Franchising, retail, business
29/07/2016
Fish & chips disegnati al mondo, circuiti di cioccolato e costruzioni di meringa: da Londra è cominciata la rivoluzione del cibo creato in 3D
Stampare il cibo grazie a un delizioso inchiostro. È la proposta rivoluzionaria – ma diciamocelo, un po’ inquietante – di Food Ink che da Londra ha lanciato la sua idea di gastronomia in 3D. Tra il 25 e il 27 luglio, gli scienziati-chef hanno portato sul palcoscenico della City il pop up restaurant più originale della storia. E anche uno dei più costosi: 250 euro sterline (quasi 300 euro) per un menù completo di nove portate, totalmente prodotte usando alcune stampanti olandesi della byFlow (inventrice della prima stampante 3D portatile multimateriale). Visti i lunghi tempi di lavorazione, erano disponibili solo dieci posti a serata e la maggior parte dei piatti erano già pronti, ma i clienti hanno comunque avuto occasione di vedere le macchine “ai fornelli”. Pasta di pizza, hummus, piselli molli, mousse di cioccolata e formaggio di capra gli ingredienti proposti, ma persino fish & chips e addirittura un dessert di cioccolato. Il tutto trasmesso in streaming per mostrare le potenzialità di questa tecnologia anche in campo alimentare.
Stupisce un po’ che dietro al team di Food Ink, che unisce anche artisti ed esperti dell’industria, ci siano due chef stellati come Mateu Blanch e Joel Castayne dell’acclamato La Boscana nel nord della Spagna (e in passato in servizio anche al celebre elBulli di Ferran Adrià). Anche l’ambientazione aiuta a completare l’atmosfera: posate, utensili e sedie – disegnate da Arthur Mamou-Mani – erano stampati a loro volta in 3D. Il tour completo prevede tappe in Europa e Stati Uniti, ma anche a Dubai, Singapore, Tokyo e San Paolo. In Italia le prime tappe saranno Roma e Torino.