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04/01/2017
Ha braccia sottili come capelli ma resistenti come l’acciaio. Potrebbe essere impiegato in molte operazioni delicate, dove è necessario intervenire con strumenti molto piccoli
Si chiama Axsis il robot che ci aiuterà presto a eseguire interventi chirurgici complessi all’occhio e non solo. Ha le dimensioni di una lattina e opera mediante dei sottili bracci robotici flessibili del diametro di appena 1.8 millimetri. Meno di un capello umano, ma più resistenti del Kevlar o dell’acciaio. Capaci di movimenti complessi e arricchiti con diversi strumenti adatti ad ogni esigenza, i bracci sono controllati dal chirurgo per mezzo di un controller a feedback aptico. L’intervento è costantemente visibile su schermo, grazie ad una videocamera che permette di seguire ogni movimento all’interno dell’occhio del paziente.
Rendere gli interventi agli occhi più sicuri
Il sistema è stato sviluppato da Cambridge Consultant, pronto per rivoluzionare la chirurgia oculare come nel caso degli interventi alla cataratta. “Eseguito a mano, sotto ad un microscopio, con strumenti del diametro di circa 2 millimetri. E’ l’operazione più diffusa al mondo, eppure si associa ancora a diverse complicazioni a causa delle dimensioni ridotte e della natura delicata dell’occhio, oltre che all’esperienza e alle capacità del chirurgo” spiega Chris Wagner, a capo della ricerca. Axsis è progettato per cambiare le carte in tavola. L’introduzione di bracci flessibili ha permesso di ridurre drasticamente le dimensioni, lì dove i tradizionali robot medici sono caratterizzati da strutture rigide, lineari e particolarmente lunghe in modo da raggiungere il compromesso necessario tra forza e precisione all’interno del paziente.
Il supporto del computer
I protagonisti di ogni intervento, inoltre, sarebbero tre. Non solo il robot miniaturizzato ed il chirurgo, ma anche il computer. Mentre il medico opera osservando su schermo ogni dettaglio, un sistema di microsensori guidato da algoritmi di sicurezza assicura che nessun movimento sbagliato vada a danneggiare i tessuti circostanti. Appena viene rilevato un potenziale pericolo, il robot viene automaticamente bloccato, minimizzando l’errore umano in tempo reale.
“Axsis è la prova che non solo sia possibile creare robot chirurgici più piccoli che mai, ma anche affrontare procedure tradizionalmente escluse dalle applicazioni robotiche” continua Chris Wagner. L’estrema miniaturizzazione accompagnata dalla fedeltà del movimento permetterebbe di sostituire infatti altre operazioni delicate quali l’introduzione di impianti per la neurostimolazione, trattamenti precoci antitumorali e quelli in ambito esofageo e gastrointestinale finora eseguiti rigorosamente a mano. L’uso di tali sistemi ridurrebbe, inoltre, l’invasività degli interventi, traducendosi in lesioni sempre più contenute.