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Federdistribuzione: “L’aumento del potere d’acquisto non si traduce in consumi incrementali”

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07/04/2017
Per Federdistribuzione è particolarmente negativo il calo (-4,8%) di febbraio 2017 delle vendite in volume dei prodotti alimentari, che rifletterebbe la reazione immediata dei consumatori all’impennata dei prezzi su alcune categorie di prodotti freschi

Federdistribuzione commenta con preoccupazione i dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di febbraio 2017, che registrano un calo dell’1,0% rispetto a febbraio 2016 nelle vendite a valore, con l’alimentare a -1,2% e il non alimentare a -0,9%.
Nei primi due mesi del 2017 Istat evidenzia variazioni negative a valore (-0,5%) e in volume (-1,6%).

"Il dato di febbraio 2017 è fonte di forte preoccupazione –precisa Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione– perché lascia presagire un nuovo anno di debolezza per le vendite al dettaglio, ponendo l’intero settore del commercio in ulteriori difficoltà. Particolarmente allarmante il dato negativo delle vendite in volume dei prodotti alimentari, -4,8%, decremento che testimonia la reazione immediata dei consumatori all’impennata dei prezzi su alcune categorie di prodotti freschi".

"È ormai evidente –continua Cobolli Gigli– che l’aumento del potere d'acquisto delle famiglie certificato dall'Istat anche per il 2016 non si traduce in consumi, ma in aumento del risparmio, penalizzando in questo modo l'uscita dalla crisi e la crescita. E da questo punto di vista i segnali del quadro economico e sociale che giungono dall'estero e che si manifestano nel nostro Paese, non fanno che aumentare incertezza e timori sul futuro, frenando gli acquisti".

"Le imprese distributive devono quindi prepararsi a un altro anno di complessità –aggiunge il presidente di Federdistribuzione– con un consumatore sempre più attento nella spesa, deboli prospettive sui fatturati e una struttura dei costi che continua a rimanere pesante. Vogliamo continuare a offrire ai nostri clienti convenienza, servizio, scelta e qualità, ma il permanere di questa situazione di debolezza della domanda interna mette ulteriormente a rischio la redditività delle imprese e la loro possibilità di alimentare un circuito virtuoso di occupazione e sviluppo attraverso nuovi investimenti".

Federdistribuzione riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali, locali, nazionali e comunitarie, le imprese distributive dei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le formule del commercio moderno a libero servizio.

Si articola in cinque associazioni nazionali. Le imprese associate a Federdistribuzione hanno realizzato nel 2016, in base ai dati 2015, e attraverso una rete distributiva di 15.150 punti di vendita (di cui 7.450 in franchising), un giro d’affari di 63,3 miliardi di euro (di cui 8,4 miliardi di euro in franchising), con una quota pari al 48,9% del totale fatturato della Distribuzione moderna organizzata.

Le imprese associate a Federdistribuzione danno complessivamente lavoro a 222.500 addetti, e rappresentano il 29,3% del valore dei consumi commercializzabili.

DA: MARK UP

Di: Roberto Pacifico

Fonte:http://www.mark-up.it/federdistribuzione-laumento-del-potere-dacquisto-non-si-traduce-in-consumi-incrementali/

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