Franchising, retail, business



 

Si chiama Union il primo market italiano e cinese

01Union City

01/02/2017
Prato, ad aprire il supermercato in Chinatown, in via Becagli, tre giovani imprenditori, tutti under 35 e il personale è italiano al 50%

PRATO. Un'anziana signora italiana fruga tra le cassette degli agrumi, alla ricerca delle arance migliori. Provenienza: Italia. Idem per carciofi, cavolfiori e tante altre primizie di stagione: le verdure sono tutte italiane. E poi la carne al taglio che arriva dal Mugello: ad affettarla lì per lì è Rolando, il macellaio, uno che di "ciccia" se ne intende avendo lavorato per una vita in un centro ingrosso cui si riforniscono le grandi catene. A lui s'affida l'anziana cliente che spinge il carrello tra insegne contornate da ideogrammi e prodotti di marca della media distribuzione nostrana.

«Dopo la chiusura della "Sma" - commenta la cliente mentre spinge il carrello - c'era bisogno di un supermercato italiano in questa zona». In realtà, il superstore "Union City" è un unicum: parla principalmente italiano ma chi l'ha aperto è un gruppo di imprenditori cinesi trapiantati in Italia da diversi anni, tutti under 35. È il primo esperimento di supermercato "misto" dove i dipendenti italiani e cinesi lavorano gomito a gomito (in tutto sono 18), dove prodotti italiani e toscani rappresentano il 70% della merce in vendita.
L'ambiente è luminoso, accogliente e ordinato. L'inaugurazione del superstore, uno spazio di circa 2mila metri quadrati in via Becagli (una traversa tra via Pistoiese e via Filzi) dove fino a quattro anni fa sventolava l'insegna della catena "Sma", è avvenuta il 27 gennaio scorso.

Quale migliore data se non l'inizio dell'anno del Gallo per augurare lunga vita a questo nuovo brand della gdo dagli occhi a mandorla? «Quello di Prato è il primo punto vendita con questo marchio ma l'obiettivo è mettere in piedi una rete di franchising con l'apertura di nuovi supermercati in altre città», spiega il vice direttore Fabio Qiu. Con la scommessa di un supermercato multietnico che privilegia i prodotti italiani strizzando l'occhio persino alla filiera corta e al chilometro zero (vini di Carmignano e carne proveniente dalle stalle del Mugello), i titolari sino-pratesi puntano a sfatare quello che definiscono «lo stereotipo del negozio cinese brutto e sporco come viene visto da tanti italiani».

A vigilare che tutta la merce sia in ordine è Vito Palumbo, direttore dello store che ha un curriculum di tutto rispetto avendo lavorato in passato per diversi supermercati italiani. Circondato da Fabio e Chiara, due giovani cinesi, Palumbo si divide tra le corsie e il box informazioni dove qualche cliente pratese ieri mattina si faceva fare la tessera fedeltà (gratuita) per usufruire degli sconti fino al 50%. Un esempio? L'acqua "Sant'Anna" a 25 centesimi a bottiglia oppure 1 litro di Parmalat a 99 centesimi. Qui anche la clientela è "mista", un po' italiana e un po' cinese, perché chiunque può leggere la descrizione dei prodotti in vendita, sia in italiano che in mandarino. Se il personale alle casse è soprattutto cinese, i reparti macelleria, gastronomia (il prosciutto "Parma" a 14,90 euro al chilo è il pezzo forte di questi giorni) e ortofrutta sono affidati a responsabili italiani.

«Prato - ammette Fabio Qiu - non poteva che essere il luogo migliore per sperimentare questo modello di supermercato italo-cinese, un piccolo microcosmo di integrazione e convivenza». Non mancano l'enoteca, la parafarmacia e la zona neonati con un vasto assortimento di articoli convenienti per l'infanzia. Ma nel carrello multietnico di "Union City" entrano anche i sapori d'Oriente che stuzzicano soprattutto le ultime generazioni. «Abbiamo un reparto con tanti prodotti di Taiwan, Corea e Thailandia che piacciono anche ai giovani pratesi», spiega il direttore Palumbo. Ad andare a ruba, nei primi quattro giorni di apertura, le bibite di aloe al gusto di mango, ananas e fragola. Pochi metri più in avanti sorge la "Pam" di via Pistoiese: la concorrenza si annuncia spietata.

Fonte:http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2017/02/01/news/si-chiama-union-il-primo-market-italiano-e-cinese-1.14804617

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