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07/02/2017
In occasione della Giornata per la sicurezza in Rete, è stata presentata in Campidoglio la ricerca di Microsoft sull’indice di educazione civica sul web
La maggior parte degli utenti della rete ha avuto almeno una volta nella vita un approccio spiacevole con il web, a causa di contatti indesiderati, molestie o cyberbullismo. Non solo: il 62% degli intervistati ha affermato di non sapere a chi rivolgersi quando si imbatte in un rischio della rete. La fotografia del rapporto degli utenti con la sicurezza digitale proviene dalla ricerca di Microsoft sul Digital Civility Index che analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17 anni) e degli adulti (18-74 anni) in 14 Paesi, rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online. Lo studio è stato presentato oggi a Roma, in Campidoglio, in occasione della 14esima edizione del Safer Internet Day, ovvero della Giornata internazionale della sicurezza in rete. All’incontro hanno partecipato 250 ragazzi provenienti dalle scuole di Roma, l’assessore del Comune di Roma Flavia Marzano, il direttore generale della Fondazione Mondo Digitale Mirta Michilli, il Digital e social marketing Leader di Microsoft Italia Carlo Rinaldi, e il vice questore aggiunto della Polizia di Stato, Dipartimento Polizia Postale del Lazio Massimo Bruno.
Comportamenti cattivi, molestie, intrusione: tutti i rischi in rete
L’Indice dell’educazione civica 4.0 di Microsoft vuole esplorare il livello di consapevolezza che adulti e ragazzi hanno nelle loro interazioni online, e del livello di “civiltà” e sicurezza che viene mantenuto durante questi contatti. La ricerca suddivide i potenziali rischi in 4 categorie: rischi legati al comportamento, all’intrusione, alla reputazione e alla sfera sessuale. Ogni categoria comprende al suo interno diversi rischi specifici: l’indice calcola la percentuale di utenti esposti a ognuno di questi “rischi”.
I rischi che gli utenti hanno riscontrato più frequentemente sono quelli relativi all’intrusione, legati cioè a contatti indesiderati (si attestano al 43%).
Subito dopo ci sono i rischi legati al comportamento (39%): oltre un soggetto su cinque ha riferito di essere stato trattato male (22%) o di aver subito trolling (insulti e molestie, 21%). Un terzo degli intervistati ha ravvisato un pericolo di natura sessuale (30%) con ai primi posti sexting indesiderato (ricevuto o inviato, 24%) e adescamento sessuale (15%). Infine i rischi legati alla reputazione: quello più riscontrato è il doxing (12%) ovvero la pratica di cercare e diffondere online informazioni personali, con intento di danneggiare la persona, seguito da lesioni dirette alla reputazione personale (8%). Dal rischio virtuale a quello reale il passo è breve. Il 51% ha incontrato di persona l’autore della minaccia (la percentuale sale al 58% tra i più giovani).
Perdita di fiducia e aumento dello stress
Nei 14 paesi in cui è stata effettuata la ricerca l’Indice di Civiltà Digitale si è attestato al 65%: significa che la maggior parte delle persone ha dichiarato di essere stato esposto a uno dei rischi nelle categorie riportate. Come conseguenza dell’esposizione ai rischi della rete, due terzi degli intervistati hanno affermato di aver perso la fiducia negli altri sia online sia offline (rispettivamente il 40% e i 30%). Quando non si perde completamente la fiducia, gli intervistati hanno dichiarato di soffrire di stress e di non riuscire a dormire (23%) oppure addirittura di cadere in depressione (15%). Tutti i rischi in cui si può incorrere online causano preoccupazione tra le persone: il 62% degli intervistati ha detto di essere molto preoccupato, soprattutto per l’intrusione o i comportamenti fastidiosi. Chi è più esposto ai rischi online sono i ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni: sono loro a sentirsi meno sicuri nel gestire comportamenti incivili. “Essere buoni cittadini digitali passa anche dal recupero dei comportamenti virtuosi con cui viviamo ogni giorno. La correttezza, il rispetto per gli altri, l’osservanza delle regole sono i presupposti della buona convivenza anche su Internet – ha detto Paola Andreozzi, Responsabile Philanthrophies di Microsoft Italia – Con il Digital Civility Index Microsoft intende promuovere l’educazione civica 4.0 specialmente tra i giovani che hanno un più alto livello di interazione online”.
Polizia Postale: 2 ragazzi su 3 hanno conosciuto il cyberbullismo
La Polizia Postale ha diffuso alcuni numeri sulle denunce che riceve in merito alla sicurezza digitale: “Circa 2 ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di cyberbullismo secondo i dati raccolti a seguito degli incontri tenuti con milioni di studenti in tutta Italia. Nel nostro lavoro riscontriamo purtroppo un aumento consistente delle denunce di minori nei confronti di coetanei per episodi di bullismo e cyberbullismo – ha detto Nunzia Ciardi, Direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – Le denunce per minacce, ingiurie e diffamazione online rappresentano circa il 59% del totale, quelle relative al furto d’identità digitale quasi il 30%, molto preoccupante anche l’aspetto che riguarda la diffusione di materiale pedopornografico, che rappresenta l’11,5% dei casi trattati”. Il vice questore aggiunto della Polizia di Stato Massimo Bruno ha sottolineato come sia necessario fare molta attenzione a quello che si definisce come bullismo, perché sotto questa definizione possono celarsi molti comportamenti: “La prevaricazione comincia nel momento in cui è percepita come tale. Non tutti abbiamo la stessa sensibilità, ed qui che dobbiamo stare attenti. Quello che a noi può sembrare uno scherzo lieve per altri non lo è”.
L’educazione alla vita
Secondo Mirta Michilli, Direttore Generale di Fondazione Mondo Digitale, è necessario diffondere un nuovo modello educativo a partire dalle nuove tecnologie: “Non solo i giovani, ma tutti noi abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino a interpretare le nostre esperienze e la complessità della realtà che ci circonda. La vera sfida educativa è usare la tecnologia per costruire modelli mentali più forti, per rendere più potente la nostra capacità di cambiare in modo equilibrato, di sviluppare atteggiamenti e comportamenti coerenti, rispettosi, sostenibili. Un compito che per la scuola è irrinunciabile. Per questo siamo convinti che l’uso delle nuove tecnologie vada inserito all’interno del modello di Educazione per la vita che integra conoscenze codificate, competenze, aspetti caratteriali e valori condivisi”.
Flavia Marzano, assessore a Roma Semplice, ha sottolineato l’importanza dell’alfabetizzazione digitale: “Un cittadino su 4 non è mai andato su internet: pensate a quante persone non conoscono il mondo della Rete. Dobbiamo impegnarci per arrivare almeno alle medie europee, che si attestano su uno su 7”. Marzano ha ricordato come il Comune di Roma si impegni per mantenere dei punti di contatto con i cittadini di tutte le età per promuovere un servizio di supporto e informazione riguardo gli strumenti digitali: “L’educazione alla sicurezza in rete deve partire dalle scuole, non solo per gli studenti ma anche per gli insegnanti. Occorre dare una consapevolezza non solo del digitale ma anche di quello che c’è dietro. Noi come comune abbiamo i punti Roma Facile che sono dei punti sul territorio dove il cittadino un po’ meno digitale può andare e avere supporto, capire come si fa, cosa c’è dietro. E sono aperti a tutti”.
Fonte:http://ischool.startupitalia.eu/sicurezza/58807-20170207-sicurezza-online-il-65-degli-utenti-cade-nei-rischi-della-rete-e-non-sa-a-chi-chiedere-aiuto