Franchising, retail, business
13/01/2017
Secondo Confersercenti "rispetto al 2015, quando ci fu già un calo rispetto all'inizio dell'anno precedente, c'è stato una ulteriore diminuzione del 10% delle presenze e delle vendite nelle varie strutture commerciali"
Negozi vuoti, scaffali pieni. A una settimana dall'inizio, è già flop saldi. Meno 10 per cento nelle vendite in Campania, (dato Confesercenti) ma la realtà è una vera e propria debàcle degli acquisti scontati. Meno 30 per cento nell'abbigliamento a Napoli, al Vomero calo del 50 per cento e crisi del settore tecnologico. Chi sceglie di spendere devolve una somma minima, dai 20 ai 40 euro i minimi storici. Insomma, un disastro, mai così grave come quest'anno, dicono gli operatori del settore.
"Il calo è evidente - afferma Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Napoli e Campania - ed è dovuto a diversi fattori, soprattutto alle difficoltà economiche delle famiglie che hanno sempre minori possibilità di spesa. E poi c'è il grande gelo che ha colpito l'Italia, Campania compresa e non ha incentivato i consumatori a recarsi nei negozi. Il risultato è che c'è un calo di più del 10 per cento anche nei negozi di vicinato, in forte difficoltà".
Un grido d'allarme che si innesta su un anno complicato per il commercio locale. "Negli ultimi 5 anni le 550 mila aziende campane - spiega Schiavo - hanno perso 1 miliardo e 230 mila euro di fatturato, a causa della grave crisi economica". Sedici negozi al giorno chiudono nella regione, 6mila nell'ultimo anno. A Napoli e provincia sono in 4 ad abbassare le saracinesche ogni giorno, 1.300 hanno chiuso solo nell'ultimo anno".
Una perdita non indifferente che rischia di aumentare, visto che nulla, nemmeno i saldi, portano nuova linfa per una ripresa sempre più lontana. "L'abbigliamento va malissimo - afferma Giuseppe Giancristofaro presidente Federmoda Napoli, 5mila associati - è un vero disastro, non era mai successo prima. Sta cambiando il sistema d'acquisto si compra meno in saldi perché i negozi low cost vendono a prezzi stracciati tutto l'anno. Così i negozi storici fanno fatica a vendere e si trovano a combattere con chi fa concorrenza alle bancarelle.
Tra poco abbasseremo i prezzi al 70 per cento ma ormai sappiamo già che i saldi non funzionano più, serve qualche altra trovata. Stiamo vendendo benissimo costumi a prezzo pieno, sono l'oggetto del desiderio con questo freddo. Abbiamo già cominciato le vendite primavera-estate".
"Siamo stati danneggiati dall'inizio ritardato dei saldi - precisa Rosario Ferrara, referente Confcommercio Spirito Santo - abbiamo perso 4 giorni importanti con tutta quella folla di turisti in città. Non c'è un settore che va bene, abbiamo venduto di meno perfino i giocattoli. La notte prima della Befana, i negozi sono rimasti vuoti. Mai successo prima, un caso eccezionale. E poi in centro c'è anche il problema sicurezza. Continuano le rapine a via Cisterna dell'Olio, si cercano le immagini ma le telecamere sono spente". Anche il Vomero incassa la sconfitta con un brusco calo negli incassi.
"Il saldo è ormai un marchio che non attrae più - afferma Enzo Perrotta del centro commerciale Vomero- Arenella, 8 mila associati trta Napoli e provincia, 1.300 al Vomero. Noi registriamo perdite altissime, più del 50 per cento rispetto allo scorso anno. L'elettronica è un caso, non si vende più: la Fnac da 10 vetrine è passata a 4, le ha praticamente dimezzate. Negli ultimi 4 anni abbiamo perso 84 negozi storici, nel settore da almeno 30 anni. Dal 2009 al 2016 abbiamo subìto una perdita di fatturato del 72 per cento". Per Schiavo, esistono delle vie d'uscita: "Serve una regolamentazione certa dei saldi, senza eccedere in promozioni o offerte, senza anticiparli, va bene 2 volte all'anno. E poi dico no alla liberalizzazione del commercio: il mercato esiste fino a quando ci sono delle regole, altrimenti i deboli sono destinati a soccombere sempre. Insistiamo, infine per il rilancio dei negozi di quartiere".
Fonte:http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/01/13/news/saldi_napoli-155942028/