Franchising, retail, business
05/04/2014
Sono smartphone come tutti gli altri: telefonano, navigano su internet, inviano e ricevono email e scaricano app di ogni genere, dai giochi ai social network.
Solo che costano quanto un accessorio dell’iPhone o dell’ultimo modello di Samsung Galaxy S.
Anche se i dati di vendita dicono che il mercato dei cellulari di alta gamma non conosce crisi, i giganti della telefonia si stanno convincendo che il futuro degli smartphone sia il low-cost.
Se da noi, anche grazie ai contratti telefonici, gli smartphone di alta gamma vanno per la maggiore, in un mercato in espansione come quello della Cina i cellulari a basso costo sono un business miliardario.
Lì l’anno scorso sono stati distribuiti 354 milioni di smartphone, contro i 139 milioni degli Usa. Secondo la società di ricerche Canalys, entro quest’anno il numero di cellulari spediti in Cina potrebbe arrivare a 422 milioni.
LA GUERRA
La coreana Samsung lo ha capito in tempo e grazie ai cellulari più economici è riuscita a diventare l’azienda leader mondiale nelle vendite di smartphone, ma nel Paese del Dragone deve vedersela con un’agguerrita concorrenza.
È il caso di Huawei, colosso dagli occhi a mandorla, il cui successo dalla Cina si è esteso anche qui.
Nel mese di aprile uscirà in Italia Ascend Y330, uno smartphone Android che al prezzo di soli 80 euro offre un display LCD da 4 pollici, un processore dual-core da 1.3 GHz e 512 megabyte di memoria Ram.
La memoria Rom è di 4 gigabyte, espandibili fino a 32 giga con scheda microSd. Per non farsi mancare niente, lo smartphone cinese sarà disponibile in cinque colori: bianco, nero, rosso, blu e giallo.
La stessa Huawei ha anche progettato, per l’operatore telefonico britannico EE, uno smartphone low cost con connessione super veloce 4G, l’EE Kestrel, che in Gran Bretagna costerà 99 sterline.
In Italia Vodafone ha invece lanciato, già da tempo, il suo Smart 4G al prezzo di 199 euro, fabbricato da un’altra azienda cinese, Coolpad.
Forse il nome non vi dirà niente, eppure si tratta del secondo produttore di cellulari in Cina, dove è in grado di battere perfino Apple.
Uno dei suoi telefoni, Coolpad 9080W, ha uno schermo da 5,7 pollici, una fotocamera da 8 megapixel e un processore quad-core, e costa circa 260 dollari.
Nel 2013 i profitti di Coolpad sono saliti del 40 per cento rispetto all’anno precedente.
Nel mercato cinese Samsung è in testa, seguita a stretto giro da Lenovo e proprio da Coolpad.
La Mela di Cupertino invece è solo al quinto posto.
È anche per questo che l’azienda di Tim Cook ha deciso di lanciare l’iPhone 5C, il suo smartphone “economico”.
Il risultato però è stato che il 5C ha avuto più successo in Occidente che nel lontano Oriente.
Coolpad non è l’unico a preoccupare i giganti dell’Ovest. Un’altra azienda, Oppo Mobile, va molto di moda in Cina, tanto che in uno dei suoi spot è comparso anche l’attore Leonardo Di Caprio.
Il suo Oppo Find 5, che costa meno di 500 dollari, è dotato di fotocamera da 13 MP e schermo ad alta risoluzione da 5 pollici migliore di quello dell’iPhone 5S. Per non parlare di Xiaomi, che ha costruito il suo successo su internet: non solo vende i prodotti online, ma con forum e social network modifica il software Android montato sui suoi telefoni in base alle preferenze dei clienti.
IL FUTURO
Il business del low cost si sta così rivelando tanto potente da diventare esportabile nei Paesi più ricchi, un po’ per la crisi, vuoi per il fastidio di dover acquistare un gioiello da quasi 800 euro che “scade” molto prima del cibo in scatola.
Greg Christie, un ingegnere della Apple che era nel team di progettazione del primo iPhone, ha rivelato che lo stesso Steve Jobs lo avrebbe pensato per durare massimo due anni.
Il guru della Mela riteneva che quello fosse il periodo adatto per convincere i clienti a sostituirlo.
Non sbagliava: una ricerca della Consumer Intelligence Research Partners mostra che gli utenti acquistano un nuovo iPhone più o meno ogni due anni, spesso in base alla durata del contratto telefonico.
Investendo la stessa cifra in smartphone low cost si potrebbe cambiare cellulare una volta l’anno per otto anni, con il risultato di avere sempre in tasca un telefono magari non molto potente ma sempre aggiornato.
Una tentazione non da poco.
Fonte: ilmessaggero.it