Franchising, retail, business
22/02/2017
Kaitangata è una piccola cittadina vicino alla costa di South Otago, nel sud della Nuova Zelanda. Pittoresca, verde e tranquilla: un piccolo paradiso dell’abbondanza, incrinato proprio dalla sua stessa eccedenza. Il problema che affligge questa città è davvero singolare.
Troppi posti di lavoro, troppe case a prezzi accessibili e pochi, pochissimi abitanti. Per riempire la città e portare nuova forza lavoro, gli 800 residenti dell’isola hanno lanciato una speciale campagna di reclutamento. La formula è semplice e, sperano, efficace. Il pacchetto prevede l’offerta di una casa e di una porzione di terra nella comunità rurale al costo di 230.000 dollari neozelandesi (147 mila euro circa). Un’offerta pensata per attirare gli abitanti delle grandi città e invogliarli a trasferirsi nella piccola e vuota Kaitangata in cambio di casa e lavoro, un binomio potenzialmente esplosivo, capace di attirare le attenzione di tanti.
Bryan Cadogan, sindaco di Clutha, stima che ci sono circa 1000 posti di lavoro vacanti nel suo distretto e i suoi residenti non sono in grado di soddisfare la domanda. “Quando ero disoccupato e avevo una famiglia da mantenere, Clutha mi ha dato una possibilità, e ora vogliamo offrire questa opportunità ad altre famiglie”. Una cifra su tutte dà il polso della situazione: la disoccupazione giovanile è pari a due. Due soli sono i giovani disoccupati in questa piccola cittadina.
Le principali offerte di lavoro nel distretto di Clutha provengono dalle industrie primarie: un impianto di trasformazione lattiero-casearia e uno di congelamento. Per molti anni le industrie sono state costrette a mettere a disposizione delle navette per lo spostamento dei lavoratori che abitavano nella provincia di Dunedin, che si trova a più di un'ora di distanza. “Ho visto la disperazione di molte di queste famiglie. Per molte di loro avere una casa di proprietà è diventato un sogno impossibile, e questo è molto triste”, ha detto il sindaco Cadogan.
"Questa è una comunità vecchio stile, non chiudiamo le nostre case, lasciamo i bambini correre liberi” – spiega Evan Dick, produttore di latte e residente di terza generazione di Kaitangata – “Abbiamo posti di lavoro, abbiamo case, ma non abbiamo persone. Vogliamo rendere questa città vivace, vi aspettiamo a braccia aperte".
Fonte:http://www.huffingtonpost.it/2016/06/29/kaitangata-lavoro-annuncio_n_10728958.html