Franchising, retail, business
08/02/2017
Trasformare l'Italia nel più grande HUB del Mediterraneo: la battaglia privata del fondatore di H2biz.
Doveva essere solo un’azienda, una delle tante, invece è diventata una guerra privata tra un uomo e il resto del mercato. Una guerra impari nei numeri, ma non per questo dall’esito scontato dato che l’uomo solo in questione è Luigi De Falco, fondatore del Gruppo H2biz. Il progetto è ambizioso, trasformare l’Italia nel più grande HUB del Mediterraneo facendo leva sulla posizione strategica del paese e sulla capacità delle imprese italiane di fare sistema (sembrerebbe quasi un’eresia), il campo di battaglia è vasto (il Mediterraneo in senso esteso, compresi Medio Oriente, Russia e Turchia), e i nemici sono temibili.
Ma De Falco non è certo uno che si spaventa: figlio di due impiegati pubblici, nato e cresciuto in un quartiere popolare di Napoli, ha costruito un mattone alla volta un gruppo attivo in cinque settori (Trading, Moda, Editoria, Motori, Logistica) e 38 paesi. In quasi venti anni di carriera questo imprenditore col gusto della sfida è riuscito a diventare il punto di riferimento delle Pmi italiane per l’esportazioni in Iran, Africa e America Latina. Tre aree geografiche ad altissimo tasso di rischio e non è un caso. Negli anni le operazioni con i paesi rischiosi sono diventate il core business di H2biz, quasi un marchio di fabbrica per l’imprenditore, che ha intuito prima di altri le grandi opportunità che questi paesi presentavano e si è posizionato in modo strategico puntando tutto sulle piccole e medie imprese, inflazionate nel lessico quotidiano ma di cui concretamente nessuno si occupa.
E invece il soldato Luigi si è messo alla testa di un piccolo esercito di imprenditori coraggiosi ed è entrato (commercialmente) in Iran ben prima che l’ex premier Renzi firmasse gli accordi di partnership bilaterali. Lo aveva già fatto nel 2011 con l’Africa creando l’hub MED, poi con la Russia e recentemente lo ha replicato col Venezuela. Il suo colpo di mercato è il triangolo Russia-Iran-Venezuela, tre paesi storicamente vicini che De Falco è riuscito a riunire, prima che l’elezione di Trump riaprisse le porte alla Russia, quando si dice il fiuto imprenditoriale, in un’unica grande Rete di transazione con al centro l’Italia (ARIVI – Africa, Russia, Italia, Venezuela, Iran).
Ma la storia di questo soldato di ventura che si è guadagnato i galloni di generale sul campo parte da lontano e precisamente dalla Borsa di Milano, anno 1998, dove ha lavorato come broker e da cui poi si è allontanato perché il ruolo di agente di una banca gli stava stretto, talmente stretto che ha deciso subito di mettersi in proprio creando il primo Gruppo d’Acquisto italiano (e-Gav). Era il 2001 e a quei tempi Groupon non era neanche nella mente dei suoi fondatori. Forse era troppo presto, il mercato non era ancora pronto per digerire queste innovazioni, ma con quel marchio De Falco ha fatto una delle sue migliori operazioni: è entrato nel mercato della Firma Digitale e ha conquistato la leadership di mercato.
Da allora è stato un crescendo di operazioni a dimensioni impari che gli americani definirebbero punches above its weight (combattere in categorie superiori al proprio peso) come quella nel campo della moda dove si è lanciato con un aggregatore di giovani talenti che è diventato nel tempo un punto di riferimento per i buyers del Medio Oriente e dell’America Latina o nell’editoria dove ha fondato una testata di approfondimento tematico. Dal 2008 è impegnato in questa “guerra privata” contro il concetto di “piccolo è bello”, che ha escluso il tessuto imprenditoriale italiano dalle grandi dinamiche internazionali, trasformando le nostre aziende in prede facili da cacciare per le multinazionali straniere. Una guerra imprenditoriale e culturale, combattuta con qualsiasi tipo di mezzo e su larghissima scala che De Falco sta affrontando con la tenacia che solo chi si è costruito da solo possiede.
Il soldato diventato generale è già a metà del guado. Oggi il suo H2biz è il primo business HUB su scala italiana e uno dei più grandi a livello europeo, ma soprattutto è l’unico operatore che è riuscito a far interagire le piccole aziende con le grandi multinazionali, a costruire operazioni di mercato tra i piccoli imprenditori e i manager delle società quotate in Borsa, un modello di business unico che tiene insieme anche gli estremi. Ma la strada è ancora lunga, le guerre costano e comportano dei sacrifici. E sull’altare di questa battaglia De Falco ha dovuto schierare tutto il suo arsenale e sacrificare affetti, relazioni consolidate da anni e in parte anche la famiglia. Ma come diceva Montaigne, l’ambizione non è un vizio da gentucola.
Fonte:http://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=647&a=24960&tag=08-02-2017-LuigideFalcopiccolonon%C3%A8bello