Franchising, retail, business
16/06/2016
Per Stefano Tresca, avvocato e mentor dell'acceleratore Level39, la Brexit non avrà effetti sugli italiani che vivono a Londra. Le giovani imprese? Potrebbero andarsene. Ma non quelle del fintech, dove la Gran Bretagna è leader
Il 23 giugno i cittadini della Gran Bretagna sono chiamati a decidere attraverso un referendum se il loro Paese dovrà uscire o meno dall’Unione europea. Un tema che coinvolge anche l’ecosistema delle startup, che a Londra è il primo inEuropa con 8,2 miliardi di euro di investimenti (dati aggiornati al 2016), 207 miliardi di fatturato e 274 mila startup attive. Tra queste ci sono anche quelle fondate e cresciute in UK da italiani o altre che operano sul mercato britannico, così come ci sono imprenditori italiani attivi sul territorio. EconomyUp ha chiesto ad alcuni di loro cosa ne pensano della Brexit e quali conseguenze ritengono che avrà sul futuro della giovane imprenditoria. Ecco l'intervento di Stefano L. Tresca, avvocato, mentor di acceleratori inglesi di rilievo, come Level39, e blogger di EconomyUp.
Non succederà nulla agli Italiani che sono già in Inghilterra. Italia e UK sono entrambi paesi membri della Convenzione di Vienna. La Convenzione protegge i diritti acquisiti in caso di modifica di trattati internazionali. Questa interpretazione è stata confermata pubblicamente dal portavoce (informale) del movimento pro-Brexit, l'ex sindaco di Londra Boris Johnson. Ma anche dalle principali associazioni come The Institute of Directors.
La vita sarà molto più dura per chi non è ancora arrivato in Inghilterra. Alcune startup Italiane in futuro potrebbero preferire Berlino. Non in settori dove l'Inghilterra è leader mondiale come il fintech (la tecnologia nel settore finanza) ma potrebbe succedere in altri settori.
Una ultima considerazione. Londra è piena di imprenditori provenienti da tutto il mondo e solo una piccola parte è europea. Se un russo o un cinese possono avere successo in Inghilterra non vedo perché non possa avere successo un Italiano.
*Stefano Tresca è avvocato e ha lavorato nel mondo delle startup in 23 paesi. Dal 2010 è tornato a vivere a Londra, dove è membro fondatore di Level39, il più grande acceleratore al mondo di startup fintech (finanza tecnologica) e future cities (città intelligenti, energia, IoT, etc.)
Fonte:http://www.economyup.it/startup/4546_se-uk-lascia-l-europa-le-startup-italiane-potrebbero-preferire-berlino.htm