Franchising, retail, business
26/05/2016
Il primo fast food è stato aperto nel 1986 a Roma, in Piazza di Spagna. Nell’ultimo anno si sono venduti 25 milioni di Happy Meal dedicati ai più piccoli
E’ stato il primo assaggio di America arrivato in Italia. Era l’epoca dei paninari che vedevano negli States la patria della libertà e di tutti i sogni possibili. Era come essere a New York pur standosene a Roma, per questo i ragazzi in Timberland e Moncler affollavano i tavolini di plastica di McDonald’s. Da allora sono passati trent’anni: il primo fast food della catena con la grande M gialla aprì nel nostro Paese nel 1986, in piazza di Spagna. E oggi che i punti vendita sono diventati 534, ad accomodarsi sui divanetti del Mc - il design dei ristoranti è stato decisamente rivalutato - sono ancora loro, i paninari cresciuti, padri e madri, conquistati, raccontano le ricerche di mercato, da un buon rapporto qualità-prezzo dei prodotti serviti, da panini sempre nuovi e di qualità e da quel tocco di italianità nel menù, dall’insalata alla frutta allo yogurt nell’Happy Meal. «E a cui non abbiamo mai voluto rinunciare. Cerchiamo di adattarci alle esigenze dei consumatori di ogni Paese», racconta Roberto Masi, l’amministratore delegato di McDonald’s Italia.
Arrivato nove anni fa nell’azienda fondata nel 1955 da Richard e Maurice McDonald e Ray Kroc, Masi ha saputo guidare l’ultima evoluzione della catena numero 1 del nostro Paese, con un fatturato di un miliardo di euro: da locale quasi esclusivamente per ragazzi e famiglie a luogo scelto anche dai professionisti, per una pausa pranzo veloce - merito pure del Wi-Fi gratis - o per un espresso prima di infilarsi in ufficio. Tanto ci sono le macchinette del caffè e le brioches come in un bar. «I bambini, però, restano un nostro target privilegiato», racconta Masi. Per loro sono nate le aree gioco «le prime a essere progettate in qualsiasi punto vendita di nuova apertura» e l’Happy Meal.
L’intuizione di un menù dedicato ai più piccoli, con porzioni studiate appositamente per loro, venne nel 1979 a Dick Brams, il pubblicitario dell’azienda. Detto fatto: la prima “scatolina felice”, come la chiamano in Argentina, arrivò sul mercato nello stesso anno al prezzo di un dollaro. Il tema? Il circo. Ma la sorpresa più gettonata dai collezionisti di memorabilia di McDonald’s - ebbene sì, esistono e un signore americano, David Bracken ha accumulato negli anni oltre 10mila oggetti targati con la M - è il pupazzetto Furby. Si trovava nell’Happy Meal del 1999. Adesso online vendono la serie completa a 900 dollari. E oggi? Il regalo non è più dentro la scatola ma è la scatola stessa. Qualche mese fa in Svezia hanno lanciato quella che si trasforma in un visore di realtà virtuale.
In Italia, ogni settimana, vengono serviti 500mila Happy Meal, che sono circa 25 milioni all’anno. Al secondo posto - 15 milioni di pezzi venduti in 12 mesi - c’è il mitico Big Mac, inventato nel 1968 da Jim Delligatti, titolare del McDonald’s di Uniontown, Pennsylvania. Si stima che nel mondo se ne vendano 75 ogni secondo. Prodotto globale, conosciutissimo, amato a tal punto da adattarsi in base alle culture: in India, dove la mucca è un animale sacro, il Big Mac è rimpiazzato dal Maharaja Mac, con la carne di pollo al posto di quella bovina. Non è un caso se l’Economist ha adottato il doppio hamburger per confrontare il costo della vita su scala internazionale. E’ nato così l’Indice Big Mac, da cui si è sviluppata la cosiddetta Burgernomics.
A cui McDonald’s contribuisce, a ben pensarci, anche sotto un’altra luce: offrendo opportunità di lavoro. Nel 2014, l’azienda ha conquistato per la prima volta la certificazione internazionale di «Top Employers». Perché dietro il bancone, mentre si friggono le patatine e si butta la carne sulla griglia, anche se i ritmi sono serratissimi e non si stacca quasi mai, si imparano continuamente cose nuove, ponendo le basi di una carriera in ascesa tutt’altro che impossibile.
Fonte:http://www.lastampa.it/2016/05/27/societa/mcdonalds-italia-compie-anni-e-punta-ai-bambini-aCMCausPedYntkN2mFuo4N/pagina.html