Franchising, retail, business
18/04/2017
Il giorno di Pasqua a Campione d’Italia si è verificato l’ennesimo tonfo per il mercato alberghiero italiano.
Di quelli veri. In barba a quanti continuano a raccontare di una fila di investitori stranieri in coda per aprire strutture nel nostro Paese, mister Khamas ha detto chiaramente: “vendo tutto e me ne vado dall’Italia”. Chi è mister Khamas? Possiede "The Khamas Hospitality", parte di Khamas Group of Investment Companies of Dubai, gruppo internazionale di investimenti immobiliari specializzato in hotellerie. Nel mondo ha la proprietà di 18 strutture alberghiere extra lusso. Quella di Campione d’Italia è la più piccola.
“Molti nostri amici italiani da tempo ci invitavano a investire in Italia e così abbiamo deciso di farlo costruendo quello che è oggi il Melià di Campione d’Italia (il Gruppo spagnolo ne cura la gestione), a pochi metri dal Casinò. Un investimento da 25 milioni di euro: 5 per il terreno, 15 per la costruzione e 5 milioni per l’arredamento. Quaranta camere, due suite e centro benessere. Tutto ai massimi livelli internazionali”.
Apre nel 2015 ma i guai arrivano presto. “Il proprietario del terreno confinante al nostro ci ha fatto causa perché l’impresa costruttrice ha terminato in ritardo i lavori e ha provocato danni alla sua proprietà.
È iniziato un percorso in tribunale davvero complesso. Ma quando ci hanno bloccato i conti dell’albergo è stato chiaro che lavorare in Italia è impossibile per un investitore straniero. Bloccare i conti correnti bancari della struttura significa non poter pagare i fornitori, i dipendenti, significa chiudere.
Come investitori sappiamo che perdere denaro è nelle cose, ma la burocrazia e l’affidabilità dei fornitori sono elementi che rendono impossibile continuare a lavorare qui. Peccato perché la gente è meravigliosa e le potenzialità enormi. Tanto che avevo in preventivo di aprire altre 4 strutture in Italia. Ma non c’è il sistema Paese e lo diremo chiaramente a tutti in nostri contatti a Dubai”.
Quindi depenniamo dalla lista, quella che compone la coda di investitori stranieri in attesa di investire in Italia, Khamas Group of Investment Companies of Dubai e tutti i suoi contatti, visto che saranno informati dettagliatamente sulla vicenda.
A chi scrive resta la domanda: ma perché quando accadono cose di questo tipo, e succedono molto spesso, non si provvede subito a intervenire? Il ministero dello sviluppo economico è invisibile, le associazioni del real estate non pervenute, la politica inesistente.
Ma è possibile che non ci sia neanche uno stagista libero in queste strutture per andare a visitare l’azienda? Ci sarebbe la coda di studi legali specializzati e consulenti di alto livello disponibili ad attivarsi immediatamente per risolvere al meglio la vicenda e scongiurare la fuga di un grande investitore.
Poi però non ci stupiamo se Grillo è alla guida del primo partito in Italia e le associazioni non riescono a frenare il calo degli iscritti.
di Maurizio Cannone
Fonte:http://www.monitorimmobiliare.it/ci-siamo-giocati-pure-gli-investimenti-immobiliari-di-dubai_20174181326