Franchising, retail, business
28/04/2017
Continua il nostro viaggio nei vini della Sicilia profonda in occasione di Sicilia En Primeur.
La sfida americana di Zonin e la conversione al biologico
“Spostare il baricentro degli investimenti dall'Italia agli Stati Uniti. Con un rafforzamento della produzione e della distribuzione”: prende lentamente forma il progetto americano del gruppo Zonin1821 secondo le anticipazioni del suo presidente, Domenico Zonin, alla vigilia di Sicilia En Primeur (28-29 aprile). I dettagli dovrebbero essere annunciati in occasione di Vinexpo, in giugno a Bordeaux.
Oggi però si sa che il gruppo di Gambellara ha un ambizioso piano strategico per gli Stati Uniti: centrare l'obiettivo dei 100 milioni di dollari di fatturato con 1 milione di casse vendute. Partendo dai 64 milioni del 2016 realizzati dalla controllata americana e da Barboursville Vineyards (7 milioni di dollari).
Ma la strategia complessiva di Zonin è di più ampia portata, puntando sul maggior valore dei propri vini più che sulla crescita delle bottiglie: nel 2018 i ricavi saranno di 235 milioni di euro, partendo dai 193,3 milioni (87% all'estero) del 2016, un Ebitda di 14,3 milioni e un utile di 5,1 milioni. La cantina veneta punta anche a una progressiva transizione al biologico. “E' necessario – sottolinea Zonin – spostarsi nella fascia medio-alta del mercato: oggi i vini dei competitor sono mediamente buoni e il solo confronto sulla qualità non basta più. Dobbiamo dare sempre di più, compreso il biologico”.
La forza della Sicilia
“Intanto già da quest'anno – annuncia Antonio Paolo Froio, direttore ed enologo del Feudo Principi di Butera - abbiamo eliminato i diserbi da sottofila: utilizziamo solo zolfo e rame e dal 2018 avvieremo la conversione al biologico. Oltre alla transizione, ormai molto avanzata, verso vini autoctoni, con un parallelo e progressivo abbandono degli internazionali, come Cabernet e Merlot”.
Il Feudo Principi di Butera si trova in provincia di Caltanissetta, nella Sicilia più profonda: la parte immobiliare della tenuta, con la torre merlata, è stata completamente rifatta rispettando la storia e la tradizione di questo lembo di Sicilia, compreso l'arredamento e le suppellettili (con le straordinarie ceramiche di Caltagirone).
Il resto della tenuta comprende 320 ettari di terreni, di cui 180 vitati, prevalentemente Nero d'Avola ma con una presenza significativa diInsolia e Grillo. E una piccola testimonianza di Nerello Mascalese. Delle 900mila bottiglie di produzione, oltre la metà è di Nero d'Avola, il vitigno più rappresentativo della Sicilia. Ma nel perimetro aziendale sono compresi anche 4mila ulivi.
L'ultima novità di casa Zonin è il Neroluce Brut Principi di Butera. Si tratta di uno spumante da uve Nero d'Avola ottenuto con il metodo Charmat-Martinotti. Perché questo nome insolito? “E' un termine che contiene una contraddizione – spiega Froio – evocativa della peculiarità di questa bollicina: l'unione di luce e buio.
Insomma, la sintesi della straordinaria luce del Feudo Principi di Butera e la notte”.
–di Emanuele Scarci
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/food/2017-04-28/zonin-sfida-americana-e-conversione-verde-sicilia-090933.shtml?uuid=AEphh4CB