivo ossigeno finanziario (21,2 milioni) in cambio dell’ingresso del colosso bolognese nelle società che hanno in mano i punti vendita in Campania, Lazio e Umbria. Resta fuori Firenze
di Matteo Scardigli e Mauro Zucchelli
LIVORNO. La Coop cambia tutto: dice sì al "matrimonio" da 21 milioni con il gigante cooperativo Alleanza 3.0 per dare nuova vita al marchio. E se slitta ancora il pareggio di bilancio, cresce la fiducia dei prestatori.
Nell'assemblea all'Arci La Rosa che ha visto riuniti i soci della sezione di Livorno (91.926 secondo i dati ufficiali), vengono annunciati i numeri del bilancio preventivo 2016: vendite in discesa dai 973 milioni del 2015 a 962 milioni con un calo dell'1,1%, giù di 10,4 milioni anche il margine operativo (che però migliora dimezzando il “rosso” rispetto ai 21,3 milioni dello scorso anno). Ma da parte dei vertici aziendali si insiste a parlare di dati confortanti: il salvagente da 13,2 milioni si chiama “gestione finanziaria”.
Ma è soprattutto sul fronte dell'orizzonte strategico che arriva l'annuncio più importante. Unicoop Tirreno si mette al riparo in virtù del patto con la “santa alleanza” del mondo Coop dell'Emilia Romagna e del Nord Est che, non a caso, ha adottato le insegne di “Coop Alleanza 3.0”.
Nata all'inizio dell'anno dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Consumatori Nord Est e con quartier generale alle porte di Bologna (Villanova di Castenaso), la “Alleanza 3.0” mette insieme l'ex Adriatica (nata dalle “nozze” fra Coop Romagna-Marche e Coop Emilia-Veneto), l'ex Estense (creata dalla fusione fra le Coop di Modena e di Ferrara), l'ex Nord Est (che ha alle spalle le vecchie coop di Reggio, Parma e Mantova più quelle del Friuli). Con una cinquantina di ipermercati e altri trecento negozi e quasi 5 miliardi di fatturato è la coop di consumo più importante del nostro Paese. A ciò si aggiunga che in tutta Europa non esiste una coop di consumo che superi i 2,7 milioni di soci totalizzati da questo colosso che va dalle Marche al Friuli passando per Emilia e Veneto.
L'operazione che porta prezioso ossigeno nelle casse della coop livornese (21,2 milioni di euro). In cambio di questa iniezione di denaro fresco, la coop livornese mette sul tavolo la propria rete di punti vendita al di fuori della Toscana: quelli della Campania, rivelatisi un “bagno di sangue” dal punto di vista economico-finanziario per Unicoop Tirreno, saranno gestiti da una società al 70% in mano a Coop Alleanza 3.0 e per il restante 30% alla coop labronica. Percentuali invertite (col colosso emiliano-adriatico che entra con il 30% e i livornesi che mantengono il 70%) per la società che terrà in pugno i punti vendita in Lazio e Umbria.
Resta fuori da questa operazione Unicoop Firenze, che era stata il partner finanziario forte insieme al quale Unicoop Tirreno ha realizzato il nuovo punto vendita al Parco del Levante, zona Nuovo Centro.
Unicoop Tirreno e le coop di “Alleanza 3.0” avevano giù incrociato i propri destini nei grandi poli della finanza “rossa”: in Unipol (con Alleanza al 34% e la coop labronica al 5,2%). Ma anche in Igd, l'immobiliare delle Coop, che ha in portafoglio anche la Porta a Mare: qui Alleanza è quasi al 41% e Unicoop Tirreno al 12%, e uno zampino (5,4%) ce l'ha anche il fondo del magnate George Soros attraverso Quantum Strategic Partners Ltd.
«Molto presto ci sarà il pareggio di gestione», garantisce Monica Agostini, responsabile soci Area 1: «Alla modifica dell'assetto societario finalizzata alla nascita della Coop Lazio-Umbria e della distribuzione nel Centro-Sud accompagneremo investimenti da 60 milioni per ammodernare i negozi. Ci impegneremo inoltre sui costi per aumentare l'efficienza senza ricadute su qualità dei prodotti, personale e numero dei punti vendita».
Del resto, l'iniezione di liquidità con i 21,2 milioni di “Alleanza 3.0” si accompagna alla fiducia dei soci prestatori: basti dire che nel 2015 il prestito sociale ammontava superava il miliardo di euro (1.098,2 milioni). Fiducia però messa a dura prova dai pesanti guai delle Coop triestine e dagli investimenti sbagliati in Campania. «Stiamo studiando come risarcire i prestatori», rassicura il responsabile per il territorio Massimo Vinciarelli. Inutile dire che la platea guarda anche con qualche preoccupazione alla futura apertura di Esselunga: «Il signor Caprotti non ci fa paura, – risponde – anzi ci stimola a lavorare meglio. La sua è mera logica commerciale, a noi
sta a cuore anche il valore sociale». E sulla questione prezzi nel nuovo centro commerciale della Rosa, vista la vicinanza con il Parco del Levante, Vinciarelli anticipa: «Stiamo rivedendo l'intero sistema, ma i costi dei prodotti non aumenteranno. Anzi, al Levante qualcosa costerà di meno».
Fonte:http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2016/03/12/news/unicoop-tirreno-si-allea-col-gigante-emiliano-adriatico-1.13112905