Franchising, retail, business
11/10/2016
La rivoluzione dei vecchi dormitori è ormai conclusa: catene come l’inglese Generator hanno ribaltato gli standard facendone luoghi economici ma di stile.La selezione di una nuova guida e del Guardian premiano anche l’Italia con Roma, Milano, Firenze e Venezia
Da Parigi a Venezia, da Amsterdam a Berlino passando per Roma. Gli ostelli sono una delle soluzioni che meglio stanno proteggendo i propri affari rispetto all’assalto della sharing economy. Non è un caso che il gruppo Accorhotels abbia lanciato pochi giorni fa la sua catena di ostelli Jo&Joe, concentrata su un target fra i 15 e i 35 anni. Si salperà a Parigi nel 2018 proseguendo con una cinquantina di strutture in tutto il mondo entro un paio d’anni. Prezzo di partenza 25 euro, le lenzuola ce le mette la casa.
D’altronde da tempo gli ostelli stanno cambiando pelle, allontanandosi dal modello spartano degli anni Sessanta o Settanta per virare verso un approccio più alla moda, con un occhio all’ormai diffusissimo nomadismo digitale. Design, qualità, attenzione ai dettagli – e sempre maggiore disponibilità di stanze private, le offrono ormai 9 su 10 – pur in un approccio sobrio ed economico. Su tutti, ad aver dato il calcio d’inizio è stata la catena inglese Generator ormai vent’anni fa. Insieme ad altri brand come la britannica St Christopher’s Inn e la tedesca Meininger.
1) Les Piaules, Parigi (25 dormitorio/90 doppia)
2) Generator, Venezia (16/38 euro)
3) ClinkNoord, Amsterdam (12/81 euro)
4) Circus Hostel, Berlino (19/75 euro)
5) LaBanda Rooftop, Siviglia (23 euro solo dormitorio)
6) Soul Kitchen Junior, San Pietroburgo (15/56 euro)
7) Sir Toby’s, Praga (10/32 euro)
8) Tattva Design, Porto (15/47 euro)
9) Celica Hostel, Lubiana (18/24 euro a testa)
10) The Yellow (15/50 euro)
Fortunatamente il fenomeno non ha dimenticato l’Italia, dove nel 2015 la crescita su base annua delle prenotazioni provenienti dall’estero è stata del 17,5%, stando almeno ai dati di una ricerca Phocuswright commissionata da Hostelworld. Sono i Millennials, cioè i giovani fra i 18 e i 35 anni, a trainare il settore (rappresentano il 70% della clientela) alimentando un circuito spesso fatto di viaggi lunghi e articolati. Per loro la scelta ormai fra ostelli e Airbnb, con gli hotel quasi del tutto fuori dal gioco per evidenti ragioni di budget.
Rimanendo all’Italia, non è un caso che nella nuova guida “Luxury Hostels of Europe” stilata da Kash Bhattacharya, famoso travel blogger e fondatore del sito Budgettraveller.org, proprio insieme a Hostelworld ne compaiano sei: l’Ostello Bello e l’Ostello Bello Grande di Milano, il Plus Hostels di Firenze, il Generator di Venezia e due a Roma: il Beehive Hotel and Hostel e lo Yellow. Tuttavia non sfiguriamo neanche nella selezione realizzata dal Guardian scegliendo i 10 migliori fra i 93 censiti dal blog.
Nella top ten c’è infatti il Les Piaules di Parigi (25 euro in dormitorio, 90 per la doppia), collocato in un edificio art déco a Belleville e gestito da un gruppo di amici. Oppure il ClinkNoord di Amsterdam (12 euro in dormitorio, 81 per la doppia), nel nuovo quartiere Overhoeks nei pressi del nuovo Eye Film Museum e dell’A’Dam Tower. Il giro del Vecchio continente zaino in spalla e smartphone in tasca continua al Circus Hotel di Berlino (19 euro in dormitorio, 75 per la doppia), dove non mancano un microbirrificio artigianale e i tour gratuiti della città, o con il LaBanda Rooftop di Siviglia (23 euro per un posto in dormitorio) dove si cena appunto in terrazza e, nonostante non ci siano stanze private ma solo camere da quattro, sei od otto persone e una cucina comune, si sfiora il sapore del boutique hotel.
Per l’Italia i prescelti sono lo Yellow della Capitale (15 euro in dormitorio, 50 per la doppia, non lontano dalla stazione Termini), con le lezioni di yoga, il minicinema e presto un barber-shop e un coworking, e il Generatori di Venezia, il più caro della catena (16 euro in dormitorio, 38 per la doppia) ma evidentemente uno scherzo rispetto alle salatissime tariffe veneziane. Si trova alla Giudecca. Chiudono la selezione del Guardian il Soul Kitchen Junior di San Pietroburgo (15/65 euro), il Sir Toby’s di Praga (10/32), il Tattva Design di Porto (15/47 euro) e il Celica Hostel di Lubiana (18/24 euro), una ex prigione austroungarica. Il nostro Paese è dunque l’unico a metterne due fra i migliori anche se in termini di quantità la seconda edizione della guida premia la Gran Bretagna con 18 presenze, la maggior parte delle quali affiliati alla Young Hostels Associations. Seguono Spagna, Portogallo, Germania, Olanda e appunto Italia.
“L’atmosfera aperta e di comunità di un ostello vi porterà a trovare persone la cui unica ambizione è quella di conoscere nuove culture e godere di ciò che il mondo ha da offrire loro – ha spiegato Ottokar Rosenberger di Hostelworld – questo genere di viaggio produce al contempo autostima e socievolezza”. È vero: per il 31% di chi alloggia in ostello l’incontro con gli altri viaggiatori è un ingrediente fondamentale. Ma oltre poesia e romanticismo di viaggio ci sono gli affari: il giro globale è di 5,2 miliardi di dollari annui con una crescita costante fra il 7 e l’8%. Le aree più vivaci e in maggiore crescita in termini di prenotazioni sono il Sudest asiatico (+13%), il Medio Oriente (11%), l’Europa dell’Est (11%) e l’Asia guidata dalla Cina (10%).
Fonte:http://www.repubblica.it/viaggi/2016/10/11/news/europa_ecco_i_migliori_ostelli_di_lusso_prezzi_bassi_e_design_per_i_millennial-149553531/