Franchising, retail, business
24/06/2016
Cosa succederà per le aziende italiane in franchising, che hanno o hanno in progetto piani di espansione in Gran Bretagna dopo la Brexit? È la domanda del giorno e sarà la domanda delle prossime settimane.
Ma è difficile dire con esattezza, oggi, cosa ci riserva il futuro.
Innanzitutto, il referendum è consultivo. Quindi, non ha effetti pratici immediati. Per le nostre catene in franchising, per le nostre industrie e per i nostri connazionali lì in UK oggi è sostanzialmente uguale a ieri. L’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che regola le modalità di uscita volontaria del singolo Paese dall’Unione Europea, parla di un paio di anni per l’uscita.
Quel che è certo è che tutti i trattati commerciali che la Gran Bretagna ha stipulato con l’Unione Europea e all’interno di essa, e sono migliaia, vanno riscritti, altri saranno cancellati, altri emendati.
Difficile dire che cosa succederà per le aziende in franchising italiane attualmente in Inghilterra. A livello immediato, poco. Perché la Gran Bretagna aveva strappato già condizioni particolari (per dirne una, non aveva adottato la moneta unica). Per il futuro c’è da vedere se il legislatore britannico andrà a toccare quei punti del codice civile che interessano i rapporti fra affiliati e affilianti nel rapporto di franchising. E se li tocca, come.
Per chi invece in Gran Bretagna deve ancora sbarcare, a questo punto la scelta, più che mai ora, è se sbarcare direttamente con la propria rete in franchising o se firmare accordi di master con aziende inglesi, che magari godranno di più facilitazioni rispetto all’azienda italiana.
Fonte:http://www.azfranchising.com/it/brexit-franchising-italia-40552/