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La prostituzione, motore dell'economia tedesca

01prostitute tedesche germania

31/10/2016
Mezzo milione di squillo, un giro d'affari da 14,5 miliardi e almeno 2 miliardi di entrate fiscali. Che vengono dai 3mila esercizi 'commerciali', visto che le ragazze iscritte alla previdenza sono solo 44 - per molti è diventato un modo per arrotondare, tra happy hour del sesso, tariffe flat, e 1,2 milioni di prestazioni al giorno.

La Germania a luci rosse ha un giro d’affari stimato in 14,5 miliardi di euro l’anno, un paio dei quali vengono incassati dal fisco. L’industria del sesso beneficia della norma varata nel 2002 dal governo “progressista”: il cancelliere era il socialdemocratico Gerhard Schröder e l’alleato di governo il partito dei Grüne, i verdi. La prostituzione era tollerata anche prima, anche se forse in modo meno ipocrita rispetto all’Italia, dove in realtà sono vietati “solo” lo sfruttamento e l’induzione.
Le cifre sono inevitabilmente un’area grigia. Il numero delle ragazze coinvolte (fino a qualche anno fa il 90 per cento dell’offerta di sesso a pagamento) oscilla tra 200.000 e 700.000, anche se il dato più diffuso è quello di 400.000, cioè la stima dell’ufficio federale di statistica.
Tra bordelli e club, si contano ben oltre i 3.000 esercizi “commerciali”. La legge che disciplina il settore aveva come obiettivo anche quello di tutelare le donne, ma nel 2013 le prostitute regolarmente iscritte alla previdenza erano 44. La nuova Europa ha modificato in modo sostanziale la proposta. Valutazioni di diverse organizzazioni dicono che tra la metà e il 70 per cento delle ragazze è di origine straniera e arriva per lo più dai paesi dell’est, con percentuali importanti da Bulgaria e Romania.

Giovani e meno giovani arrotondano

La prostituzione maschile sarebbe il 7 per cento del totale, mentre quella transessuale del 3, ma si tratta di numeri probabilmente superati. Per diverse donne, quella legata al sesso è un’entrata collaterale. Giovani e meno giovani arrotondano, magari accettando saltuariamente appuntamenti in qualità di escort in rete o tramite agenzie specializzate e naturalmente in città diverse da quelle di residenza.
La Germania a luci rosse è anche una calamita turistica. Sicuramente non è quella che sta facendo lievitare arrivi e presenze, ma le cronache riferiscono di pacchetti appositamente studiati per clienti americani e asiatici.
A Saarbrücken è stato aperto due anni fa un locale che, anche per la sua collocazione geografica, corteggia inequivocabilmente i clienti della vicina e più “ottusa” Francia.
I bordelli si sono “sdoganati” con offerte sempre più orientate al marketing. L’offerta “flatrate” – consumazioni a tariffa fissa: a letto e al bar – è ormai un classico anche se dai 49 euro di qualche anno fa si è passati a cifre più alte, ma già attorno ai 100 euro è possibile concedersi qualche… svago.
E poi ci sono gli happy hour del sesso, tipo tra le 11 e le 15, che il famoso e “sbarrierato” Caligula di Berlino (assieme al King George uno dei primi a sperimentare nuove strategie per accalappiare clienti) offre a 89 euro.
La capitale sembra essere diventata una colossale casa (e strada) di appuntamenti, anche se i numeri sembrano a fare i pugni con le statistiche: “appena” 2.000 ragazze al lavoro (0,00,5%) su 3,2 milioni di abitanti cioè quasi il 4 per cento della popolazione (turisti esclusi). Soprattutto chi abita dalle parti della non proprio periferica Kurfürstenstraße – a tre chilometri dalla sede del Bundestag e della porta di Brandeburgo – deve fare i conti con transazioni all’ordine del giorno. Il quotidiano Die Welt ha pubblicato pochi mesi fa un servizio intitolato “Halb Berlin ist ein Bordell” (mezza Berlino è un bordello). In una delle classifiche sulla top 10 delle case chiuse mondiali, la Germania compare due volte, con il FKK World e con la FKK Oase, due centri “benessere” poco lontani dalla capitale economica e finanziaria del paese, Francoforte sul Meno.
Per ragioni di mercato, l’offerta è mobile e chi si prostituisce segue grandi eventi come le fiere. Secondo un’inchiesta dell’edizione domenicale dello stesso giornale pubblicata qualche anno fa, le bavaresi Norimberga (quasi mezzo milione di abitanti) e Augusta (273.000) e Treviri (113.000), nella Renania Palatinato, a due passi dal Lussemburgo, sarebbero le città a più alto tasso di prostituzione con rispettivamente 225, 244 e 237 ragazze ogni centomila residenti.

Ogni giorno 1,2 milioni di prestazioni

Berlino e Monaco arriverebbero a 200, mentre Amburgo – dove nel quartiere St. Pauli si trova la Reeperbahn, la via con il mercato del sesso più celebre del paese – sarebbero appena 122. Si tratta di numeri “curiosi”, ma nella realtà non troppo affidabili perché in alcuni casi sono dati delle autorità e stime in altri.
Nella Germania a luci rosse ogni giorno si consumano 1,2 milioni prestazioni a pagamento. Non tutte contabilizzate, naturalmente.
Malgrado diverse professioniste dichiarino di accettare pagamenti con carta di credito, il nero, cioè quello dell’evasione fiscale, è il terzo colore che caratterizza questo mercato dopo il rosso del sesso e il grigio delle cifre.

Fonte:http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/prostituzione-motore-dell-economia-tedesca-mezzo-milione-squillo-134950.htm

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