Franchising, retail, business
18/05/2016
Troppo dispersiva per avere peso: così il francese "Les Echos" bolla la raccolta fondi online in Italia. Radicata nei Paesi anglosassoni, da noi non ha ancora decollato: i finanziamenti non superano i 65 milioni. Li ha contati Claudio Bedino (Starteed), ricavando tutti i numeri sulle campagne direttamente dai siti. Eccoli
Quali sono i numeri del crowdfunding in Italia? E qual è il suo stato di salute? I francesi di recente hanno definito la raccolta fondi online nel nostro Paese “troppo dispersiva per avere peso”. “Il settore – scrive Les Echos in questo articolo – soffre di una proliferazione di piattaforme di dimensioni troppo piccole, di un tasso di utilizzazione di Internet del 58% (contro il 75% a livello europeo), di uno scarso utilizzo degli strumenti digitali di pagamento e soprattutto della mancanta comprensione di cosa sia realmente il crowdfunding. Solo il 4% degli italiani conosce il termine”. Termine che a volte viene usato in modo improprio anche dagli addetti ai lavori. L'articolo "Equity crowdfunding is dead", apparso di recente su Techcrunch, al di là del titolo volutamente provocatorio sostiene in realtà che non è opportuno usare la parola crowdfunding quando ci si riferisce all'equity crowdfunding (modalità attraverso la quale si può finanziare online una società ottenendone in cambio quote azionarie), ma il termine "marketplace investment". Questo perché non si tratta di "raccolta fondi dalla folla" ma di un luogo per gli investitori. Scarsa rilevanza e scarsa informazione: sono due dei motivi per cui, in Italia, ma anche altrove, il settore non decolla. La consuetudine di donare fondi propri nell'ambito di finanziamenti collettivi legati a progetti è nata e radicata nel mondo anglosassone, ma da noi non ha mai veramente attecchito. Così c'è chi si sta sempre più spostando verso il crowdmarketing, ovvero la possibilità per le aziende di creare valore ed engagement con il potenziale consumatore attraverso le campagne di crowdfunding. Lo sta facendo una delle piattaforme italiane più conosciute, Eppela, con Poste Italiane e Fastweb.
Per un’analisi più approfondita si deve però innanzitutto partire dalle cifre. Lo ha fatto Claudio Bedino, giovane startupper e co-founder di Starteed, società che gestisce soluzioni tecnologiche per il crowdfunding . Nel blog di Starteed ha postato un articolo frutto di un intenso lavoro: per tre giorni lui e alcuni suoi collaboratori hanno spulciato i siti di tutte le piattaforme di crowdfunding in Italia e hanno contato manualmente il numero di progetti pubblicati e le somme raccolte. “A fine ottobre del 2015 – spiega Bedino - Starteed ha fornito il suo supporto per la redazione del Report 2015, realizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e promosso da TIM a cui ha risposto il 62% delle piattaforme. Da questa approfondita ricerca è emerso che il valore complessivo di raccolta delle piattaforme italiane a fine 2015 fosse di circa 56,8 milioni di euro. Con questa breve analisi, che non si sostituisce alla precedente ma la vuole integrare, Starteed ha voluto raccogliere le informazioni di tutte le piattaforme italiane attive, anche quelle che ai tempi non avevano risposto al questionario inviato per la redazione del report”. Motivo di tutto questo impegno svolto a titolo personale? "Si tratta di soldi delle persone, è necessaria la massima trasparenza" dice Bedino.
Risultato: a maggio 2015 il totale della raccolta ammonta 65.389.176,18 euro. Per il settore Reward e Donation (finanziamenti online in cambio di piccoli omaggi oppure semplici donazioni tout court per una buona causa) i “primi della classe” sono Rete Del Dono, MusicRaiser, Produzioni Dal Basso e Eppela. Rete del Dono è quella che ha raccolto più fondi , oltre 3 milioni, seguita da MusicRaiser (2.895.000 euro per 751 progetti). Produzioni dal Basso la incalza con circa 2,7 milioni ma la supera nel numero dei progetti (1208). Al quarto posto c'è Eppela, con circa 2,6 milioni e 385 progetti. Proprio relativamente a Eppela e al suo Ceo Nicola Lencioni, Bedino sui social network ha contestato le cifre diffuse dalla società, sostenendo che ne sono state fornite di diverse nello stesso arco di tempo e che non corrispondono a quanto da lui conteggiato. Nel gruppo troviamo anche piattaforme come Crowdfunding italia che ha raccolto appena 475 euro per un progetto e altre come Fior Italy che, sempre con un solo progetto, ha rastrellato oltre 162mila euro. Diverse boccheggiano intorno alle decine di migliaia di euro. Come già emerso dalla ricerca dell'Università Cattolica, la maggioranza delle somme raccolte arriva dalle piattaforme di lending, ovvero prestito tra privati: oltre 44,4 milioni di euro. Ma alcuni esperti si chiedono se questo tipo di attività abbia le caratteristiche giuste per essere inclusa nel settore crowdfunding. Spicca il successo delle piattaforme do-it-yourself, nate ad hoc per raccogliere fondi per un determinato progetto o gruppo di progetti: Un Passo per San Luca, dedicato a raccogliere fondi per il restauro di un portico di Bologna, ha ottenuto quasi 340mila euro, più del Festival Internazionale del Giornalismo con circa 115mila.
Ma ecco la lista elaborata da Bedino e dal suo staff e pubblicata in questo blog. Con la precisazione che chiunque voglia segnalare errori o mancanze può contattarlo. E ovviamente può contattare anche noi.
Reward e Donation
Fonte:http://www.economyup.it/startup/4402_crowdfunding-i-progetti-le-somme-raccolte-e-le-polemiche.htm