Franchising, retail, business
30/05/2016
Intervista Matteo Cerri, fondatore di i2i, società d’investimenti inglese per il sostegno di startup e PMI italiane nel Regno Unito.
Se l’equity crowdfunding in Italia sta dando segnali di rinascita primaverile, in UK è un fenomeno sempre più consolidato. Anche per le imprese e le iniziative italiane. In questi giorni, alla ormai discretamente lunga lista delle startup italiane che si sono finanziate con successo su piattaforme di equity crowdfunding nel Regno Unito, si sono aggiunte Sailing Series (che reduce dal primo successo, ha avviato un secondo round ‘open’), Be Art e a breve Photo Spot Land, tutte sostenute da i2i, Società di investimenti inglese, 100% a capitale italiano, che in equity crowdfunding ha già accompagnato ben 6 società italiane.
i2i, nome commerciale di Italian Ventures Ltd, è una società controllata da The Family Officer Group, un multi-family office con sede a Londra e presente in oltre 28 città in tutto il mondo. The Family Officer Group è riconosciuto come uno dei principali Family Officer di origine italiana.
Per apprendere più a fondo come opera i2i, abbiamo conosciuto il fondatore, Matteo Cerri.
Matteo Cerri. i2i ha lo scopo di dare un ulteriore impulso alla presenza di The Family Officer Group sulla scena del business di Londra, e, soprattutto, di dare sostegno a brillanti opportunità di investimento in imprese italiane nel Regno Unito. Peraltro, non siamo un VC, con il tipico obiettivo di una Exit in tempi relativamente brevi, ma vogliamo essere un partner delle imprese che contribuiamo a finanziare, entrando a fianco dell’imprenditore nella gestione dello sviluppo. Crediamo molto nell’imprenditoria italiana e, infatti, abbiamo investito fino ad oggi in 41 società per 7 milioni di sterline. Molto del nostro deal flow deriva dallo stretto rapporto che abbiamo con gli incubatori italiani che ci segnalano le imprese suscettibili di espandersi nei mercati europei. Le portiamo a Londra, e, in alcuni casi le co-finanziamo direttamente o con campagne di equity crowdfunding.
Matteo Cerri. Tipicamente, cerchiamo di individuare iniziative italiane che abbiano l’interesse e le potenzialità per espandersi sui mercati internazionali. Creiamo una società a Londra, cui forniamo il supporto logistico e amministrativo, e ne finanziamo il fabbisogno con partecipazioni di minoranza comprese tra 50 mila e 500 mila sterline. Ma ci proponiamo anzitutto come partner strategici, non solo finanziari, e quindi entriamo direttamente nella gestione operativa dell’azienda a fianco dell’imprenditore, soprattutto per aiutarlo nel processo di internazionalizzazione. Il nostro modello di partecipazione prevede anche di far leva sulle sinergie tra le società che fanno parte del nostro portfolio in modo da creare modelli di offerta ancora più efficaci.
Matteo Cerri. Riteniamo che l’est Europa sia un mercato molto interessante per il made in Italy e sia in grande sviluppo. Ma ci stiamo muovendo anche verso USA e Asia, anche grazie al nostro network come Gruppo che è presente in numerosi paesi.
Matteo Cerri. Crediamo molto nelle potenzialità dell’equity crowdfunding come modalità di co-finanziamento e di marketing. In alcuni casi ne abbiamo fatto ricorso. E’ successo con alcune campagne “da record” per velocità e raccolta su Seedrs. Al tempo stesso, recentemente, abbiamo anche finanziato una piattaforma di equity crowdfunding, che si chima Crowdfooding, creata da imprenditori italiani, specializzata in startup e PMI che operano nel settore food and beverage. Crowdfooding opera già da Londra e San Francisco e non guarda tanto alle sole imprese italiane, ma a tutto il settore che non arresta la sua crescita e su cui moltissimi stanno guardando come investimento interessante.
Matteo Cerri. Devo dire che dopo un periodo iniziale, le istituzioni italiane a Londra hanno acquisito una grande sensibilità sull’argomento e ci stanno aiutando molto, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti burocratici e di comunicazione all’interno della comunità italiana e nelle relazioni con le istituzioni britanniche. Crediamo sia un rapporto destinato a consolidarsi ulteriormente, Brexit o non Brexit.