Franchising, retail, business
21/03/2014
Dopo aver passato in rassegna le domande che dal mio punto di vista dovreste porvi per lavorare sulla motivazione necessaria per trovare il vostro lavoro ideale, vi propongo una lista di valori che potreste prendere in considerazione nel momento in cui dovete scegliere quale strada professionale intraprendere.
Prendere decisioni di valore non è facile. La motivazione non è mai pura. È sempre legata a valori e a interessi tra cui possono crearsi dei conflitti e delle ambivalenze. Per esempio, in una persona possono esserci allo stesso tempo un forte bisogno di stabilità economica e una forte necessità di autonomia decisionale. È normale. Nei casi estremi si incontrano profili ambivalenti in cui convivono interessi e bisogni contrastanti. Ma anche in questi casi, più complessi da gestire, perché il sistema valoriale spinge in direzioni opposte, l’importante è conoscere i fattori alla base della propria motivazione. Se sono consapevole di possedere un determinato profilo posso riuscire a governarlo, altrimenti rischio di subirlo. Anche se l’analisi dei vostri interessi e dei vostri valori fa emergere delle contraddizioni, non dimenticate che il vostro obiettivo non è quello di avere motivazioni pure ed eliminare le dissonanze. È quello di raggiungere un grado di consapevolezza di voi stessi che vi metta in condizione di poter scegliere.
Le competenze da sole non bastano. Potete essere i più grandi esperti nel vostro lavoro e possedere talenti personali del tutto particolari. Ma se non siete motivati a mettere in atto quel che sapete fare, difficilmente otterrete dei risultati. E prima o poi i nodi verranno al pettine.
Il lavoro ideale è quello che riesce a coinvolgere la sfera della motivazione: i nostri valori, i nostri interessi, le cose che ci spingono ad agire.
Immaginiamo la motivazione come una sfera. Usiamo una raffigurazione un po’ diversa da quella di Abraham Maslow, lo psicologo statunitense che nel suo celebre libro Motivazione e personalità (1954) descrisse la gerarchia dei bisogni umani, dai più elementari ai più complessi, con l’immagine di una piramide. Ma il concetto è molto simile. Nella parte alta della nostra sfera troviamo gli interessi personali, le passioni, le ambizioni, i desideri che hanno a che fare con l’autorealizzazione. Nell’emisfero inferiore troviamo invece le necessità, i bisogni fisiologici, le esigenze più basilari.
Se il lavoro che fate è sorretto solo dall’emisfero basso della motivazione, cioè è dettato dalle necessità, potete anche essere dei geni ma non riuscirete mai a eccellere.
In una scala da uno a dieci potrete forse meritarvi un nove, ma non riuscirete mai a dare il vostro massimo. Se fate cose che vi entusiasmano, che vi piacciono, che vi appassionano, anche se non siete Einstein lavorerete a pieno regime e riuscirete a ottenere il massimo da voi stessi.
La motivazione può avere due estremi. A un estremo c’è l’aspirazione a non fare per soldi niente che non fareste anche gratis. All’estremo opposto c’è la condizione in cui tutto quello che fate lo fate per soldi.
Provate a farvi queste tre domande:
Per valutare le proprie motivazioni, può essere utile fare delle liste di valori che ritenete significativi e assegnare dei punteggi in ordine di importanza. Potete darvi una regola che vieti di assegnare punteggi a pari merito. Oppure identificare un certo numero di valori e di interessi e metterli in competizione a due a due, come nel tabellone a eliminazione diretta di un torneo di tennis.
Fonte: crisiesviluppo.manageritalia.it