Franchising, retail, business
18/03/2016
I camioncini che reinventano il cibo di strada in chiave raffinata ma non troppo, stanno diventando le nuove destinazioni del gusto.
Che non si mangi più come una volta è evidente. E il macrotrend degli alimenti salutisti, qualche anno fa riservati ad autentici fissati o a chi non poteva ovviamente farne a meno, continuerà a crescere e a proporre prodotti e soluzioni diversificate per allargare il proprio pubblico di acquirenti.
Si tratta di prodotti che si vendono come più genuini, biologici, free-form come si dice in inglese (cioè senza qualcosa: zucchero, glutine, lattosio) che toccano sia chi, per precise questioni di salute, è costretto a servirsene sia chi non resiste al fascino di un’offerta all’apparenza meno processata e, a volte, più curiosa e attraente.
Se è vero che il cibo di strada ruota intorno alle tradizioni, in buona parte lontane dalle mode che ci hanno travolto negli ultimi anni, e che questo fenomeno gastronomico non è alieno alla società e che per questo non potrà non andare incontro a una serie di tendenze e influenze mutuate dalle nostre fissazioni più o meno recenti o da oggettive necessità di salute, allora dobbiamo convenire che al bio, veg e gluten free non c’è scampo, anche nello streetfood.
Sono queste le tre parole magiche che negli ultimi anni hanno prima conquistato la grande distribuzione e a cui ora anche lo streetfood si deve adeguare.
La tendenza sembra dunque a cavallo fra vecchio e nuovo.
Ecco perche i food truck si stanno iperspecializzando!
Ricerca di abbinamenti meno scontati, con ingredienti naturali facendo si che il cibo venga poco lavorato: un ritorno ai sapori autentici. Allora ben vengano anche fiori e piante edibili, una ricerca continua di cosa offre la natura in ogni sua stagione, spingendo su genuinità, ingredienti, lavorazione e, soprattutto, dall’iperlocalizzazione dei gusti.
La consumazione dei pasti “fuori casa”, con una riduzione del 65% delle occasioni di consumo presso ristoranti, bar e pizzerie è al vertice della contrazione delle spese degli italiani. La causa è da ricercare nella riduzione progressiva del reddito, con conseguente modifica delle abitudini e delle scelte di consumo.
Nei periodi di crisi le persone riducono le spese, spostandosi dal segmento medio verso i due estremi : il lowcost ed iltop, se poi questi due aspetti vengono racchiusi sotto un’unica attività si assiste a dei veri e propri fenomeni apri pista.
Stiamo assistendo al trionfo dello streetfood di qualità in franchising e certamente non è facile per chi volesse dedicarsi ad un’attività di questo tipo, districarsi in una giungla di offerte e soluzioni.
La genialità di alcuni brand in franchising è stata quella di creare alcune sottocategorie nello streetfood, ponendosi sul gradino più alto del podio come i primi ed unici leader di quel settore, completando la strategia con un layout ed una comunicazione in sintonia con il proprio target.
All’appello oggi poche aziende in grado di seguire quanti volessero dedicarsi ad aprire una attività di questo tipo.
E’ necessario infatti affidarsi a team di professionisti che con competenze diversificate e consolidate siano in grado di supportare in tutte le fasi dell’attività imprenditoriale: dall’allestimento del truck alla fornitura dei prodotti certificati, dalla formazione degli operatori all’abbigliamento, dal packaging al supporto pubblicitario B2C.
Solo con progetti di questo tipo è possibile un’efficienza produttiva senza la necessità di dover reperire operatori specializzati, dal momento che alla base si pone uno studio con livelli di automazione e tecnologie avanzate che semplificano le operazioni di preparazione.
Fonte:http://www.lavoroeformazione.it/franchising/lo-streetfood-sta-vivendo-il-suo-periodo-doro&bymailup#toop