Franchising, retail, business
17/02/2017
Aumentano i meccanismi di protezione, raddoppia la quota dei formaggi comunitari esportabili in Canada, via libera all'esportazione del Prosciutto di Parma Dop
Tante luci e qualche ombra dai dettagli del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale tra Ue e Canada approvato dal Parlamento Europeo. Da un lato i produttori canadesi potranno continuare ad utilizzare il termine “Parmesan” e a produrre e vendere Gorgonzola, Asiago e Fontina, sui quali tuttavia dovrà essere aggiunta l’indicazione Made in Canada mentre sarà vietato associarvi elementi di italian sounding come il tricolore, città o monumenti italiani che risultano (ulteriormente) ingannevoli per i consumatori. Al tempo stesso entrerà finalmente sul mercato canadese il Prosciutto di Parma Dop, fino a ieri escluso. In base a un’analisi Coldiretti, nell’elenco dei 171 prodotti Ue oggetto dell’accordo ben 41 sono italiani (rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate). L’accordo prevede che il Prosciutto di Parma, il Prosciutto San Daniele, il Prosciutto Toscano e il Prosciutto di Modena potranno entrare nel mercato canadese con il loro nome ma dovranno coesistere con i marchi canadesi già registrati. Fino a ieri il Prosciutto di Parma italiano poteva essere esportato solo con il nome di Prosciutto originale.
PORTE APERTE ANCHE PER IL PARMIGIANO-REGGIANO – A dirsi soddisfatto del CETA è il Consorzio del Parmigiano Reggiano: “Il buon esito per i nostri produttori si riscontra su due fattori – sottolinea il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi – ovvero sul raddoppio della quota dei formaggi comunitari esportabili e, a maggior ragione, sull’avvio di nuovi meccanismi di protezione rispetto alle imitazioni e alle contraffazioni. Se si considera il fatto che il Canada sta già facendo segnare costanti e rilevanti aumenti delle importazioni di Parmigiano Reggiano (oltre il 12% nel 2016), è evidente che con la firma del trattato si potranno cogliere al meglio le opportunità commerciali che abbiamo costruito con forti azioni di comunicazione e, soprattutto, mediante accordi con le maggiori catene distributive canadesi”.
Fonte:http://www.foodweb.it/2017/02/ceta-unopportunita-piu-food-made-italy/